Miliardi di euro dell'Ue alle Ong che promuovono le comunità Lgbt
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La Commissaria europea per l'uguaglianza Hadja Lahbib, sociaslita belga e accanita oppositrice di Viktor Orbán, annuncia proprio a Budapest 1,5 miliardi di euro per la promozione dei "nuovi diritti" Lgbt.

La Commissaria europea per l'uguaglianza Hadja Lahbib, ex ministro degli Esteri del governo socialista belga e accanita oppositrice di Viktor Orbán e del governo ungherese, ha annunciato lo scorso venerdì 27 giugno che la Commissione intende stanziare una "robusta" cifra di 1,5 miliardi di euro per sostenere le iniziative Lgbt in tutta l'Ue.
Intervenendo in una conferenza stampa a Budapest, alla vigilia della marcia del Pride ungherese di sabato, ufficialmente vietata dal governo conservatore Orbán ma che si è comunque svolta in un formato semi-legale predisposto dal sindaco di sinistra di Budapest Gergely Karácsony, Lahbib ha affermato che i diritti dei membri della comunità Lgbt devono essere «pacificamente protetti».
Ovviamente è sfuggito al Commissario europeo che la motivazione del governo Orbán dietro il divieto della marcia del Pride, poi trasformata nel solito carnevale pacchiano che ben poco riguarda i diritti e doveri delle persone, era quella di proteggere i bambini dall'influenza di ideologie e parate di depravazione innominabile, dannose. A Bruxelles forse si dimentica anche che nel referendum del 2022, ben 3,7 milioni di persone avevano dichiarato la loro contrarietà alle manifestazioni Lgbt e alla ideologia gender.
Ciononostante, la signora Hadja Lahbib ha sottolineato che il pacchetto da 1,5 miliardi di euro è destinato a finanziare una serie di progetti, tra cui campagne contro l'odio, sovvenzioni alle Ong della società civile, ovvero le organizzazioni co-finanziate dalla Open Society Foundations e dedite alle attività di lobbying, inclusi programmi educativi e scolastici. Ha aggiunto che ben 5.400 Ong sono già registrate nel programma e possono richiedere finanziamenti per «promuovere l'uguaglianza e i diritti», ovvero i privilegi per chiunque pratichi l’omosessualistà, il lesbismo e il transgenderismo.
In particolare nel suo intervento la “commissaria” liberalsocialista Hadja Lahbib ha affermato: «Non possiamo rimanere passivi. Non possiamo tollerare ciò che è intollerabile…Stiamo per presentare questa nuova strategia Lgbtq+ all'inizio o alla fine dell'anno, e questa strategia si concentrerà sulla lotta alla violenza e alle molestie motivate dall'odio online e offline, e sulla fine delle pratiche di conversione… Stiamo intensificando il nostro sostegno perché le organizzazioni della società civile sono partner chiave nella promozione dei diritti Lgbtq+ nell'Ue e vogliamo rafforzare il dialogo tra la Commissione e la società civile e coinvolgerla sempre di più nelle politiche e nel processo decisionale… Non si tratta solo di parole. Veniamo qui anche con il bilancio per sostenere la società civile attraverso il programma Surf. Abbiamo 1,5 miliardi di euro. È il più grande stanziamento mai dedicato alla promozione dei valori dell'Ue. Quindi, dopo aver già supportato più di 5400 organizzazioni della società civile in tutta Europa e oltre, e potete contare su di me per essere un forte sostenitore, per mantenere questo nel bilancio… E un'altra cosa importante… continueremo a lavorare con tutti gli Stati membri per sviluppare le loro strategie Lgbtq+».
Le parole e la presenza della Lahbib, oltre a mostrare concretamente la vicinanza della Commissione europea alla manifestazione della scorsa settimana, dimostrano quanto impegno politico e finanziario (pagato da noi tutti) della Commissione finirebbe nelle casse delle organizzazioni che si occupano dei privilegi Lgbt, della diffusione della ideologia gender e del cambio di sesso oltre che alla distruzione di ogni senso del pudore infantile.
Ovviamente, non esiste alcuna posta di bilancio per lo sviluppo e promozione delle politiche famigliari o per la natalità nei paesi dell’Unione, tantomeno misure per miliardi per il sostegno delle famiglie numerose. Questa è solo una delle ragioni, tra le tante, che spiega il dissenso di ben 14 Stati su 27, nei confronti della proposta di Bilancio pluriennale che include di centralizzare la gestione e la distribuzione dei fondi europei.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dovrebbe presentare formalmente la proposta di bilancio per il prossimo periodo finanziario a lungo termine (2028-2034) il 16 luglio, ma le critiche da parte di regioni, Stati membri, eurodeputati e rappresentanti dell'industria continuano a crescere mentre, la prossima settimana, il Parlamento europeo discuterà e voterà una "mozione di censura", un voto di sfiducia nei confronti della Presidente della Commissione europea e del suo Collegio dei Commissari.