Attacco ai giudici, Meloni stretta fra Musk e Mattarella
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La futura amministrazione Trump già guarda all'Italia e il Ceo di Tesla entra a gamba tesa sul no dei magistrati al piano Albania. La reazione del Quirinale e l'imbarazzo della premier.
Che l'elezione di Donald Trump potesse modificare gli equilibri negli Stati Uniti era chiaro, tuttavia pochi avrebbero immaginato un impatto così rapido sui rapporti tra Stati Uniti ed Europa, a solo una settimana dal ritorno al potere del magnate.
Non è forse un caso che la "nuova offensiva sovranista" si sia subito concentrata sull'Italia, l'alleato più fedele alla Casa Bianca durante la presidenza di Joe Biden. Il nostro governo, sia nella gestione della guerra in Ucraina che in altre questioni prioritarie per Biden, ha mostrato un allineamento granitico. Ed è forse proprio questa la ragione per cui Elon Musk, sostenitore accanito del nuovo corso repubblicano, sta prendendo di mira le istituzioni italiane per imporre una svolta sovranista e sollecitare una presa di posizione chiara a favore di Trump.
Le uscite di Musk, Ceo di Tesla e SpaceX, con toni decisi e provocatori, puntano a intensificare lo scontro e a scatenare una vera e propria tempesta i cui effetti potrebbero propagarsi al resto d'Europa. L'azione dell’uomo più ricco del mondo intende destabilizzare ulteriormente l'Unione europea, favorendo la creazione di nuovi scenari geopolitici globali e un possibile ridimensionamento del ruolo dell’Ue.
Nelle ultime 48 ore, la tensione tra Musk e l’Italia ha raggiunto livelli critici, tanto che il Presidente Sergio Mattarella è intervenuto per difendere il Paese e le sue istituzioni, in particolare il potere giudiziario. «L'Italia è una grande democrazia e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che "sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione"», ha affermato il Presidente, replicando alle dichiarazioni di Musk riguardo ai giudici italiani e le recenti decisioni sui trattenimenti dei migranti in Albania.
Con questo intervento, Mattarella ha ricordato di essersi già espresso in difesa della sovranità italiana due anni fa, quando il centrodestra di Meloni era appena salito al potere e l’allora ministra per gli Affari europei della Francia, Laurence Boone, aveva rilasciato dichiarazioni ritenute offensive verso il popolo italiano, che aveva votato democraticamente per il centrodestra. Mattarella si era allora schierato con fermezza, costringendo la Francia a rivedere le proprie posizioni, e Meloni aveva replicato duramente agli attacchi.
«Questi giudici se ne devono andare», ha tuonato Musk due giorni fa. Il Presidente della Repubblica ha replicato: «Chiunque, in procinto di assumere un ruolo di governo in un Paese alleato, deve rispettarne la sovranità e non può imporre le proprie prescrizioni». In risposta alla decisa riaffermazione di sovranità da parte di Mattarella, Meloni ha dichiarato di ascoltare sempre «con grande rispetto le parole del Presidente della Repubblica», ma qualche ora prima aveva definito Musk «un libero cittadino Usa».
Elon Musk, che guiderà il Department of Government Efficiency (DOGE) dell’amministrazione Trump, con l’obiettivo di semplificare la burocrazia e ridurre gli sprechi, ha rilanciato criticando ancora i giudici italiani tramite un tweet sul caso Albania: «È inaccettabile. L’Italia è una democrazia o le decisioni sono nelle mani di un’autorità non eletta?». Frasi che certamente infilano il dito nella piaga di un’invadenza eccessiva delle toghe nella politica italiana, ma che provengono da un soggetto che sta per assumere ruoli istituzionali nel governo della più importante potenza mondiale, e dunque assumono un peso notevolissimo.
Meloni è ora in una posizione scomoda: da un lato deve allinearsi al Colle e difendere la sovranità nazionale, dall’altro punta a conquistare la fiducia dell’amministrazione Trump. Inoltre, deve evitare di essere trascinata da Matteo Salvini verso posizioni estremiste, che potrebbero alienarle il sostegno dei moderati in Italia e la simpatia dei leader europei. Infatti il Capitano si è schierato a favore di Musk, dichiarando che «ha ragione» a criticare i giudici italiani, mentre altri esponenti del centrodestra, da Maurizio Lupi (Noi Moderati) a Paolo Barelli (Forza Italia), hanno preso le distanze ritenendo opportune le parole di Mattarella contro l’invadenza di Musk che, con i suoi attacchi, attenterebbe alle istituzioni repubblicane. Anche l’Associazione nazionale magistrati e le opposizioni di centrosinistra hanno chiesto una chiara presa di posizione del governo, rigettando l’idea che qualcuno possa impartire lezioni di democrazia all’Italia.
Ma al di là dei riflessi geopolitici occorre riflettere su quanto potranno incidere queste esternazioni di Musk sul cosiddetto sovranismo digitale, cioè sul dominio planetario attraverso l’Intelligenza artificiale e le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica. Il controllo dei dati, vera risorsa dell’economia digitale, significa potere globale, con la possibilità di orientare lo sviluppo tecnologico. Gli Stati Uniti hanno già investito 70 miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale, mentre l’Italia ha stanziato appena un miliardo, ponendosi in una posizione di netta inferiorità rispetto ai giganti d’oltreoceano, che detteranno le regole anche nel campo degli algoritmi e dei diritti fondamentali.
L’asse Trump-Musk si basa non solo su un’affinità ideologica verso il sovranismo, ma anche su interessi finanziari e commerciali destinati a influenzare l’evoluzione della Rete. Giusto, quindi, riflettere sulle trame politiche di queste sortite di Musk, ma senza trascurare che la sfida coinvolge altri ambiti. E l’Italia viene ritenuta particolarmente strategica dai nuovi governanti statunitensi.
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- Attacco ai giudici, Meloni stretta tra Musk e Mattarella, di Ruben Razzante
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