Israele si prepara all'attacco iraniano. Mosca sostiene Teheran
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Stato di massima allerta in Israele, mentre gli Hezbollah lanciano un primo limitato attacco, con droni, contro il nord di Israele. Ma quel che si teme è l'ormai inevitabile attacco iraniano, la risposta all'uccisione di Haniyeh (ora sostituito da Sinwar a capo di Hamas). La Russia entra in gioco, fornendo appoggio all'Iran ma invitandolo alla moderazione.
Israele è in massima allerta. Ad Haifa e Tel Aviv le strade e le spiagge sono deserte. Anche i ristoranti sono semivuoti. La paura è palpabile e l'attesa snervante, ma gli israeliani fanno di tutto per dimostrare di vivere in un paese dove lo Stato farà di tutto per difendere i suoi cittadini. Tutti sono in attesa dell'attacco che potrebbe vedere Iran, Hezbollah e Houti unirsi per mettere in ginocchio lo Stato ebraico. Al confine tra Israele e Libano, i boschi e i campi coltivati bruciano da mesi, per la caduta di missili e droni lanciati dai miliziani sciiti che in Libano rappresentano un vero e proprio Stato nello Stato.
Sono sette gli israeliani rimasti feriti in un attacco di droni sferrato dagli Hezbollah nel nord di Israele, la maggior parte dei quali intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome, mentre gli altri hanno colpito la zona di Nahariya. “Shahed 136” (letteralmente "testimone") è il “drone suicida” progettato dall'azienda aeronautica iraniana Shahed, costruito in Iran, ed utilizzato anche dalla Russia in Ucraina. L'attacco è da ritenersi, non una rappresaglia per l'uccisione da parte di Israele del comandante di Hezbollah, Fuad Shukr, a Beirut la scorsa settimana, ma un ennesimo messaggio ad Israele di cessare il fuoco a Gaza. Dopo alcune ore dall’evento, l'Idf ha dichiarato che l'uomo, rimasto gravemente ferito lungo l'autostrada Route 4, nei pressi di Nahariya, è stato colpito da un intercettore Iron Dome malfunzionante che si è schiantato al suolo. Insomma, fuoco amico. L'attacco di ieri è avvenuto poco dopo che l’Idf, le forze di difesa israeliane, aveva effettuato un attacco aereo a Maifadoun, nel Libano meridionale, prendendo di mira quello che secondo le stesse autorità israeliane era un edificio utilizzato da Hezbollah. Secondo fonti della sicurezza libanese nell'attacco sono rimasti uccisi quattro membri dell’organizzazione sciita.
Il capo del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Sergei Shoigu, ex ministro della Difesa, si è recato a Teheran per colloqui con le autorità iraniane, all’ordine del giorno il possibile attacco ad Israele e i rischi di un allargamento del conflitto, che rafforzerà l’alleanza tra Russia e Iran con il benestare della Cina. Shoigu ha consegnato anche un messaggio del presidente Vladimir Putin destinato alla Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, nel quale si chiede una risposta moderata alla presunta uccisione del leader di Hamas da parte di Israele, sconsigliando di attaccare i civili. Il nuovo presidente iraniano, Massoud Pezeshkian, da parte sua, ha sottolineato che l’Iran non intende espandere la guerra e la crisi nella regione, "ma il regime sionista" non potrà non ricevere "una risposta per i suoi crimini e la sua arroganza". «Abbiamo il diritto indiscutibile di difendere la sicurezza nazionale, la sovranità e l'integrità territoriale della nostra terra», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani. Secondo fonti dei servizi americani l'Iran avrebbe già ricevuto sistemi di difesa aerea e radar sofisticati, missili, equipaggiamenti antiaerei, materiale per guerra elettronica.
Anche la Cisgiordania non sta a guardare. Per consolidare un legame sempre più stretto con la Russia, il presidente palestinese Abu Mazen sarà a Mosca a metà agosto per colloqui sul processo di pace in Medio Oriente. «Putin ha la nostra fiducia», ha dichiarato Abu Mazen.
Intanto Teheran ha chiesto e ottenuto una riunione dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica che si terrà oggi a Gedda, in Arabia Saudita, per discutere «i continui crimini dell'occupazione israeliana contro il popolo palestinese, tra cui l'assassinio di Ismail Haniyeh e le aggressioni contro la sovranità della Repubblica Islamica dell'Iran». Come risposta a questa iniziativa, Israele, per dimostrare che è pronto a qualsiasi scenario di guerra, ha inviato i propri aerei a sorvolare Beirut, a bassa quota, nel momento in cui parlava il leader del movimento libanese degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, che ha sottolineato che l'attesa fa parte della punizione. Mentre prosegue la consultazione all'interno del gruppo Hamas per individuare il sostituto di Ismail Haniyeh, un leader del gruppo, Izzat al-Rishq, ha smentito che il movimento fondamentalista palestinese abbia scelto Mohammed Ismail Darwish come successore. «Il movimento annuncerà i risultati delle sue consultazioni una volta terminate», ha precisato al-Rishq. La precisazione giunge dopo che era stata diffusa la notizia che il gruppo avrebbe scelto Mohammed Ismail Darwish (Abu Omar Hassan) come leader ad interim dell'ufficio politico di Hamas.
E l'annuncio del nuovo leader è giunto ieri a tarda sera: Yahya Sinwar, è il nuovo capo dell'ufficio politico, in sostituzione di Ismail Haniyeh. Sinwar rappresenta l'ala più dura ed è considerato la "mente" degli attacchi del 7 ottobre.
Nel frattempo, il clima in Israele e in Cisgiordania diventa sempre più teso. Un'agente della polizia israeliana è stata accoltellata ieri, ad un posto di blocco, vicino a Gerusalemme. L'aggressore è stato immediatamente freddato. A Jenin tre giovani palestinesi sono rimasti uccisi da un drone israeliano che ha centrato una moto con a bordo due uomini armati che sparavano contro le forze di sicurezza, mentre in un secondo raid è stata colpita una "cellula" che aveva aperto il fuoco contro i soldati a Jenin. Altri due diciannovenni palestinesi sono morti e sette sono rimasti feriti ad Aqaba, a nord di Tubas, e un quattordicenne è rimasto ucciso sempre a Tubas.