Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Guido Maria Conforti a cura di Ermes Dovico
CAUSA IGNORATA

Denatalità, c’è un problema di psicologia

Per mettere al mondo un figlio è necessario, prima di ogni altra cosa, crescere. Non solo in senso fisico, ma anche mentale. A monte delle poche nascite c’è una mancata crescita psichica, che comporta un’identificazione con “gli adulti”. E in questa mancanza ha un ruolo il capovolgimento del rapporto genitori-figli.

Educazione 08_01_2022

L’Italia è in declino demografico, inutile riportare numeri e fare previsioni sul futuro, inutile anche sottolineare quanto questo problema sia ignorato da tutti e a tutti i livelli. Quando se ne parla in occasione del rapporto dell’Istat si accenna ad alcune ripercussioni sul piano economico e ad alcune possibili cause come le difficoltà, sempre di natura economica, delle famiglie. Quando si parla di interventi per migliorare la situazione, ancora una volta, anche gli interventi sono solo di natura economica, e si spera di dare le giuste risposte elargendo qualche assegno.

Inutile ogni provvedimento per risolvere un problema se non se ne comprendono le cause. A questo punto è possibile chiedersi: che cosa ha da dirci la psicologia? Il biblico imperativo “Crescete e moltiplicatevi” dice esattamente quello che duemila anni dopo la psicologia avrebbe messo in evidenza. Per mettere al mondo un figlio è necessario, prima di ogni cosa, crescere.

Ora, la crescita dell’individuo non riguarda soltanto l’altezza fisica, cioè la produzione di cellule germinali, ma riguarda anche una maturazione della sua psiche. Esiste uno sviluppo psichico che dovrebbe avvenire insieme con quello fisico, se pur con qualche scarto. Alla capacità del corpo di generare dovrebbe corrispondere, a livello mentale, la capacità di pensare, di considerare e, infine, di concepire l’idea di un bambino. In altri termini, a un certo punto della crescita, dovrebbe svilupparsi nella mente sia della donna sia dell’uomo una sorta di “utero psichico” in cui accogliere e immaginare la presenza di un bambino, alimentandola con fantasie su chi diventerà e su che cosa farà. L’idea di un bambino che non emozioni positivamente è indice di un aborto psichico. Un bambino può nascere orfano pur se non abbandonato “dietro qualche porta”. L’idea di bambino, se non si trasforma nell’idea di un figlio, vuol altresì dire che ad attendere il nuovo nato, qualora nasca, non ci sono due genitori bensì due individui, una femmina e un maschio.

Il problema che è a monte della diminuzione delle nascite, come anche degli aborti, è una non avvenuta crescita psichica. Non è facile crescere e abbandonare i privilegi di un’adolescenza, ormai diventata cronica. Crescere comporta un’identificazione con coloro che dovrebbero essere “gli adulti”, in assenza di tali figure non può esserci alcuna crescita psichica. Ormai da diversi anni il rapporto tra genitori e figli si è capovolto: sono i genitori, oggi, a identificarsi con i figli, abdicando al proprio ruolo genitoriale e diventando i loro “amici”, approvandoli in ogni loro scelta, difendendoli a qualunque costo, schierandosi sempre dalla loro parte. Nella nostra società un arresto evolutivo sembra essersi verificato.

D’altronde, famiglie disfunzionali con genitori violenti, litigiosi, divisi, assenti, oppure, al contrario, fagocitanti, iperprotettivi, permissivi, non rendono desiderabile l’età adulta. Un bambino che non si è pensato come fonte di gioia per i genitori, che non si è sentito generatore del loro amore, non potrà mai in futuro mettere al centro della propria esistenza un figlio che lo rappresenti. Anzi l’idea di un figlio gli risveglierà tutte le paure che responsabilità, impegno e limitazioni dei propri movimenti attivano.

In definitiva, l’assenza di bambini in una coppia indica la difficoltà dei membri di una coppia a identificarsi con i rispettivi genitori nei loro ruoli genitoriali. Il livello di identificazione - qualora sia avvenuta un’identificazione con il genitore del proprio sesso - è rimasto soltanto sul piano anatomico, non su quello coniugale, ancor meno su quello genitoriale.

Mettere al mondo un bambino non è un dovere, non è neppure una scelta; un bambino è una necessità che s’impone quando i figli desiderano diventare come i propri genitori, prendendo il loro posto nella vita con un sentimento di successo.