La nuova definizione di islamofobia è un pericolo
La nuova definizione di islamofobia adottata dai laburisti, dai liberaldemocratici e dal sindaco di Londra, Sadiq Khan, rischia seriamente di indebolire la lotta al fondamentalismo islamico. A dirlo è l’ex capo dell’antiterrorismo, Richard Walton, il quale spiega che identificare l’islam con un gruppo razziale e parlare di “percezione dell’islamismo” renderà più difficile perseguire i predicatori d’odio jihadisti.
Da qualche settimana il partito laburista ha formalmente adottato una nuova definizione di islamofobia, ritenendo questo un passaggio necessario per affrontare il sorgere del razzismo di estrema destra. Secondo quanto riferito dal portavoce del partito al Guardian, il comitato esecutivo nazionale dei laburisti ha adottato la definizione, a scopi operativi, con il supporto del gruppo parlamentare di tutti i partiti dei musulmani britannici “per contribuire a combattere l’islamofobia, costruire una comprensione comune delle sue cause e conseguenze ed esprimere solidarietà alla comunità musulmana”.
La definizione - prodotta dopo una consultazione di sei mesi con accademici, avvocati, funzionari eletti, organizzazioni musulmane, attivisti - recita così: “L’islamofobia è radicata nel razzismo ed è un tipo di razzismo che prende di mira l’espressione dell’islamismo o la percezione dell’islamismo”. Stando ai dati forniti dalla stampa inglese parliamo di 750 organizzazioni musulmane britanniche, 80 accademici e 50 parlamentari che si sono prodigati alla stesura del rapporto e della definizione che, secondo Naz Shah - deputata laburista, ministro ombra per le pari opportunità e le uguaglianze, già sospesa dal suo stesso partito per accuse di antisemitismo -, tutti i partiti politici dovrebbero adottare. “Questo non potrebbe essere più urgente, mentre cresce l’islamofobia nella nostra società e in tutto il mondo, anche il supporto per l’estrema destra e le sue idee estremiste di supremazia bianca stanno crescendo”.
Eppure c'è qualcuno che non riesce a condividere né la nuova definizione d’islamofobia, né le considerazioni avanzate dai vari deputati. Richard Walton, ex capo dell’antiterrorismo a Scotland Yard (2011-2016), ha detto di essere preoccupato “ora che la polizia, i servizi segreti e i ministri potrebbero presto avere le mani legate se il governo sceglie ufficialmente di adottare la definizione di islamofobia imposta dai musulmani britannici”. Walton sostiene che le trame terroristiche avranno maggiore probabilità di successo se la May cederà al ricatto della nuova definizione. Proprio ora che quelli dell’MI5 ritengono la probabilità di un attentato molto alta.
Secondo l’ex capo dell’antiterrorismo, l’Inghilterra è al cospetto di una “definizione profondamente errata che confonde la religione islamica con un gruppo razziale, e che paralizzerà nel tempo la strategia di successo del controterrorismo e le operazioni dell’antiterrorismo del Regno Unito”. Sono due, essenzialmente, i problemi: anzitutto, secondo Walton, si andrebbe incontro a una revisione giudiziaria delle decisioni operative degli agenti di polizia, delle loro controparti in altre agenzie e dei ministri che si occupano di minacce terroristiche. In secondo luogo, ci si troverebbe in una condizione di contraddittorietà rispetto alla legge sui diritti umani del 1998 e al diritto di non essere discriminati dalle autorità pubbliche. Come potrebbe la polizia o chiunque altro essere in grado di smentire l’aver preso di mira un atteggiamento considerato di “percezione dell’islamismo”? La sezione 47A del Terrorism Act (2000) e l’allegato 3 della legge contro il terrorismo e la sicurezza della frontiera (2019) conferiscono alla polizia importanti poteri per fermare e perquisire le persone che viaggiano attraverso i porti e dopo gli incidenti terroristici.
Se il governo accetta la nuova definizione di islamofobia proposta dagli APPGs (All-party parliamentary groups), gruppi parlamentari informali e trasversali ai partiti, tutti questi poteri avranno maggiori probabilità di essere sfidati dagli attivisti che cercheranno di etichettare gli agenti di polizia come “islamofobi” (e, quindi, razzisti). Ci sarebbe probabilmente un aumento dei reclami formali contro gli ufficiali, portando a indagini inutili e sentenze potenzialmente ingiuste.
Il potere, per esempio, di perseguire i predicatori di odio islamici come Anjem Choudary per aver incoraggiato il sostegno allo Stato Islamico verrebbe influenzato negativamente, sostiene Walton. D’altronde gruppi di attivisti musulmani hanno già protestato contro il divieto di operare imposto ad organizzazioni come la al-Muhajiroun (una rete jihadista salafita che opera in Gran Bretagna) che tra i suoi membri di spicco ha proprio Choudary.
Secondo Tom Wilson, uno specialista di sicurezza, “non vi è alcun motivo per pensare che gli estremisti armati con la nuova definizione d’islamofobia non tenteranno di discutere contro la proscrizione di gruppi come l’Isis”. Lord Carlile di Berriew, l’ex revisore della legislazione sul terrorismo, ha dichiarato: “Misure di controterrorismo efficaci e accettate corrono il rischio di essere dichiarate illegali”.
I laburisti, i liberaldemocratici e il musulmano Sadiq Khan, sindaco di Londra, hanno già adottato la definizione. In particolare Khan ha sollecitato i ministri a mostrare il “loro impegno a combattere i reati di odio e la diffusione della messaggistica di estrema destra, anche aderendo alla formulazione della nuova definizione d’islamofobia”. L’annuncio del sindaco di Londra è arrivato dopo aver tenuto una conferenza sulla sicurezza al City Hall davanti a leader islamici. E ha dichiarato: “L’islamofobia non ha posto nella nostra società. È una vile macchia sulla nostra coscienza collettiva ed è essenziale che facciamo tutto il possibile per stare insieme contro coloro che cercano di dividere le nostre comunità”.