La Periferia, metafora del mondo nuovo che rifiuta Cristo
Periphery racconta la storia di Carmine Spostato, un giovane docente della Periphery University, che scopre a poco a poco che il suo scopo è insegnare l’ignoranza. E con altri amici, guidati da Don Primo, si mette alla ricerca del “centro delle cose”. Un’opera, metafora della realtà odierna, per capire dove mira il Grande Reset, che affonda le sue radici nel progetto gnostico di Bacone...
«Questo non è un paese per vecchi» (William B. Yeats, Navigando verso Bisanzio)
Rocco’s [Da Rocco], una pasticceria calabrese in Bleecker Street nel Greenwich Village di New York, è stata la mia base operativa quotidiana per decenni. È qui che leggo e scrivo; qui, dove amici e vicini sanno che possono trovarmi; qui che mia moglie parcheggiava i nostri figli quando erano piccoli e doveva sbrigare delle commissioni.
Ho due minuti di tragitto ogni mattina dal mio appartamento, dietro l’angolo in Carmine Street, a Rocco’s. È a dieci minuti dal caseggiato di Mulberry Street in cui si trasferirono i miei nonni materni nel 1912, quando le loro famiglie allargate emigrarono qui dalla Lucania, e molto vicino a Old St. Patrick’s (la Vecchia Cattedrale di San Patrizio), la prima cattedrale cattolica della città. Rocco’s è un posto dove posso tranquillamente lasciare il mio computer e i miei libri se voglio correre alle macellerie, pescherie, negozi di formaggi, fruttivendoli ed enoteche del quartiere, a prendere qualcosa che mi manca per cena, o se voglio fare una passeggiata nel parco, lungo il vicino fiume Hudson. Più felicemente radicato a New York di così, non puoi essere.
Eppure, è stato qui che ho riversato i miei dispiaceri riguardo alla città e al globo nel suo insieme, in un’opera intitolata Periphery: A Novel of Rage and Reason. Periphery racconta la storia di Carmine Spostato, un giovane di origine italiana - cioè, me stesso - che, essendo andato all’università prima vicino New York e poi in Europa, ritorna negli Stati Uniti per lavorare e vivere. Vi avverto: è un po’ audace.
Nella prima parte del romanzo, intitolata “Sulla Periferia”, Carmine ottiene un posto alla Periphery University, situata nella parte più miserabile della città. Impara, poco a poco, che il suo scopo è proprio quello che indica il suo nome: essere ai margini, e in definitiva al di fuori del confine stesso dell’educazione, incoraggiando un’ignoranza studiata e testarda piuttosto che una vera conoscenza. Inorridito dalla scoperta, lui e il numero sempre crescente di amici che trascina con sé vanno alla ricerca spirituale e intellettuale del “centro delle cose”.
Insieme, guidati da un più anziano professore di nome Don Primo, che insegna in un’università altrettanto inutile, Carmine & Company trascorrono la successiva sezione del libro, “La diffusione della Periferia”, giungendo alla conclusione che assolutamente ogni altra professione e istituzione, pubblica e privata, soffre della stessa malattia di Carmine. Nessuno che abbia un potere reale su ciò che si presume debba fare - e pretende di fare - effettivamente lo fa, né ha la minima idea di ciò che potrebbe essere.
Infine, la terza parte, “La fuga dalla Periferia”, racconta la decisione di Don Primo di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti per far comprendere al grande pubblico la verità sulla causa dell’afflizione universale scoperta da Carmine e dai suoi amici sotto la sua egida. Questa verità è il fatto che l’intero globo è sotto il dominio dell’anticristiano e, quindi, irrazionale e antiumano naturalismo della “modernità”, dalle cui grinfie - esasperanti, autodistruttive e ovviamente demoniache - tutti devono fuggire al fine di sopravvivere.
La Pasticceria Rocco, dove sto scrivendo questo breve pezzo negli ultimi giorni che precedono il 2023, è in una New York e in un mondo diverso da quello che era nel 1985, quasi 38 anni prima, quando ho finito Periphery. Il crimine contro l’umanità perpetrato negli ultimi anni ha lasciato questa città - come altre negli Stati Uniti e in Europa - spiritualmente, moralmente ed economicamente devastata. La maggior parte delle persone sono diventate più sradicate, atomistiche e decisamente criminali nelle loro abitudini. Anche i titolari dei “punti-simbolo” del mio quartiere, dai napoletani della salumeria di fronte che fa la mia mozzarella fresca ai calabresi della stessa Pasticceria Rocco, sono tentati di andarsene e trasferirsi in Florida. Ciò mi spingerebbe a bere se non fossi già stato spinto lì da molto tempo.
