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Comunismo

Cristiani in carcere e dispersi in quattro Paesi comunisti

Sono in tutto 72 quelli di cui si ha notizia, condannati per asseriti reati legati alla loro fede. Una fede che il comunismo teme e cerca da sempre di sradicare

 

“Il comunismo è pericoloso e distruttivo per i cristiani di oggi come lo era per le generazioni precedenti”. Così un corrispondente dell’ong International Christian Concern (ICC) commenta i dati sui cristiani attualmente in carcere e dispersi in quattro paesi comunisti, Cina, Cuba Corea del Nord e Vietnam, dati che – avvisano gli autori dell’indagine – sicuramente i casi effettivi sono molti di più perché quelli riportati sono soltanto i casi registrati, di cui si è avuta notizia. I cristiani in carcere sono 52, otto dei quali cattolici: 23 in Cina, uno a Cuba, uno in Corea e 27 in Vietnam. Quelli dispersi sono 20, cinque dei quali cattolici: cinque in Cina, uno in Corea e 11 in Vietnam. I reati di cui sono stati accusati sono tutti legati alla loro fede considerata pericolosa: ad esempio, “indebolimento della politica di unità nazionale”e “incitamento alla sovversione del potere statale”. Chung Yong Cheol, un cristiano nord coreano di cui si sono perse le tracce, era stato arrestato in Cina, ad esempio, perché trovato a “studiare la Bibbia e rimpatriato. in Corea è stato condannato a dieci anni di campo di prigionia. Y Min Ksor è stato arrestato nel 2018 in Vietnam con l’accusa di “diffondere false informazioni” sulla libertà religiosa e sulle violazioni dei diritti umani nel paese allo scopo di convincere la gente a creare uno stato indipendente. Per “aver minato la politica di unità nazionale è stato condannato a 14 anni di carcere”. Sembra che sia stato torturato all’inizio della detenzione per indurlo a lasciare il cristianesimo. Yang Jianxin è stato arrestato in Cina nel 2021 e condannato a cinque anni e sei mesi di carcere per “aver condotto operazioni commerciali illegali” e per “aver stampato e acquistato pubblicazioni illegali”, questo perché aveva chiesto a una tipografia di stampare delle copie della Bibbia. ICC nel suo rapporto cita una affermazione del premio Nobel Alexsandr Solzhenitsyn a proposito del comunismo: “all'interno del sistema filosofico di Marx e Lenin, e al centro della loro psicologia, l'odio per Dio è la principale forza motrice, più fondamentale di tutte le loro rivendicazioni politiche ed economiche. L'ateismo militante non è semplicemente occasionale o marginale alla politica comunista; non è un effetto collaterale, ma il perno centrale. Per raggiungere i suoi fini diabolici, il comunismo ha bisogno di controllare una popolazione priva di sentimento religioso e nazionale e questo comporta la distruzione della fede e della nazionalità. I ​​comunisti proclamano entrambi questi obiettivi apertamente e altrettanto apertamente si dedicano a realizzarli”.