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MAMDANI E FATEH

Islamo-comunismo, anche negli Usa è possibile

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Due candidati sindaco per il Partito Democratico, Zohran Mamdani a New York e Omar Fateh a Minneapolis, sono musulmani e hanno programmi di estrema sinistra. Come l'estrema sinistra in Europa occidentale, insomma. 

Editoriali 25_07_2025
Minneapolis, un discorso di Omar Fateh (La Presse)

“Qui non è possibile” era il titolo di un celebre romanzo di fanta-politica di Sinclair Lewis, pubblicato nel 1935. Si riferiva alla dittatura da cui gli Usa si ritenevano immuni, mentre stava diventando, fra le due guerre mondiali, la forma di governo dominante in Europa. Sinclair Lewis lo scrisse per avvertire gli americani: può succedere. Perché i semi ideologici della dittatura di allora erano già stati gettati anche negli Usa. La storia dimostrerà, comunque, che gli americani seppero resistere alla tentazione. Ma oggi? Se la quasi totalità dei media è concentrata sulla radicalizzazione della destra (un fenomeno che esiste, purtroppo, come testimonia anche un conservatore doc quale Rod Dreher), molte meno testate si accorgono che gli Usa stanno importando un altro prodotto ormai diffuso nell’Europa occidentale: l’islamo-comunismo.

Gli Usa sembravano completamente immuni dallo stesso tipo di movimento estremista di sinistra che sta crescendo nel Regno Unito (con il nuovo partito di Jeremy Corbyn) e in Francia (con la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon), perché non hanno lo stesso tipo di società multi-etnica, non hanno grandi comunità di immigrati musulmani, non hanno un passato imperiale in territori islamici. Eppure, grazie alle università, alla mobilitazione permanente per Gaza e sicuramente a molti fondi dal Qatar e altri sponsor islamici (che finanziano le università e ne condizionano i programmi), a New York si è candidato, per i Democratici, Zohran Mamdani. Musulmano, nato in Uganda, la madre è la celebre regista indiana Mira Nair, il padre, Mahmood Mamdani è un professore marxista della Columbia University, specializzato in studi post-coloniali e politiche africane, dunque l’epicentro dell’accademia woke.

Mamdani si è fatto le ossa, non come politico locale, ma come attivista per i diritti abitativi (come Ilaria Salis, in Italia). Si presenta come un candidato con un programma di sinistra, come il canone d’affitto bloccato, più case popolari a canone politico, mezzi pubblici gratis per tutti, rivoluzione Green, asili gratis per tutte le famiglie, aborto incentivato, prostituzione libera, più tasse ai “ricchi bianchi”. Specificando “bianchi”, aggiungendo una nota razzista alla lotta di classe.

La giornalista Olivia Reingold, di The Free Press, ha analizzato 16mila suoi tweet e ha scoperto che, quando non era ancora candidato era ancora più comunista rispetto al suo programma. Per fare qualche esempio: chiede la fine del libero mercato, il taglio dei fondi alla polizia e lo smantellamento del sistema carcerario, che descrive come uno “Stato carcerario”. È un sostenitore dell'attivista anti-Israele Linda Sarsour e si è rifiutato di condannare Hamas per il pogrom del 7 ottobre 2023. In patria, definisce i poliziotti “haram” (termine arabo che significa “proibito” nella legge islamica). In un tweet del 2020, fotografa poco elegantemente il suo dito medio rivolto alla statua di Cristoforo Colombo, bestia nera del movimento woke. Non celebra il Columbus Day, dunque, ma solo la giornata dei nativi.

Mamdani, il primo candidato della generazione Millennial a sindaco di New York, non è un caso unico. Non si tratta di un momento di impazzimento generazionale, di un fenomeno limitato alla città con la mentalità più europea d’America e neppure di un candidato non rappresentativo della maggioranza dei Democratici, come pensano l’ex governatore Andrew Cuomo e il sindaco uscente Eric Adams che, per questo, si candidano come indipendenti alle prossime elezioni. C’è già un altro “caso Mamdani” anche nel MidWest: a Minneapolis, città di partenza del movimento Black Lives Matter, il Partito Democratico ha dato il suo endorsement al senatore del Minnesota Omar Fateh, quasi coetaneo di Mamdani, anch’egli musulmano, immigrato di seconda generazione con genitori somali.

Fateh, propone, per Minneapolis, un programma che è praticamente la fotocopia di quello di Mamdani a New York: servizi gratis per tutti (scuole, asili, trasporti), edilizia popolare, più sostegno agli immigrati e più tasse per i “ricchi bianchi”. Fateh, in questo, supera in radicalismo Mamdani e nel 2023, in un infiammato intervento nel Senato del Minnesota, durante una sessione in cui si parlava di leggi anti-terrorismo, aveva dichiarato che la peggiore minaccia per gli Usa provenisse dai razzisti bianchi. «I terroristi - aveva detto in quella occasione - somigliano ai senatori che occupano le prime file» e aveva indicato il gruppo dei senatori repubblicani.