La stanza dove nacque la Milizia dell’Immacolata
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Per contrastare la massoneria sempre più tracotante «e gli altri servi di Lucifero», san Massimiliano Kolbe, il 16 ottobre 1917, fondò a Roma, con sei confratelli, la Milizia dell’Immacolata. .
Roma, a pochi passi dai celebri Fori Imperiali, sorge il convento San Teodoro retto dai Frati Minori Conventuali. Il luogo è quasi nascosto, silenzioso. Un palazzo non alto, di soli due piani, si nasconde in una piccola viuzza che costeggia la parte finale dei Fori Imperiali. Qui, in questo palazzo, il 16 ottobre 1917 nasceva la Milizia dell’Immacolata, fondata da san Massimiliano Maria Kolbe (Zduńska Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 – Auschwitz, Polonia, 14 agosto 1941), del quale oggi ricorre la memoria liturgica: quel giorno, “l’innamorato della Vergine Maria”, assieme ad altri sei giovani frati, fondava una delle più importanti istituzioni mariane. All’epoca il palazzetto era sede del Collegio Internazionale dei Frati Minori Conventuali nonché della Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura (Seraphicum) dove Massimiliano Kolbe risiedeva e studiava.
Ma cosa vuole dire questo termine, Milizia dell’Immacolata? San Massimiliano Kolbe presenta la Milizia come «una visione globale di vita cattolica sotto forma nuova, consistente nel legame con l’Immacolata, nostra mediatrice universale presso Gesù»: un vero e proprio cammino sui passi della Vergine. Il fulcro della spiritualità e della formazione della Milizia risiede nella consacrazione a Maria Santissima, intesa per san Massimiliano Kolbe come «trasformazione in Lei». L’associazione mariana ha tre linee guida fondamentali: l’Immacolata, l’amore e la missione. Tutto ciò serve a una matura formazione spirituale del fedele. La Milizia ha, dunque, un progetto semplice ed efficace: la santità per tutti. E in questa visione kolbiana, un ruolo fondamentale lo ricopre la preghiera, ma non solo. Il progetto si realizza anche lavorando e offrendo al Signore ogni piccolo gesto: preghiera e azione in perfetta armonia, in divina sintonia. La consacrazione all’Immacolata è alla base dell’opera missionaria di Kolbe. Il santo lo scrive nel dicembre 1937 delineando alcuni appunti per un suo libro: «Appartiene all’essenza della Milizia dell’Immacolata il fatto di essere dell’Immacolata totalmente, sotto ogni aspetto». E continua: «Di conseguenza, nell'atto di consacrazione i membri della Milizia supplicano l’Immacolata: Ti prego di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua, e di fare ciò che Ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità».
La piccola stanza in cui san Massimiliano Kolbe e sei suoi compagni del collegio fondarono la Milizia vibra di spiritualità. Una volta varcata la porta della stanza, si avverte che si è entrati in un luogo di forte preghiera, in un luogo santo: le mura risuonano, seppur nel silenzio che caratterizza questo luogo, di innumerevoli Ave Maria, di preghiere a Dio. Colpiscono subito i ritratti di quei sette giovani ragazzi: sono volti che danno luce; hanno un sorriso discreto, colmo di speranza. Sono i volti di: padre Giuseppe Pal, giovane sacerdote della Provincia rumena; fra Antonio Głowiński, diacono della Provincia rumena; fra Girolamo Biasi, della Provincia padovana; fra Quirico Pignalberi, della Provincia romana; fra Antonio Mansi, della Provincia napoletana; fra Enrico Granata, della Provincia napoletana; e poi, il volto dello stesso Kolbe, del giovanissimo fra Massimiliano.
La stanza è stata ristrutturata nel tempo ma il pavimento è originale: quel pavimento, color rosso mattone, è stato calpestato da quei sandali francescani. Proprio al centro della stanza campeggia un tavolino: sopra di esso, una copia fotostatica dello statuto-programma della Milizia e una statuetta dell’Immacolata. Vicino, alcune piccole panche per sedersi. Si può solo immaginare quel momento dell’ottobre 1917: i giovani davanti alla statuetta a redigere l’importante documento. La stanza conserva, inoltre, alcune importanti reliquie di san Massimiliano Kolbe custodite in una vetrinetta: un pezzetto della sua barba; la sua tonaca e una statuetta dell’Immacolata.
Ma cosa accadde quel giorno? È san Massimiliano Kolbe stesso a descriverlo in una relazione da lui tenuta ai religiosi della comunità di Nagasaki, sua terra di missione, nel 1935, a ridosso del 18° anniversario della fondazione della Milizia: «Rammento che discorrevo con i chierici miei confratelli sulla miserevole condizione del nostro Ordine e sul suo avvenire. E in quei momenti si imprimeva nel mio animo la seguente idea: o rimettere in piedi o mandare all'aria. Provavo un vivo dispiacere per quei giovani che entravano da noi spesso con ottima intenzione e il più delle volte smarrivano il loro ideale di santità proprio in convento. Ma non sapevo bene come fare (...). Allorché a Roma la massoneria uscì allo scoperto in modo sempre più audace, portando i propri stendardi sotto le finestre del Vaticano - e sul vessillo nero dei seguaci di Giordano Bruno aveva fatto dipingere s. Michele Arcangelo sotto i piedi di Lucifero, e in foglietti di propaganda inveiva apertamente contro il santo Padre - nacque l'idea di istituire una associazione che si impegnasse nella lotta contro la massoneria e gli altri servi di Lucifero. Per accertarmi che tale idea venisse dall'Immacolata, interpellai il mio direttore spirituale di quegli anni, il p. Alessandro Basile, gesuita, confessore ordinario degli alunni del Collegio. Ottenuta l'assicurazione da parte della santa obbedienza, mi proposi di dare inizio all'opera (...). Così, dunque, con il consenso del P. Rettore, il 17 ottobre 1917 [la sera del 16 ottobre, più precisamente, ndr] ebbe luogo la prima riunione dei primi sette componenti. La riunione ebbe luogo di sera, in segreto, in una cella interna chiusa a chiave, realizzata con una parete provvisoria. Di fronte a noi vi era una statuetta dell’Immacolata fra due candele accese». In quella stanza, la statuetta dell’Immacolata è ancora lì. Così come le due candele. La missione di Kolbe continua.
La Milizia dell’Immacolata, una risposta alla Massoneria
È il 1917, secondo centenario della nascita della Massoneria moderna, che in coincidenza con l’anniversario della morte di Giordano Bruno promuove manifestazioni gravemente sacrileghe fino a sventolare uno stendardo con Lucifero che schiaccia san Michele in Piazza San Pietro. Fra Kolbe, 23 anni, è testimone dell’oltraggio alla Chiesa. Ed è così che decide di ricorrere all’Immacolata…