Le cose di lassù: incontrare Dio attraverso la bellezza
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Aiutare gli uomini a ritrovare la strada verso il Cielo attraverso i sentieri dell’arte e della creazione. È l’obiettivo che ha spinto una studentessa americana ad ampliare un’idea nata nei mesi del lockdown.
Seek what is above (Cercate le cose di lassù) è un progetto incentrato sulla bellezza dell’arte e della creazione, per ricordare la destinazione ultima – la bellezza eterna – in un’epoca che ha smesso di guardare in alto. Non è quindi un interesse solo culturale, ma un’opportunità di crescita personale e spirituale, ad aver spinto Margaret Peppiatt, studentessa senior di teologia alla Franciscan University di Steubenville, in Ohio, ad ampliare e condividere un’idea nata nei mesi del lockdown, come lei stessa ha raccontato a La Bussola.
Perché l’arte e la bellezza in genere possono costituire un sentiero verso Dio?
Questo progetto ha avuto inizio dalla consapevolezza di quante opere d’arte sacra sui Vangeli fossero sconosciute alla gente. Le Bibbie per ragazzi hanno delle illustrazioni, ma che dire di tutte le opere d’arte da cui sia i ragazzi sia gli adulti potrebbero trarre beneficio? Percependo la bellezza dell’arte sacra attraverso lo sguardo esteriore, siamo liberi di rivolgere il nostro sguardo interiore a Dio e lasciare che la parola di Cristo abiti in noi abbondantemente, come dice san Paolo (Col 3,16). L'opera d’arte ci aiuta semplicemente a concentrarci ancora di più sulle Scritture.
Anche i non credenti possono venire toccati dalla bellezza che scaturisce dalla fede?
Certo, anche i non credenti possono essere toccati dall’arte che scaturisce dalla fede! Ogni uomo ha in sé la capacità di lasciarsi toccare dalla bellezza in qualche modo, che sia attraverso dipinti, canzoni, spettacoli o altri mezzi di espressione. La bellezza ha le sue radici in Dio, che è la Bellezza stessa. L’arte autenticamente bella – poiché naturalmente possiamo corromperla per via della nostra natura decaduta – può condurre i non credenti a considerare che Dio possa esistere davvero. Per esempio, l’arte sacra presenta Cristo non come un essere distante, ma come una persona reale che vuole amarli e salvarli personalmente.
Quando ha avuto inizio il progetto Seek What Is Above?
Il progetto è nato nei primi mesi della pandemia, nella primavera del 2020. All’inizio ho lavorato a The Gospel with Sacred Art senza avere in mente di pubblicarlo. Dopo aver completato il progetto due anni dopo ho deciso di aprire un mio marchio per pubblicare il libro. Ho scelto come titolo Seek What Is Above, cioè la traduzione inglese di Col 3,1-2 («Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra»). Il mio obiettivo è invitare la gente ad aprire la mente e il cuore a Dio avvicinandosi alla verità, alla bellezza e alla bontà.
Nel libro The Gospel with Sacred Art quali criteri hanno guidato la scelta di determinate opere, epoche o artisti?
La selezione dei dipinti era limitata da due fattori principali: la risoluzione delle immagini e le norme sul copyright. Al di là di questo, ho cercato di includere una certa varietà di artisti ed epoche. I dipinti scelti coprono sei secoli e rappresentano artisti di oltre una dozzina di Paesi, tra cui nomi celebri come Van Gogh, Rembrandt e Leonardo da Vinci, ma anche pittori meno conosciuti che tuttavia hanno offerto contributi significativi nella loro epoca. La varietà dei dipinti testimonia che il Vangelo è senza tempo e nel corso dei secoli ha ispirato gli artisti a creare splendidi capolavori incentrati sulla vita di Cristo.
Una domanda un po’ “provocatoria”: possiamo dire che mentre l’arte cristiana dei secoli passati è ancora in grado di parlare a noi, quella contemporanea spesso manca il bersaglio?
Sì, sono d’accordo. L’arte sacra realizzata negli ultimi decenni è a malapena paragonabile a quella dei secoli precedenti e di rado trasmette bellezza e sacralità. Credo che questo rifletta la situazione della cultura moderna che tende ad allontanarsi dal Creatore. La bellezza ricorda alla gente Dio che è la Bellezza in sé. Ma oggi le persone non vogliono che si parli loro di Dio, e allora perché sorprendersi se nella nostra arte spesso manca la bellezza? Le culture del passato che hanno dato origine a splendide opere d’arte cristiana, come il Rinascimento, tenevano ancora presente Dio. Ecco perché la loro arte sa parlare al cuore in un modo che l’arte moderna spesso non può eguagliare.
Oltre a The Gospel with Sacred Art ci sono altri progetti in vista?
Sì, spero di lavorare ad altri progetti con lo stesso obiettivo: aiutare la gente a incontrare Dio attraverso la bellezza. È da poco disponibile anche una selezione di arte sacra sul Rosario.
C'è un'opera in particolare che potrebbe riassumere questo messaggio?Sceglierei il dipinto presente sulla copertina del mio libro, Cristo che appare alla Maddalena, di Albert Pinkham Rider. Cristo risorto chiama per nome ciascuno di noi, proprio come ha fatto con Maria Maddalena. Gesù desidera avere con noi una relazione personale e la lettura del Vangelo ci apre gli occhi a questa verità. L’arte sacra che raffigura le scene evangeliche riecheggia questa chiamata personale a conoscere e amare Cristo.
Un’ultima parola sul santo patrono dell'intero progetto...
Ho scelto Karol Wojtyla, san Giovanni Paolo II, come patrono e intercessore. Sappiamo che Wojtyla amava la bellezza perché amava le arti e la natura. Ha scritto poesie e opere teatrali e gli piaceva trascorrere del tempo all’aperto, immerso nella creazione di Dio. Vorrei diffondere un amore simile per la bellezza che si riscontra nell’arte e nella creazione.
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