Comunque, quando ripercorro i capitoli del romanzo, è evidente che la differenza rispetto alla realtà è piccola. L’essenza della “Nuova Normalità” del Grande Reset era manifesta nel progetto della “Vecchia Normalità” del 1985, sebbene ora sia stata portata a casa in modo più aperto e più arrogante da una molto più compatta oligarchia dittatoriale, con a sua disposizione strumenti tecnologici incommensurabilmente più efficienti per propagandare e attuare la sua volontà.
Si capisce che è il potere apparentemente irresistibile di quegli strumenti tecnologici a perseguitare maggiormente quelli tra noi che ora sono più colpiti dalla loro mobilitazione. Ma, anche qui, dovremmo ricordare che il loro sfruttamento in nome di un rifiuto gnostico del disegno di Dio, così da costruire una nuova realtà in cui si chiede alla natura di rendere ciò che non può e non deve darci, ha una storia di quattrocento anni. Loro sono semplicemente il compimento finale della combinazione da parte di Francis Bacon (Francesco Bacone, 1561-1626) del metodo scientifico sperimentale con lo spirito magico che afferma che la conoscenza non è intesa per conoscere, amare e servire Dio, bensì per ottenere un potere per creare l’ostinata Nuova Atlantide (1626).
William Blake, il poeta, pittore e incisore dell’inizio del XIX secolo, capì dove tutto questo andasse a parare, e Ragione e Scienza - in Jerusalem, Plate 54 - lo castigarono in modo arrogante per la sua continua fede in un ordine dato da Dio e il suo disgusto oscurantista per ciò che l’ostinato abbraccio del loro messaggio avesse già significato per l’Inghilterra contemporanea:
«Ma lo spettro come una brina e una muffa si levò su Albione, dicendo: “Io sono Dio, o figli degli uomini. Io sono il vostro Potere Razionale! […] Dov’è quell’amico dei peccatori! Quel ribelle contro le mie leggi! Che insegna la fede alle nazioni e una vita eterna sconosciuta. Vieni qui nel deserto e trasforma queste pietre in pane. Vanitoso uomo sciocco! Crederai senza Esperimento?”».
C’è da meravigliarsi se alla vigilia del 2023 - con le “i” digitali punteggiate e le “t” incrociate sugli aspetti tecnologici fin troppo realizzabili del progetto baconiano - il danno che deve infliggere, fisicamente e spiritualmente, nel perseguimento della sua disperata affermazione della volontà umana sul piano di Dio, non potrebbe essere tanto più chiaro? Certamente posso vederlo più chiaramente ogni giorno nello sguardo vuoto dell’uomo senza scarpe con l’ago ipodermico che sta fuori dalla Joe’s Pizzeria, vicino alla mia porta, dalla mattina alla sera; nel tentativo di esseri precedentemente umani di camuffarsi in chissà quanti tipi di generi diversi davanti ai miei occhi in Bleecker Street, sulla strada verso il mio caffè e la mia beatamente immutabile sfogliatella; nell’infinita nuvola di puzza di marijuana che aleggia quasi ovunque nel quartiere e che la polizia ha smesso da tempo di cercare di dissipare. C’è da meravigliarsi che i transumanisti e postumanisti promotori dell’assoluta follia dell’obiettivo - in definitiva gnostico e ispirato alla magia - di Bacon dovrebbero essere ancora più ciechi di rabbia contro coloro che continuano a professare la loro fede rispetto a quanto le voci della pseudo-Ragione e della pseudo-Scienza possano esserlo state ai tempi di Blake? C’è da meravigliarsi che avrebbero cercato di usare ogni strumento a loro disposizione per schiacciarli?
La New York del 1985 non è certo “un paese per vecchi”, ma non lo è più nessun altro luogo. Continuerò a scrivere da Rocco’s. Nonostante le chiacchiere, nessuno qui se ne sta andando e “Navigando verso Bisanzio” in cerca di soccorso. Le vie di fuga dalla Periferia al centro delle cose rimangono esattamente le stesse che erano per Carmine & Company nel 1985 e sono a portata di mano: trasformazione in Cristo e trasformazione del mondo naturale per la maggior gloria del disegno di Dio. Buon anno. E viva Cristo Re!