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91 anni

Il ministero del card. Zen nelle carceri di Hong Kong

Il porporato cinese ha ottenuto un visto per partecipare ai funerali di Benedetto XVI ed è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco, cui ha raccontato del proprio apostolato tra i detenuti. Un servizio che svolge da 20 anni e che porta avanti con fermezza, malgrado l'età e il processo che lo vede come imputato.

Ecclesia 12_01_2023

Il 13 gennaio 2023 il vescovo emerito di Hong Kong, cardinale Joseph Zen, compie 91 anni. Quello passato è stato senz’altro un anno complicato per il prelato cinese, un anno che ha visto il suo arresto ed un processo per la mancata registrazione di una società fondata allo scopo di soccorrere coloro che erano stati arrestati durante le proteste per avere riforme democratiche e per le loro famiglie. Il cardinale e i co-imputati sono stati condannati a pagare una multa, ma l’odissea giudiziaria non è terminata qui, perché un altro processo li attende, molto più impegnativo, perché l’accusa sarebbe quella di collusione con forze straniere.

Recentemente il cardinale è tornato alla ribalta mediatica, suo malgrado, per il permesso di 5 giorni concessogli dalla corte di Hong Kong per vistare Roma in occasione dei funerali di Benedetto XVI, un Papa a cui era profondamente legato. Lo aveva promesso, avrebbe visitato Roma ancora una volta solo in occasione della dipartita del Papa emerito, a cui era molto legato. Nell’occasione di questa visita il cardinale è stato ricevuto da papa Francesco il giorno 6 gennaio, facendo dire ad alcuni commentatori che questo è stato il primo miracolo di Benedetto XVI. In realtà questo conferma che i rapporti fra il cardinale e il pontefice sono umanamente cordiali e che il Papa, in qualche modo, apprezza l’opera del cardinale Zen.

In effetti c’è solo da essere ammirati pensando al servizio presso i carcerati che il cardinale compie da quasi 20 anni e a cui, ancora oggi e malgrado i disagi dell’età avanzata, non vuole rinunciare. Infatti egli tiene tantissimo a visitare quelli che lui definisce come amici, a portare conforto a coloro che, in alcuni casi, hanno fatto degli errori e ora stanno espiando la loro colpa. Non ha detto Gesù: ero prigioniero e mi avete visitato? Visitare i carcerati è una delle opere di misericordia spirituale. Non si può che pensare che papa Francesco abbia lodato questo impegno del cardinale Zen, lo stesso Papa che nel 2016 diceva: «Visitare le persone in carcere è un’opera di misericordia che soprattutto oggi assume un valore particolare per le diverse forme di giustizialismo a cui siamo sottoposti».

Certamente il Papa avrà mostrato la sua sollecitudine pastorale per coloro che si trovano in carcere in Hong Kong, a volte dovendo attendere il giudizio per lunghi mesi. Il cardinale, ora che si muove con un sostegno per camminare, certamente fa molta più fatica per tenere fede a questo suo impegno, ma certo non demorde. Non sarebbe nel suo carattere, un carattere che persegue quello che ritiene giusto con profonda determinazione, anche a costo di sofferenze personali. Il cardinale è un prodotto dei grandi missionari che lo hanno formato e degli ecclesiastici cinesi che sono stati per lui un modello di fortezza nella fede.

Non si può non pensare guardando a lui, alla bella antifona messa in musica anche da Tomas Luis de Victoria: «Estote fortes in bello, et pugnate cum antiquo serpente, et accipietis regnum aeternum». Siate forti in guerra e lottate contro l'antico serpente. E riceverete il regno eterno. Don Luciano Micheli nel suo blog scrive: «La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino la morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni. Dà il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per difendere una giusta causa». Preghiamo Dio perché conservi questo devoto ed indomito figlio della Chiesa e che lo renda forte nell’ora della prova.