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intervista in volo

Francesco boccia Trump e Harris e loda Pechino

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Nel viaggio di ritorno da Singapore il Papa afferma che entrambi i candidati Usa sono «contro la vita», equiparando aborto e migranti. Poi esalta la Cina ed esprime soddisfazione per l'accordo sulla nomina dei vescovi.

Ecclesia 14_09_2024
(Guglielmo Mangiapane/Pool Photo via AP) Associated Press/LaPresse

Di ritorno dal suo lungo viaggio apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste, e Singapore, Francesco non ha deluso le aspettative dei giornalisti accreditati ed ha parlato "papale papale" sul volo verso Roma Fiumicino. Rispondendo alle domande, il Pontefice ha parlato soprattutto di geopolitica, spaziando dagli Stati Uniti alla Cina senza dimenticare il conflitto in Medio Oriente.

Le parole più rilevanti le ha riservate alla campagna elettorale americana, bocciando ambedue i candidati in quanto «contro la vita». Da un lato, come prevedibile, la bocciatura dell'odiato Donald Trump che già nel 2016 aveva definito «non cristiano» per la promessa di costruire un muro al confine con il Messico. Nel 2020, poi, il braccio di ferro con la sua amministrazione fino all'incidente diplomatico per il rifiuto di ricevere l'allora segretario di Stato Mike Pompeo in visita a Roma. Al Papa il tycoon non piace per le politiche anti-migranti che vorrebbe realizzare e che di recente ha rilanciato nel dibattito televisivo con la sua rivale Kamala Harris. Sull'aereo, Bergoglio non lo ha nascosto ed ha detto che «mandare via i migranti, non lasciarli sviluppare, non lasciar loro avere vita è una cosa brutta» ed ha aggiunto che «chi non custodisce il migrante manca, è un peccato» quindi fa «un peccato anche contro la vita di quella gente».

Dall'altro lato, però, il Papa non ha lesinato critiche nei confronti di Kamala Harris, la candidata dem che sta impostando la sua campagna elettorale sulla difesa del presunto diritto all'aborto e che è stata anche la prima vicepresidente a visitare una clinica di Planned Parenthood. «Mandare via un bambino dal seno della mamma è un assassinio, perché lì c'è vita. Su queste cose dobbiamo parlare chiaro», ha detto il Pontefice continuando a rispondere alla domanda sulle presidenziali Usa e riferendosi palesemente alla Harris. Il Papa ha pronunciato parole chiare e inequivocabili a difesa del diritto alla vita sin dal grembo materno. «La scienza dice che a un mese dal concepimento ci sono tutti gli organi dell'essere umano, tutti. Fare un aborto è uccidere un essere umano. Non ti piace la parola? Ma è uccidere», ha tuonato il Papa. Difendendo l'insegnamento di sempre, Bergoglio ha aggiunto:  «La Chiesa non è chiusa perché non permette l'aborto. La Chiesa non permette l'aborto perché uccidere è un assassinio. E su questo dobbiamo dire le cose chiare».

Quindi il Papa non si sentirebbe di suggerire ad un elettore cattolico di votare per Trump a causa delle sue posizioni sui migranti e allo stesso modo scoraggerebbe il voto per Harris alla luce del suo supporto all'aborto. «Ambedue sono contro la vita», ha continuato parlando dei due candidati americani, aggiungendo infine che «nella morale politica, in genere si dice che non votare è brutto, non è buono: si deve votare. E si deve scegliere il male minore. Chi è il male minore, quella Signora o quel Signore?  Non so, ognuno in coscienza pensi e faccia questo».

Se la situazione della più grande potenza del mondo non sembra soddisfare il Pontefice sudamericano, le cose vanno decisamente meglio nella seconda potenza: la Cina. «La Cina per me è un'illusione, vorrei visitarla», ha detto – entusiasta – il Pontefice. Bergoglio ha continuato le lodi sul Dragone: «È un grande Paese, io ammiro la Cina, rispetto la Cina. È un Paese di una cultura millenaria. Di una capacità straordinaria di dialogo, di capirsi tra loro che va oltre i diversi sistemi democratici che ha avuto». Francesco non si è lasciato sfuggire l'occasione per esprimere la sua soddisfazione per l'accordo sulla nomina dei vescovi tra Santa Sede e Pechino, dicendo che su questo dossier «si lavora con buona volontà». Non è preoccupato per i cattolici cinesi ed ha detto che «la Cina è una promessa e una speranza per la Chiesa».

Tra le altre dichiarazioni degne di nota sul volo di ritorno a Roma, quelle sull'Abbé Pierre, fondatore della Comunità Emmaus morto nel 2007 sul quale di recente sono emerse accuse di aggressioni sessuali da parte di diverse donne. Il Papa lo ha definito «un uomo che ha fatto tanto bene, ma è anche un peccatore. E noi dobbiamo parlare chiaro su queste cose, non nascondere». Una sua dichiarazione è arrivata anche sulla crisi di Gaza a proposito della quale il Papa ha sentenziato di non credere che «si  facciano i passi per fare la pace».



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