Così s'imbavaglia anche lo Spirito Santo
La grande fioritura di movimenti spirituali laicali, post-conciliare, incoraggiata e accolta da San Giovanni Paolo II e dall'allora cardinale Ratzinger, con il nuovo Decreto Generale viene disincentivata e limitata e con essa la promozione della fede in Dio all'interno della Chiesa.
Il Cardinale Paul Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio "Cor Unum", cominciò a conoscere da vicino il fenomeno dei movimenti spirituali negli anni '70, quando il cardinale Julius Döpfner – all'epoca presidente dei vescovi tedeschi– lo nominò segretario della commissione pastorale della Conferenza episcopale tedesca. Approdato a Roma nel 1980, Cordes venne scelto da San Giovanni Paolo II come vice-presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Un incarico, ricoperto in un periodo particolarmente prolifico per queste realtà ecclesiali, che gli consentì di collaborare con molte delle figure più note di fondatori. Il porporato tedesco può essere considerato uno dei più grandi esperti di quelle che considera “comprovate scuole di fede”. Lo stesso Benedetto XVI, in occasione del 75esimo compleanno di Cordes, volle celebrarlo, ricordandone lo speciale zelo pastorale dimostrato nei confronti dei movimenti. Cosa ne pensa il presidente emerito del Pontificio Consiglio "Cor Unum” del nuovo decreto generale emanato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita sulle associazioni internazionali di fedeli? Lo ha spiegato in questo commento inviato in esclusiva alla Nuova Bussola Quotidiana.
Oltre a molte altre istruzioni, il Concilio Vaticano II diede un forte impulso anche all'apostolato dei laici. Così nacque una moltitudine di movimenti spirituali. Un eminente esperto delle correnti spirituali nella nostra Chiesa, il cardinale Hans.Urs von Balthasar, ha sostenuto in un rapporto scritto per il Consiglio per i laici nel 1993: “Abbiamo dovuto aspettare la fine del nostro secolo per vedere una simile fioritura e diversità di movimenti laicali indipendenti nella Chiesa (...), la maggioranza dei quali sono scaturiti da iniziative autonome dello Spirito Santo. San Giovanni Paolo II nell'omelia di Pentecoste 1998 e l'allora cardinale Ratzinger nell'incontro mondiale del 25 maggio 1998) hanno tenuto conto con gioia di queste nuove esperienze e le hanno nettamente incoraggiate.
In considerazione della vitalità spirituale di questi movimenti, il recente “Decreto Generale” è privo di qualsiasi carattere incentivo. Vi compaiono soltanto due o tre parole in chiave positiva – “grande fioritura” e “abbondanza di grazia e di frutti apostolici” - il cui uso sembra inevitabile. Purtroppo mancano tutti gli altri meriti:
- l'aver dato alla Chiesa "membri pronti a Dio" (Balthasar) nei nostri tempi secolarizzati, determinati a portarlo tra la gente;
- il loro appello a non permettere che il Cristianesimo sia appiattito su teologia politica e umanesimo laico;
- le tante conversioni e le famiglie cattoliche che hanno donato alla Chiesa;
I Movimenti spirituali - di cui c'è ancora bisogno - sono da raccomandare e incoraggiare, specialmente tra i pastori consacrati.
Invece, il decreto così come la “Nota explicativa” danno l'impressione di trattare una materia fastidiosa che occorre limitare. Non sarebbe stato meglio, anziché rimarcare ampiamente la competenza giuridica del Dicastero, presentare una breve descrizione di un fenomeno così straordinario? Anche se nei pronunciamenti canonici è richiesta una sobria obiettività, questa disciplina dovrebbe promuovere il più possibile la fede in Dio all'interno della Chiesa.
* Cardinale, prefetto emerito di Cor Unum