La disposizione dei santi nella Candida Rosa
Proseguiamo il nostro viaggio nella Divina Commedia, con Dante che ha la possibilità di vedere in volto i santi disposti nella Candida Rosa. A guidarlo è san Bernardo.
«Che cos’è la perfezione di fronte alla santità? […]. E la santità se non la sete di tutto? […] Tutto l’orgoglio è di pretendere di essere perfetto e non di volere essere santo» scrive Gilbert Cesbron (Parigi 1913-1979) in È mezzanotte, dottor Schweitzer. Per questo Charles Moeller annota riguardo ai santi: «Una sola cosa supera l’opera di Dante [cioè la Divina Commedia], la santità vissuta su questa terra. Allora il Paradiso celeste si incarna fin da quaggiù. Il suo candore squarcia un poco le nebbie della nostra valle. Cantare non è nulla, vivere è meglio».
Per questa ragione la pedagogia della Chiesa insiste da sempre sul volto dei santi, ce li sottopone quotidianamente all’attenzione, come già la Didachè nei primi secoli ricorda: «Guardate ogni giorno il volto dei santi, traete conforto dai loro discorsi».
Dante ha la possibilità di vedere in volto i santi disposti nella Candida Rosa. Su invito di san Bernardo, il poeta alza gli occhi. I santi appaiono finalmente con la loro immagine fisica, fulgidi e splendenti per la purezza che li contraddistingue, seduti su troni. Al centro e nel punto più alto dell’anfiteatro siede come in trono la Madonna, colei che ha cooperato in modo sommo alla Redenzione. La bellezza della Madonna è «letizia/ […] ne li occhi a tutti li altri santi», cioè si riflette come letizia negli occhi dei beati.
In qualità di maestro, san Bernardo presenta la disposizione dei santi nella Candida Rosa. La affrontiamo nell’odierna puntata.