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TESTIMONE DI CRISTO

Tommaso Moro, la vera coscienza è l’ascolto di Dio

La coscienza non equivale alle convinzioni del proprio io ma è prima di tutto un luogo di ascolto. «Per Tommaso Moro questo ascolto ha significato sacrificare il suo io, la sua posizione di potere, la sua stessa vita e, direi anche, la sua famiglia, per essere fedele alla verità che Dio gli ha manifestato». Così il cardinale Robert Sarah nella prefazione del libro "Tommaso Moro. La luce della coscienza"

Editoriali 05_07_2019

Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo la prefazione del cardinale Robert Sarah al libro Tommaso Moro. La luce della coscienza (Studium, 2019), scritto da Miguel Cuartero Samperi, con postfazione di Elisabetta Sala.


Ringrazio l’autore per avermi gentilmente inviato il volume Tommaso Moro. La luce della coscienza, che sarà prossimamente pubblicato con la prestigiosa casa editrice Studium. Nel presentare questo saggio, desidero felicitarmi per questa sua scelta. In primo luogo la scelta di studiare la figura di un cristiano laico, che nel suo tempo ha rivestito incarichi di altissima responsabilità e che li ha vissuti alla luce della sua fede in Cristo e nella Chiesa.

L’esempio di Tommaso Moro ci suggerisce che nessun ambiente è precluso alla testimonianza di Cristo, ma che anzi attraverso la fede siamo chiamati a trasformare il mondo. E anche la politica è un luogo privilegiato per questa testimonianza.

Mi piace ricordare a questo proposito il Concilio Vaticano II, che tanta enfasi ha posto sul ruolo dei laici che nel mondo possono essere testimoni di Cristo. Tommaso Moro ne è stato un grande esempio per molti altri nel corso della storia della Chiesa. Inutile ribadire che questo compito peculiarmente laicale deve trovare anche oggi adeguata espressione. La Chiesa non può svolgere pienamente la sua missione, che è anche quella di illuminare il mondo attraverso la fede, senza il contributo essenziale di laici debitamente formati e motivati.

Un secondo aspetto che vorrei evidenziare è la scelta del tema della coscienza. Troppo spesso una mentalità individualistica spinge a pensare che la coscienza si identifica con le convinzioni dell’io. Troppo poco ricordiamo che la coscienza è prima di tutto un luogo di ascolto. Possiamo così dire che la coscienza è prima di tutto un luogo di ascolto. Per Tommaso Moro questo ascolto ha significato sacrificare il suo io, la sua posizione di potere, la sua stessa vita e, direi anche, la sua famiglia, per essere fedele alla verità che Dio gli ha manifestato. La radice del suo martirio è la fedeltà alla coscienza nella quale ha riconosciuto la voce di Dio. Per questo è santo.

San Tommaso Moro è un meraviglioso dono della Provvidenza ai responsabili politici e all’intera umanità. Egli è come un richiamo costante per ogni uomo degno di questo nome a rimanere vero, onesto, fedele a Dio e al discernimento intimo della propria coscienza. È ciò che san Giovanni Paolo II ha voluto ricordare al mondo quando, parlando di san Tommaso Moro ha dichiarato: «Dalla vita e dal martirio di san Tommaso Moro scaturisce un messaggio che attraversa i secoli e parla agli uomini di tutti i tempi della dignità inalienabile della coscienza, nella quale, come ricorda il Concilio Vaticano II, risiede “il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nella sua intimità” (Gaudium et Spes, 16). Quando l’uomo e la donna ascoltano il richiamo della verità, allora la coscienza orienta con sicurezza i loro atti verso il bene. Proprio per la testimonianza, resa fino all’effusione del sangue, del primato della verità sul potere, san Tommaso Moro è venerato quale esempio imperituro di coerenza morale».

La coscienza non è semplicemente il sentimento individuale immediato, ma piuttosto la determinazione intima e forte alla quale non possiamo pervenire se non grazie a un lungo lavoro di preghiera, di approfondimento, di riflessione e di ricerca interiore. Martire della coscienza, Tommaso Moro manifesta in modo particolarmente adatto alla nostra epoca, così restia ad ogni conformismo, il senso della giustezza e della fecondità politica, il senso della Tradizione, dei costumi e della morale. Possa davvero Tommaso Moro insegnare anche all’uomo di oggi ad aprirsi a questa voce della verità divina, perché solo questo permette all’uomo di rispettare profondamente anche il suo prossimo.

Tommaso Moro è divenuto vittima del potere del mondo che schiaccia i deboli, perché la sua coscienza gli ha parlato della volontà di Dio, che è volontà di bene, mai di male. Mi congratulo con l’autore per questo suo importante lavoro con l’augurio che possa essere motivo di riflessione e di approfondimento per i suoi lettori.


* Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti