Fine del bollettino quotidiano e del panico sanitario
Fine del bollettino quotidiano e medici non vaccinati che vengono reintegrati: meglio tardi che mai, dopo quasi un anno che il Covid è diventato una malattia endemica, dunque governabile, il nuovo ministro della Sanità, Orazio Schillaci, cambia rotta. E ottiene anche il plauso di Zaia e di altri che nell'epidemia erano "chiusuristi".
Hanno accompagnato i pomeriggi degli italiani per oltre due anni e mezzo. Ci sono cittadini che non riescono più a farne a meno. Se non leggono ogni giorno, intorno alle 17, i dati su contagi, ricoveri e decessi per Covid si preoccupano. È più forte di loro, hanno maturato una dipendenza invincibile dal bollettino quotidiano sulla pandemia. Finalmente il nuovo Ministro della salute appena nominato, Orazio Schillaci, ha deciso di interrompere questo rito, privo di valenza scientifica ma ricco di effetti devastanti sulla psiche delle persone.
A sei mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19, il nuovo Ministro ha ritenuto opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, dunque anche negli aspetti comunicativi legati alla pandemia. È quanto riferisce una nota del Ministero della Salute che precisa: «Pertanto, anche in base alle indicazioni prevalenti in ambito medico e scientifico, si procederà alla sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi, che sarà ora reso noto con cadenza settimanale, fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso».
Ma i segnali di discontinuità rispetto alla gestione Speranza non si fermano qui. «Per quanto riguarda il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale (circa 4mila medici) e l’annullamento delle multe previste dal dl 44/21 - precisa ancora il Ministero - in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali, è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione».
Si tratta di misure che raccolgono il plauso anche di personalità che durante il Covid avevano assecondato il sensazionalismo e la drammatizzazione di quanto stava accadendo. Ad esempio il governatore del Veneto, Luca Zaia, che spesso era apparso “chiusurista” e intransigente sui non vaccinati, ha definito utile il provvedimento di reintegro del personale medico No vax. «Chiarita la situazione dal punto di normativo - ha commentato Zaia - sono stato il primo a dire che era necessario reintegrare il personale della sanità soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale. Quindi, accolgo favorevolmente la notizia che il nuovo Ministro Schillaci sta per licenziare un provvedimento per consentire il reintegro in servizio del personale sanitario sospeso, soluzione che ho pubblicamente più volte auspicato. La pandemia ha messo a dura prova l’intero sistema sanitario: ora serve che tutte le risorse umane e professionali siano di nuovo in campo per continuare a dare risposte efficaci alle richieste dei cittadini, mantenendo alto il livello dei servizi sanitari e, dove possibile, migliorandolo, sfruttando ogni supporto possibile».
Anche i farmacisti manifestano gradimento verso gli annunci del neo Ministro: «Condividiamo la decisione del Ministro Schillaci di modificare le modalità di divulgazione dei dati sull’andamento della pandemia, stabilendo la pubblicazione di un bollettino Covid con cadenza settimanale», ha dichiarato il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), Andrea Mandelli, che ha aggiunto: «Registriamo positivamente anche la decisione del ministro Schillaci relativa al reintegro dei sanitari sospesi per mancato adempimento dell’obbligo vaccinale, che rischiava di aggravare la situazione, già di per sé critica, della carenza di personale che riguarda anche i farmacisti, oltre ad avere generato non poche incertezze operative per gli Ordini professionali».
Dunque - è proprio il caso di dirlo - meglio tardi che mai. Si è compreso che a un virus ormai endemizzato non si può consentire di continuare a condizionare la vita delle persone, delle famiglie, delle imprese e a stravolgere la programmazione dei media.
Restano, tuttavia, abbondanti macerie da rimuovere, dovute proprio ai danni provocati dai molteplici errori gestionali e comunicativi durante la pandemia. C’è da sperare che questo new deal governativo, contrassegnato dalla rimozione di tutti gli obblighi, perfino di quello dell’uso della mascherina negli ospedali, possa consentire ai cittadini di sentirsi finalmente liberi da opprimenti limitazioni, non più giustificate dalla situazione epidemiologica, e ai giornalisti di ritrovare la strada del corretto rispetto dei loro principi deontologici.