Glastonbury, dove si formano le sacerdotesse della Pachamama
Su Internet è facile imbattersi in preghiere alla Madre Terra, compresa una che scimmiotta e offende il Padre Nostro, attribuita all’argentina Sandra Ramón, che si definisce «sacerdotessa di Avalon». Luogo che, secondo la leggenda, corrisponderebbe alla città inglese di Glastonbury, culla del cristianesimo britannico e trasformatasi nei secoli in centro di propagazione di studi di genere, magia e culti pagani, incluso quello alla Pachamama.
- GLI IDOLI E L'INSEGNAMENTO DEL NABUCCO, di Massimo Scapin
Nelle ultime settimane si è molto discusso a proposito della cosiddetta “Pachamama”, la “Madre Terra”, venerata e adorata dai popoli dell’Amazzonia. Si è discusso se le immagini di legno raffiguranti una donna gravida, portate a Roma in occasione del Sinodo sull’Amazzonia da una delegazione indigena, rappresentino la stessa “Pachamama”, la vita, la maternità o - addirittura - la Vergine Maria raffigurata coi tratti somatici e coi costumi tipici di una donna india.
Le discussioni (a suon di articoli e di proclami ufficiali non sempre allineati, spesso contraddittori) si sono accese dopo il controverso episodio del “ratto delle pachamamas” condannato fermamente da papa Francesco che ha chiesto perdono a chi si fosse sentito offeso dall’oltraggio inflitto alle statue amazzoniche. A difesa della tradizione e della venerazione della Madre Tierra, sono intervenuti giornalisti e teologi, alcuni chiamando in causa (a sproposito) il santo inglese John Henry Newman, altri parlando di inculturazione di simboli pagani e ricollegandosi agli albori del cristianesimo o alle esperienze dei primi missionari in terre asiatiche o africane.
Forse sarebbe stato necessario (e auspicabile nel contesto di un “mese missionario” passato completamente in sordina a causa del Sinodo sull’Amazzonia) approfondire le radici di un culto locale che facilmente sfocia in espressioni e credenze in netto contrasto con la fede cristiana. Un processo di inculturazione della fede in terra di missione (nello specifico in terra sudamericana) può forse esimersi dal compito di correggere le storture presenti nei culti locali per puro rispetto umano, per paura di ferire i sentimenti dei nativi o di apparire eccessivamente “impositivo” nell’annuncio del Vangelo e nella proposta della fede cristiana?
Girando su Internet è facile imbattersi in immagini, preghiere e rituali alla Madre Terra che difficilmente potrebbero venir accolte dalla fede cristiana senza le dovute precisazioni o correzioni. In questo senso sono molti i testi (destinati alla preghiera personale o alle cerimonie comuni del mese di agosto, “mese della Pachamama”) che presentano non poche difficoltà per i credenti cristiani.
Basti vedere la preghiera alla Pachamama composta da una nota sciamana (strega, maga… a seconda di come si definisce o viene definita), di cui è molto facile reperire materiale e informazioni su Internet. In questa preghiera (una libera interpretazione, per non dire un plagio, del Padre Nostro) la Pachamama è adorata come una divinità, una “dea”, che ha creato il mondo e che se ne prende cura; padrona del mondo, guida per gli uomini, questa dea ascolta le preghiere e… perdona e assolve chi sbaglia.
La preghiera, oltre che offensiva nei confronti della più importante preghiera cristiana, l’unica insegnata da Gesù nella sua vita pubblica, è in netto ed evidente contrasto con l’insegnamento biblico e teologico, in contrasto con la Genesi e con l’idea di Dio trasmessa dallo stesso Gesù Cristo, dagli Apostoli e in duemila anni di Chiesa Cattolica. Ecco il testo tradotto in italiano (maiuscole come nell’originale):
Madre Nostra che sei nella Terra
sulla quale viviamo e ci muoviamo e otteniamo il nostro Essere.
Siano lodati i tuoi Mille Nomi Sacri
Te onoriamo e te serviamo
impegnandoci nuovamente ad essere Guardiani della tua Natura
amando e conservando tutto quello che Tu hai creato.
Dacci oggi come sempre i frutti della tua generosità.
Perdona le nostre colpe
come noi perdoniamo agli altri
e a noi stessi per i nostri errori.
Guidaci nel nostro Viaggio attraverso la Vita
su questo tuo bel pianeta.
Proteggici da ogni male e pericolo.
Perché questo è il tuo mondo.
Riflesso della tua Bellezza e Abbondanza.
Nei Secoli dei Secoli.
Benedicici, Santa Madre e sii Benedetta
Per tutta l’Eternità
La preghiera viene attribuita all’argentina Sandra Román che si definisce «sacerdotessa di Avalon, scrittrice, ricercatrice, artista, istruttrice di kundalini e yoga, addestratrice, lettrice di tarocchi e terapista di vite passate… una donna rinascimentale!».
Autrice di numerosi libri (come “Dee e sciamane”, “I rituali della dea: altari, incantesimi e meditazioni”, “Da Avalon alla croce del sud”, “Dee nella tua vita quotidiana”, “La benedizione del Graal”) e di carte-tarocchi (dove si trova anche la carta di “Pachamama, Nostra Madre Terra” e quella di Maria Maddalena “sacerdotessa della grande Dea”), Sandra Román è molto attiva sui social dove conduce numerose sessioni di addestramento, conferenze, corsi e seminari a distanza, per formare nuove sacerdotesse o semplicemente per condurre le persone all’equilibrio spirituale e a camminare “sulla via delle dee”.
