Espulse dal Nicaragua 30 suore Clarisse
Per ordine del regime di Ortega sono state prelevate dai rispettivi monasteri e hanno potuto portare con sé solo quel che avevano in mano
Nella notte tra il 28 e il 29 gennaio più di 30 suore Clarisse sono state espulse dal Nicaragua. L’agenzia di stampa Ansa riferisce che sono state prelevate dai loro tre monasteri di Manuagua, la capitale, Matagalpa, diocesi di monsignor Rolando Alvarez che da un anno è in esilio a Roma insieme ad altri sacerdoti, e Chinandega. Martha Patricia Molina Montenegro, l’avvocato e ricercatore nicaraguense in esilio che da anni documenta la feroce persecuzione della Chiesa cattolica attuata dal regime di Daniel Ortega e di sua moglie Rosario Murillo, le suore “hanno potuto portare con sé solo quello che avevano in mano”, sono quasi tutte cittadine nicaraguensi e al momento non si sa dove si trovino. Nel dare la notizia Vatican News ricorda che “nel maggio 2023 le autorità di Managua avevano proceduto allo scioglimento dell’Associazione suore clarisse francescane e di altre nove realtà e organizzazioni. Diverse congregazioni religiose di suore sono state parzialmente o totalmente espulse dal Nicaragua negli ultimi anni, in particolare dopo le controverse consultazioni del novembre 2021, in cui Daniel Ortega è stato rieletto per un quinto mandato, il quarto consecutivo”. “Provvedimenti analoghi sono stati adottati anche nelle ultime ore – riporta inoltre Vatican News – il governo nicaraguense ha infatti cancellato lo status giuridico di altre 10 associazioni che operavano come organizzazioni no profit, portando il numero totale di organizzazioni non governative vietate dal dicembre 2018 nel Paese centroamericano a più di 5.600”. Nel 2023 il Ministero dell’interno ha approvato lo “scioglimento volontario” delle suore Clarisse perché, questa la motivazione ufficiale, dal 2021non ricevevano finanziamenti per realizzare i loro scopi e obiettivi.