Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Teofilo di Antiochia a cura di Ermes Dovico
FILANTROPIA POLITICA

I soldi di Soros alla Bonino, una manipolazione europea

Come ha rivelato Carlo Calenda a Vespa, il partito +Europa di Emma Bonino ha ricevuto un milione e mezzo da Soros. Della Vedova, smentendo, di fatto lo conferma. Non ci sarebbe nulla di strano se non che queste manovre avvengono in tutta Europa e stanno condizionando le nostre democrazie. 

Politica 02_11_2022
George Soros

Cosa ci sarebbe di strano se Soros avesse sovvenzionato il partito di Emma Bonino, per lunghi anni unica europea a sedere nel ‘board’ della Open Society Foundation? Nulla, Emma Bonino e George Soros non si conoscono da pochi mesi, si frequentano amichevolmente e condividono ideali e battaglie ‘civili’ da lunghi anni. L’espulsione della Bonino dal Partito radicale, voluta da Marco Pannella nel lontano 2015, non era forse dovuta alla scelta della Emma nazionale di rompere con il partito ed invece riferirsi solo al “jet set” internazionale? Eppure fa scalpore che, come pare abbia detto Carlo Calenda a Bruno Vespa, George Soros “ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista».

Questa sarebbe una delle ragioni della rottura della federazione tra Azione e +Europa, e successivamente dell’accordo elettorale con il PD dell’agosto scorso. E’ bene ricordare subito che il Segretario nazionale di +Europa, quel  Benedetto della Vedova, parlamentare  del centrodestra passato poi con Mario Monti e Sottosegretario agli Esteri dal 2014 sino all'entrata in carica del Governo Meloni, non ha per nulla smentito l’influenza finanziaria di Soros. Dapprima, allo stesso Bruno Vespa, avrebbe detto che “+Europa non ha ricevuto contributi da Soros, che altrimenti sarebbero già pubblicati”. Successivamente, Della Vedova avrà verificato la plausibilità dellle affermazioni di Calenda ed infatti, con una nota scritta, ha precisato che “alcuni candidati di +Europa hanno ricevuto un contributo diretto da parte di Soros per le spese della campagna elettorale... Il filantropo di origini ungheresi da tempo condivide e sostiene i nostri valori europeisti...Siamo orgogliosi che alcuni nostri candidati abbiano chiesto e ricevuto il suo sostegno, certamente disinteressato. Naturalmente i contributi verranno presto resi pubblici nei termini di legge insieme ai rendiconti elettorali”.

Un appunto, a futura memoria: perché si è voluto precisare che è stato un “sostegno disinteressato”, dopo che si è detto che Soros (presumibilmente con sostegno diretto e/o per interposta associazione o fondazione benevolente) “sostiene... da tempo i valori europeisti” del partito? C’è forse qualcuno che può immaginare che Soros e la sua Open Society (e rete di organizzazioni ad essa legata) sia interessato a condizionare la politica nazionale italiana o di un qualunque altro paese europeo? Della Vedova non aveva bisogno di giustificarsi, nessuno si è preoccupato dell'incontro (i cui contenuti sono rimasti assolutamente riservati) tra il filantropo e speculatore di origine ungherese e l’allora Primo Ministro Matteo Renzi nel 2014 e 2015 e, successivamente Paolo Gentiloni nel maggio 2017, nel pieno della ondata di invasione migratoria che assaliva le coste italiane.

E’ ovvio che tutto ciò che ha donato George Soros, direttamente o per interposta associazione o fondazione filantropica, ai candidati di +Europa o ad alcuni candidati del Partito Democratico (a partire da Elly Schlein), è stato generosamente elargito senza alcun ‘doppio fine’ e solo allo scopo di sostenere ideali, valori e determinazioni in linea con una condivisa interpretazione dello ‘Stato di diritto’, ‘Democrazia’, ‘Libertà e Società aperta’. Siamo rimasti in pochi, troppo pochi, a credere che ciò che era emerso con la pubblicazione dei #SorosLeaks nel 2016 e che descriveva l’inquietante e penetrante attività di lobbying sistematica di Soros&Co. a tutti i livelli di moltissimi Paesi ed istituzioni internazionali, incluso il Parlamento europeo ed i suoi membri, fosse preoccupante.

Forse ci sbagliamo nel ritenere necessario ed urgente un'indagine politica seria, in Italia ed in Europa, su quanto questi magnati filantropici stiano in realtà condizionando la politica e le sue decisioni, in aperta violazione proprio dello ‘Stato di diritto’, della ‘Democrazia’ e dei ‘diritti umani’. Più volte abbiamo dovuto prendere a malincuore atto delle frequentazioni continue e convincenti tra ‘esperti’ della Open Society e Commissari in carica dell'Unione Europea, più volte abbiamo fatto notare su La Bussola, come ai proclami annuali fatti da Davos da George Soros, seguissero misure prese dalla Commissione europea corrispondenti alle indicazioni gratuite e disinteressate del magnifico magnate.

Ora, apprezzando al totale buona fede dei protagonisti della vicenda politica italiana, ci sovviene una preoccupazione. Non vuoi mica che dopo la vittoria inattesa del centro destra in Svezia (dove purtroppo il Soros è riuscito a piazzare un suo allievo come Ministro degli esteri) e quella in Italia, ora il globalismo filantropico liberal voglia colonizzare tutta l’Europa, a partire dall’Est? Ebbene, nei giorni scorsi è emerso che l’attuale Governo dei Democratici USA si sia unito alla Open Society Foundations e alla Rockefeller Foundation, Google e Facebook ed altri, per costruire una nuova organizzazione mass-mediatica indipendente (chiamata ‘Internews’ in Ungheria), per difendere i valori liberali, la democrazia e l’indipendenza della informazione. Non c’è nulla da scherzare, il network di informazione mass mediatico sarà attivo in Ungheria, Polonia, Romania, paesi europei con fortissime radici ed identità cristiane. A pensar male si farà pure peccato ma... non varrebbe la pena, a Roma come a Bruxelles e Strasburgo e adottare una soluzione chiara? Divieto assoluto di finanziamenti e collaborazioni con magnati esteri (diretti o indiretti), oppure completa e fruibile trasparenza. L’urgenza di trasparenza è massima, sempre che si voglia salvaguardare un minimo di democrazia.