Sandra Román è stata formata e iniziata come “sacerdotessa di Avalon” a Glastonbury, in Inghilterra, “durante l’Equinozio di Autunno del 2000”. Gli amanti del genere fantasy e i cultori del mondo della magia considerano Avalon un’isola leggendaria (chiamata anche “Isola delle mele”) ormai scomparsa. Si dice che l’isola sorgesse nei pressi dell’attuale città di Glastonbury. Proprio questa città (situata a 45 km a sud di Bristol) è considerata la culla del cristianesimo britannico; a Glastonbury sorgeva una maestosa abbazia medievale la cui costruzione risale all’VIII secolo dopo Cristo. Secondo la tradizione fu costruita sul luogo dove lo stesso Giuseppe d’Arimatea fondò la prima chiesa in terra britannica nel I secolo d.C. Colpita da un incendio nel 1184 e ricostruita e riconsacrata dai benedettini, la celebre abbazia (che secondo la leggenda ospitava le spoglie del Re Artù e di sua moglie) venne definitivamente distrutta nel 1539 dalla furia iconoclasta del re Tudor, Enrico VIII, autoproclamatosi capo supremo della chiesa inglese col suo Atto di Supremazia che separò l’Inghilterra da Roma e costò la vita al vescovo John Fisher, a Tommaso Moro e molti altri cristiani fedeli alla tradizione e al papa. Si legge nel sito dell’abbazia:
Nel 1536, in Gran Bretagna, durante il 27 ° anno del regno di Enrico VIII c'erano oltre 800 monasteri e conventi. Nel 1541 non ce n'era neanche uno. Più di 10.000 monaci e monache furono dispersi e gli edifici sequestrati dalla Corona per venire venduti o affittati a nuovi occupanti laici. L'abbazia di Glastonbury fu una delle principali vittime di questa azione da parte del re, durante lo sconvolgimento sociale e religioso noto come Dissoluzione dei monasteri.
Oggi Glastonbury, da centro spirituale del cristianesimo inglese e scenario della più furente persecuzione e del martirio di molti cristiani, è diventato luogo di culto pagano alle “dee” di Avalon, sede di scuole di magia dove vengono addestrate e “consacrate” sacerdotesse come l’argentina Sandra Román che oggi da Buenos Aires proclama il suo credo nella Dea Madre, creatrice e padrona del mondo, che identifica con la Pachamama. Avalon è oggi un vivace centro di spiritualità pagana, dove magia bianca e magia nera si mescolano e dove numerosi sciamani, maghi e aspiranti tali si riuniscono per partecipare a corsi di formazioni, riti iniziatici e atti di culto a divinità femminili.
Ad Avalon/Glastonbury si è formata anche l’italiana Anna Bordin, anche lei “Sacerdotessa della Dea e di Avalon”, fondatrice del Cerchio Italiano di Avalon e presidentessa in carica dell’Unione Comunità Neopagane. A Glastonbury hanno studiato molte donne che guidano l’associazione “Il tempio della Dea”, con diverse sedi nel territorio italiano: tra i loro scopi ci sono: la decostruzione della società patriarcale, il ritorno a una società che promuove una tradizione matricentrica e il culto femminile, incentivare gli studi di genere, approfondire la conoscenza delle culture indigene, la difesa e il rispetto dell’ambiente e degli animali come beni appartenenti alla Dea.
Se è certamente curioso che nel luogo più sacro dell’Inghilterra cristiana sorga oggi un centro internazionale di culto a divinità pagane e in particolare alla cosiddetta “Dea Avalon” (ma sappiamo che il demonio scimmiotta Dio e gioca a capovolgere tutto ciò che è “dritto”) è altrettanto curioso che in questa scuola si addestrino e si consacrino delle donne al ruolo di sacerdotesse e che queste sacerdotesse sentano il dovere di diffondere nel mondo il culto alla Dea Madre, che tutto ha creato e che tutto governa, la Madre Terra, altrimenti conosciuta come “Pachamama”.
È lecito domandarsi se si tratta proprio della stessa Pachamama portata trionfalmente a Roma e introdotta nei Giardini Vaticani e nella Basilica di San Pietro, centro spirituale del cristianesimo, in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, mentre sono in tanti a parlare della Madre Terra come una realtà spirituale degna di onore e di rispetto e – allo stesso tempo – a chiedere ministeri ordinati per donne anche nella Chiesa Cattolica.
Pachamama, Madre Terra, sacerdotesse, sacro rispetto per la natura… tutti temi sui quali si è molto discusso in queste ultime settimane anche in campo cattolico. Da parte della Chiesa (che è Mater et Magistra), distinguere, chiarire, spiegare, sono atti di carità sia nei confronti di chi – anche fosse di buona volontà – per ignoranza segue un percorso spirituale lontano dalla Verità rivelata, sia nei confronti di chi – da parte cattolica – assiste, senza comprenderne il significato e non senza scandalo, a prostrazioni, incensazioni e processioni (partecipate anche da religiosi, sacerdoti e vescovi) in onore di una figura femminile da molti considerata una dea creatrice e provvidente che nulla ha da spartire con la fede in Nostro Signore Gesù Cristo.