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INCHIESTA SU MANZONI / 7

Fra Cristoforo, nascita di una figura

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Un’indagine di Cesare Cantù, subito dopo la pubblicazione de I promessi sposi, portò a scoprire come la figura di fra Cristoforo presentasse non pochi tratti in comune con un personaggio storico di Cremona. Ma con una differenza importante, che svela un secondo intreccio.

Cultura 06_03_2023
don Rodrigo e fra Cristoforo

«Il Padre Cristoforo da Cremona era un uomo di circa sessant’anni; e il suo aspetto come i suoi modi annunziavano un antico e continuo combattimento tra una natura prosperosa, rubesta, un’indole pronta, ardente […], e una legge imposta alla natura e all’indole».

Questa presentazione di fra Cristoforo non compare ne I promessi sposi, bensì nel Fermo e Lucia ove Manzoni indica la provenienza del frate. È un indizio per condurre una ricerca sull’identità del personaggio. In effetti, un’indagine di Cesare Cantù, subito dopo la pubblicazione del romanzo, portò a scoprire come la figura di fra Cristoforo presentasse non pochi tratti in comune con il personaggio storico di fra Cristoforo da Cremona, la cui presenza nel lazzaretto di Milano è documentata solo dai primi giorni del giugno 1630 e la cui morte avvenne il 10 giugno dello stesso anno.

Nel Processo autentico sul servizio dei cappuccini nella peste del 1630 a Milano, in cui vennero interrogati i frati cappuccini superstiti, è indicata la data della morte del frate. Nelle Memorie delle cose notabili successe in Milano intorno al mal contagioso l’anno 1630, Pio La Croce riferisce che padre Cristoforo morì il 10 giugno al lazzaretto di Milano, felice «per desiderio di andare a morire per Gesù Cristo».

La morte del fra Cristoforo manzoniano è, senza dubbio, mutuata da quella della figura storica del frate di Cremona che, però, non attraversa un processo di conversione come quello raccontato ne I promessi sposi. Da dove attinge Manzoni il cambiamento radicale del personaggio che approda alla consacrazione religiosa? La conversione presenta somiglianze non secondarie con quella del duca Alfonso III d’Este che, proprio negli anni in cui è ambientata la vicenda de I promessi sposi, abdicò diventando frate cappuccino. Manzoni è venuto a conoscenza del fatto probabilmente dalla lettura delle Antichità estensi di Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), storico illuminista.

Chi era il duca Alfonso III? Figlio di Cesare d’Este e di Virginia de’ Medici, sposò nel 1608 Isabella di Savoia, ma dopo la morte dell’amata moglie divenne frate cappuccino nel 1629. Quattro elementi lo rendono simile al Ludovico che viene ribattezzato col nome di fra Cristoforo nei Promessi sposi: l’impulsività del carattere; la partecipazione alla contesa tra la famiglia ducale estense e quella dei Pepoli che approdò all’assassinio del conte Ercole Pepoli a Ferrara nel 1617; l’abdicazione da duca (ruolo ricoperto dal dicembre 1628 alla morte del padre Cesare) nel 1629 quando divenne frate cappuccino col nome di Giovambattista da Modena; l’opera di conforto ai moribondi durante la peste del 1630.

A differenza di fra Cristoforo, il duca Alfonso III non trovò la morte nella pestilenza, ma più tardi nel 1644. Dunque, il fra Cristoforo manzoniano è frutto della commistione originale tra due personaggi storici: fra Cristoforo da Cremona e il duca Alfonso III.