Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
LA NUOVA PERSECUZIONE

Fbi riluttante a confessare la sua attività anti-cattolica

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Il Congresso sta ottenendo sempre più documentazione sulle ex linee guida (ora accantonate) sull'infiltrazione delle associazioni cattoliche tradizionaliste. L'Fbi è riluttante a consegnare quanto richiesto.

Libertà religiosa 29_07_2023
Jim Jordan

Sin dall’inizio dell’anno sono emersi i tentativi dell’FBI di discriminare, controllare e infiltrarsi all’interno delle parrocchie e dei movimenti cattolici americani, in particolare nelle comunità di fedeli al magistero della Chiesa e alle pratiche religiose tradizionali, lo abbiamo descritto più volte sul nostro giornale. Martedì 25 luglio segna l’ultima tappa dell’indagine che, dal momento in cui i Repubblicani ne hanno riconquistato la maggioranza, la Commissione Giustizia della Camera sta compiendo sull'FBI e sul suo minaccioso controllo nei confronti dei cattolici (e dei genitori che si oppongono all’indottrinamento dei figli).  

Martedì, dunque, l’FBI ha consegnato alla Camera i documenti interni relativi alle linee guida, ora ritirate, che raccomandavano di indagare sui devoti della Messa latina tradizionale, alla recita del Santo Rosario e alle pratiche devozionali tradizionali. I nuovi documenti sono stati depositati a condizione che la Commissione, prima di ogni diffusione, si consulti con l’FBI stessa.

Tutto era iniziato lo scorso gennaio, quando era trapelato un memo proveniente dalla sede FBI di Richmond con le linee guida per controllare chiunque fosse interessato all'«ideologia cattolica radicale-tradizionalista» nei successivi 12-24 mesi «in vista del prossimo ciclo elettorale». A febbraio scorso, dopo le forti proteste di vescovi, leader cattolici ed evangelici e membri del Congresso, erano stati addirittura 20 procuratori generali di Stato a firmare una lettera al procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland per condannare il documento e le procedure adottate dall'FBI contro i cattolici.

Ebbene, i sospetti che molto ci sia ancora da scoprire e molto si stia nascondendo da parte dell’FBI sono più che fondati. Infatti, i nuovi documenti sono stati inviati alla Commissione solo dopo che il suo Presidente Jim Jordan aveva minacciato di accusare il 17 luglio il direttore dell'FBI Christopher Wray  di oltraggio al Congresso, condizione necessaria per un voto di sfiducia. La minaccia di Jordan e della maggioranza della Commissione Giustizia, ancora una volta, era stata causata da un'omissiva ed imbarazzante audizione dei giorni precedenti dello stesso direttore dell’FBI Wray sugli abusi e la selettività con cui agiscono gli agenti dell’agenzia federale.

Le violazioni di cui Wray e l’FBI sono accusati riguardano, oltre all'indagine federale sui genitori che hanno espresso il loro dissenso verso l’indottrinamento LGBTI e woke dei propri figli subiscono nelle scuoloe pubbliche, sia il memo dell'ufficio di Richmond che prendeva di mira i cattolici. In una lettera di martedì 25 luglio di accompagnamento ai documenti inviati alla Commissione Giustizia della Camera, pubblicata dal Washington Examiner, il vicedirettore ad interim dell'FBI Christopher Dunham, ha assicurato che tale memo dell'ufficio dell'FBI di Richmond sui cattolici «non ha soddisfatto gli standard dell'FBI ed è stato ritirato», che la Divisione di Ispezione del Bureau sta conducendo una revisione interna del processo di creazione del memo che è quasi terminata e che la Commissione Giudiziaria della Camera riceverà il 22 agosto le risultanze e responsabilità riscontrate.

Il memo anticattolico è indicato nella lettera di Dunham con il nome di «Prospettiva del dominio del 23 gennaio», una definizione lascia aperte sconcertanti considerazioni. La situazione rimane tesa, ancor più se consideriamo che, quando ha ricevuto le richieste della Commissione Giustizia, lo scorso gennaio, l'FBI ha prodotto due documenti per un totale di 266 pagine, uno il 23 marzo e l’altro il 28 aprile. Entrambi sono però redatti con amplissimi omissis e anche perciò, preso atto che nell'audizione insufficiente del Direttore FBI Wray della scorsa settimana, in un comunicato stampa che presentava la nuova lettera inviata dalla Commissione Giustizia il 17 luglio allo stesso Direttore dell’FBI, la maggioranza repubblicana lamentava che i documenti condivisi sino al quel momento dall'FBI erano «pesantemente censurati per escludere informazioni critiche» e non erano stati comunque consegnati i documenti richiesti.

Ad ulteriore conferma della fondatezza dei sospetti del Congresso arriva proprio la lettera dei giorni scorsi, in cui il vicedirettore ad interim dell'FBI Christopher Dunham, prima si lamenta per l'ampiezza delle richieste della Commissione Giustizia, poi conferma come l’FBI stia attualmente esaminando altri documenti e li rilascerà «a rotazione, compatibilmente con i nostri obblighi in materia di applicazione della legge, sicurezza nazionale e altre autorità del ramo esecutivo e interessi di riservatezza». L’azione determinata del Presidente Jim Jordan e della Commissione Giustizia della Camera sull’illegalità diffusa nei comportamenti di FBI e altre agenzie e dipartimenti dell’amministrazione Biden non finisce in questi giorni ed è tutt’altro che scontato che la documentazione consegnata soddisfi le richieste e sveli tutte le operazioni anticattoliche (e anti genitori) compiute dalle agenzie federali.  

C’è da scommettere che la battaglia per la verità proseguirà senza sosta e senza alcun tentennamento da parte dei Repubblicani, sempre più convinti dell’uso politico incontrollato a scapito di diritti e libertà dei cittadini americani. Mentre l’FBI tentenna nel far chiarezza e pulizia al proprio interno, proprio in questi giorni riprendono gli assalti vandalici alle chiese, monumenti e scuole cattoliche e le percosse dei volontari pro  life fuori dalle cliniche abortiste nell’intero Paese, senza che nessuno venga indagato o arrestato. Ulteriori gravi segnali che accrescono la determinazione a far luce sull’uso del potere selettivo, politicamente e religiosamente orientato, contro chiunque si opponga all’agenda Biden.