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Esercitazione su Svevo

Analisi e interpretazione di un brano tratto dal romanzo Senilità.
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Cultura 19_04_2020

PRIMA PROVA SCRITTA. ESEMPIO DI TIPOLOGIA A

ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO LETTERARIO ITALIANO

La prima pagina di Senilità presenta Emilio Brentani. Mentre corteggia una bella ragazza triestina di nome Angiolina, il protagonista del romanzo assume un atteggiamento simile a quello di Andrea Sperelli, educato dal padre secondo il precetto Habere, non haberi, possedere, mai essere posseduto.

Anche lui, come il personaggio de Il piacere dannunziano, è convinto che si possa instaurare una relazione sentimentale senza creare un rapporto serio. La sua esperienza gli dimostrerà il contrario. Brentani sarà sempre più catturato dalla bella Angiolina, senza riuscire ad avvedersi che la ragazza è in realtà di facili costumi e disponibile anche ad altre avventure sentimentali.

Nel brano vengono descritte l’attività lavorativa e la famiglia di Brentani. Il lettore viene così in contatto anche con Amalia, sorella del protagonista, più giovane di lui, ma “più vecchia per carattere o forse per destino”.

ITALO SVEVO, Senilità, capitolo I

Subito, con le prime parole che le rivolse, volle avvisarla che non intendeva compromettersi in una relazione troppo seria. Parlò cioè a un dipresso così: – T’amo molto e per il tuo bene desidero ci si metta d’accordo di andare molto cauti. – La parola era tanto prudente ch’era difficile di crederla detta per amore altrui, e un po’ più franca avrebbe dovuto suonare così: – Mi piaci molto, ma nella mia vita non potrai essere giammai più importante di un giocattolo. Ho altri doveri io, la mia carriera, la mia famiglia.

La sua famiglia? Una sola sorella non ingombrante né fisicamente né moralmente, piccola e pallida, di qualche anno più giovane di lui, ma più vecchia per carattere o forse per destino. Dei due, era lui l’egoista, il giovane; ella viveva per lui come una madre dimentica di se stessa, ma ciò non impediva a lui di parlarne come di un altro destino importante legato al suo e che pesava sul suo, e così, sentendosi le spalle gravate di tanta responsabilità, egli traversava la vita cauto, lasciando da parte tutti i pericoli ma anche il godimento, la felicità. A trentacinque anni si ritrovava nell’anima la brama insoddisfatta di piaceri e di amore, e già l’amarezza di non averne goduto, e nel cervello una grande paura di se stesso e della debolezza del proprio carattere, invero piuttosto sospettata che saputa per esperienza.

La carriera di Emilio Brentani era più complicata perché intanto si componeva di due occupazioni e due scopi ben distinti. Da un impieguccio di poca importanza presso una società di assicurazioni, egli traeva giusto il denaro di cui la famigliuola abbisognava. L’altra carriera era letteraria e, all’infuori di una riputazioncella, – soddisfazione di vanità più che d’ambizione – non gli rendeva nulla, ma lo affaticava ancor meno. Da molti anni, dopo di aver pubblicato un romanzo lodatissimo dalla stampa cittadina, egli non aveva fatto nulla, per inerzia non per sfiducia. Il romanzo, stampato su carta cattiva, era ingiallito nei magazzini del libraio, ma mentre alla sua pubblicazione Emilio era stato detto soltanto una grande speranza per l’avvenire, ora veniva considerato come una specie di rispettabilità letteraria che contava nel piccolo bilancio artistico della città. La prima sentenza non era stata riformata, s’era evoluta.

Per la chiarissima coscienza ch’egli aveva della nullità della propria opera, egli non si gloriava del passato, però, come nella vita così anche nell’arte, egli credeva di trovarsi ancora sempre nel periodo di preparazione, riguardandosi nel suo più segreto interno come una potente macchina geniale in costruzione, non ancora in attività. Viveva sempre in un’aspettativa non paziente, di qualche cosa che doveva venirgli dal cervello, l’arte, di qualche cosa che doveva venirgli di fuori, la fortuna, il successo, come se l’età delle belle energie per lui non fosse tramontata.

Angiolina, una bionda dagli occhi azzurri grandi, alta e forte, ma snella e flessuosa, il volto illuminato dalla vita, un color giallo di ambra soffuso di rosa da una bella salute, camminava accanto a lui, la testa china da un lato come piegata dal peso del tanto oro che la fasciava, guardando il suolo ch’ella ad ogni passo toccava con l’elegante ombrellino come se avesse voluto farne scaturire un commento alle parole che udiva. Quando credette di aver compreso disse: – Strano – timidamente guardandolo sottecchi. – Nessuno mi ha mai parlato così. – Non aveva compreso e si sentiva lusingata al vederlo assumere un ufficio che a lui non spettava, di allontanare da lei il pericolo. L’affetto ch’egli le offriva ne ebbe l’aspetto di fraternamente dolce.

Fatte quelle premesse, l’altro si sentì tranquillo e ripigliò un tono più adatto alla circostanza. Fece piovere sulla bionda testa le dichiarazioni liriche che nei lunghi anni il suo desiderio aveva maturate e affinate, ma, facendole, egli stesso le sentiva rinnovellare e ringiovanire come se fossero nate in quell’istante, al calore dell’occhio azzurro di Angiolina. Ebbe il sentimento che da tanti anni non aveva provato, di comporre, di trarre dal proprio intimo idee e parole: un sollievo che dava a quel momento della sua vita non lieta, un aspetto strano, indimenticabile, di pausa, di pace. La donna vi entrava! Raggiante di gioventù e bellezza ella doveva illuminarla tutta facendogli dimenticare il triste passato di desiderio e di solitudine e promettendogli la gioia per l’avvenire ch’ella, certo, non avrebbe compromesso.


Rispondi alle domande

Comprensione e analisi

1- Riassumi il brano.

2- Cosa emerge di Brentani in relazione al suo carattere, al lavoro e alla famiglia?

3- Formatosi sulla lingua e sulla cultura tedesca oltre che su quella italiana, Svevo matura un suo stile personale. Riconoscine i tratti salienti per sintassi e per scelte lessicali.

4- Nel passo riportato Emilio Brentani corteggia e conquista Angiolina con modalità che sono chiare riprese della figura di Andrea Sperelli ne Il piacere (1889). Del resto, Senilità viene scritto negli anni Novanta dell’Ottocento. Riconosci intenti parodistici da parte dello scrittore? Come ti spieghi la ripresa di D’Annunzio da parte di Svevo?


Interpretazione

Emilio Brentani è uno dei tanti inetti dei romanzi di Svevo, rappresentante degli antieroi decadenti, che animano la letteratura del Novecento. Dopo aver confrontato il protagonista di Senilità con i personaggi degli altri romanzi sveviani, soffermati con le figure che popolano il mondo letterario del Novecento, dall’inetto al pazzo, dal saltimbanco al fanciullino, protagonisti della prosa e della poesia che hanno perso la graniticità dell’eroe antico. Cerca, infine, di spiegare le ragioni culturali, storiche e filosofiche che hanno influito su questa visione dell’uomo contemporaneo nei primi decenni del Novecento.

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