I diritti che mancano
Qualche giorno fa si è ricordato il 70mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Anche la Chiesa si è associata alle istituzioni civili in questa commemorazione. Come? Basta guardare una foto diramata dall’agenzia di stampa della Comece. C’è la libertà di parola e di movimento, c’è il diritto ad associarsi e a ricevere una istruzione, c’è la libertà di stampa e quella di pensiero … ma non c’è il diritto alla vita e ad una famiglia fatta di un uomo e di una donna, manca il “diritto a crescere sotto il cuore della madre” di cui parlava la Centesimus annus di Giovanni Paolo II.
Global compact, i vescovi non sanno che lo Stato viene prima?
Per il Global Compact è in gioco – tra gli altri – il principio di sussidiarietà. Non è lo Stato a doversi scusare se non aderisce al Global Compact, ma è l’ONU a dover convincere lo Stato ad aderirvi con buone motivazioni. Se lo Stato non le considera buone è suo diritto farlo. Gli Stati, infatti, vengono prima dell’ONU. E i vescovi europei dovrebbero saperlo.
Dottrina, tra Islam e Occidente post cristiano
La Dottrina sociale della Chiesa esamina su democrazia e diritti civili l’Islam, ma con ciò non intende difendere semplicemente (e ingenuamente) la democrazia occidentale relativista, procedurale, irreligiosa, priva anche essa di un diritto naturale come fondamento, soggettivistica.
Cristo re, contro il potere del più forte
La solennità di Cristo re e le ragioni del suo stretto legame con la Dottrina sociale. Se viene perduta l’idea che l’autorità viene da Dio, da quale altra fonte dovrebbe e potrebbe venire? Cosa, se non Dio, sarebbe in grado di legittimarla? Il voto popolare? Le decisioni di qualche assemblea? Un contratto tra i cittadini? Una globale piattaforma Rousseau? Non c’è scampo: tutte queste fonti altro non sono che l’espressione del potere del più forte.
Toniolo e la riscoperta di un Dio al centro
Nella prolusione alla recente assemblea dei vescovi italiani, il cardinale Bassetti ha citato in conclusione del suo discorso Giuseppe Toniolo, oggi dimenticato ma da collocarsi agli inizi della Dottrina sociale della Chiesa. La prima cosa che egli ci ha lasciato in eredità è l’idea della centralità di Dio, anche per la costruzione della città degli uomini.
Quando padre Chenu chiedeva una “Chiesa in uscita”
L’ultimo numero della rivista francese “Catholica” parla dell’origine dell’idea di “Chiesa in uscita” la fa risalire al padre domenicano Marie-Dominique Chenu. C’è nel pensiero di Chenu, la “svolta antropologica” di Rahner.
Pornografia, un flagello sociale
Nessuno si sarebbe mai aspettato di prendere in considerazione la pornografia come emergente “questione sociale”. Ma la pornografia è parte ormai della questione sociale e, quindi, un tema non solo di morale e di psicologia, ma anche di politica, diritto ed economia. Ecco perché.
Fides et ratio, il progetto di liberazione ignorato
Tra i tanti anniversari celebrati in questo anno 2018 uno è stato trascurato: il ventennale della pubblicazione dell’enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II. Eppure si tratta di un documento essenziale del magistero sia per la vita della Chiesa in generale sia per la Dottrina sociale.
Vescovi di tutto il mondo mobilitati per il clima
In vista della Conferenza sul clima, i vescovi di tutto il mondo pubblicano un documento in cui chiedono azioni concrete per ridurre la temperatura della Terra. Un documento più gnostico che cattolico.
La Dottrina sociale, per rimettere Dio al centro dell'agorà
Un libro pubblicato di recente ha riproposto in modo intelligente una intelligente domanda: perché è nata la Dottrina sociale della Chiesa? Il merito di smontare i tre errori che, circa la Revum novarum, si continua imperterriti a tramandare.
Il pastoralismo uccide la Dottrina sociale
Sulla Nuova Bussola Quotidiana riparte la Scuola di Dottrina sociale della Chiesa tenuta dall'arcivescovo Giampaolo Crepaldi, un antidoto alla deriva pastoralista che consegna il cristianesimo alle ideologie del mondo.
Se il peccato non è un dato oggettivo, salta la Dottrina sociale
C'è ormai tutta una corrente teologica e pastorale che pretende di non poter definire se un'azione sia peccato o no. Un tale approccio rende impossibile il mistero della salvezza cristiana e con esso la possibilità di applicare la legge naturale e la legge divina alle realtà sociali.