Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
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Allarme liberal: il Rosario "arma impropria"

La rivista "The Atlantic" bolla la tradizionale preghiera mariana, cara a San Giovanni Paolo II, come un'arma in mano a ultraconservatori ed estremisti di destra. I progressisti faticano a comprendere la "lotta spirituale" e, troppo occupati a riempirsi la bocca di "diritti", non si accorgono che ad essere sotto attacco sono proprio i cristiani.

Libertà religiosa 17_08_2022

Per i cattolici, inclusi gli americani che ne rappresentano il 25% della popolazione, il Rosario è, come diceva San Giovanni Bosco, «necessario per ben vivere, quanto il pane quotidiano». Un contemplare, ricordare, supplicare, annunciare e conformarsi a Cristo con Maria, come ribadì San Giovanni Paolo II nella sua Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae  del 2002, con la quale ribadiva l’urgente necessità di recitare il Rosario all'inizio del nuovo millennio.  Ebbene, a ridosso di un’altra importante memoria mariana, la solennità dell'Assunzione in Cielo dello scorso lunedì, un articolo apparso sulla rivista liberal e democratica The Atlantic del 14 agosto, accusa il Santo Rosario di esser «diventato un simbolo estremista».

How the Rosary Became an Extremist Symbol (Come il Rosario è diventato un simbolo estremista) è l’accusa che compariva sin da titolo dell’articolo di Daniel Panneton. Il titolo originale è stato in questi giorni edulcorato, a seguito delle critiche feroci che ha ricevuto, ed ora sulla pagina della rivista si legge How Extremist Gun Culture Is Trying to Co-opt the Rosary,  ovvero Come la cultura estremista delle armi sta cercando di cooptare il Rosario. Un passo indietro? Per nulla. Il titolo è cambiato, il contenuto rimane lo stesso. Per l’autore, come il fucile d’assalto AR-15 «è diventato un oggetto sacro per i nazionalisti cristiani», così «il Rosario ha acquisito un significato militarista per i cattolici radicali-tradizionali».

Il Rosario è ritenuto da una «frangia estremista... un’arma nella lotta contro il male», accusando persino il comandante della Guardia Svizzera pontificia che l’ha definito «l'arma più potente che esista sul mercato». Daniel Panneton, prendendo spunto dalle analisi del giovane teologo e storico Massimo Faggioli, nel suo recente libro su Joe Biden ed i cattolici esalta l’abbandono delle «life issues» (principi non negoziabili) da parte del nuovo corso di papa Francesco,  denuncia uno sforzo concertato per integrare «il cattolicesimo ultraconservatore con altri aspetti della cultura di estrema destra online e fornire... un percorso di radicalizzazione e di attacchi terroristici nel mondo reale». In poche parole, nelle mani dei cosiddetti “cattolici ultraconservatori”, come le iniziative contro le ideologie Lgbti o anti aborto, il Rosario diverrebbe "tutt'altro che santo".

Ovviamente l’autore ha attaccato anche la decisione della Corte Suprema che ha rovesciato la Roe v. Wade, affermando che «il nazionalismo cristiano è cementato in cause comuni come l'ostilità verso i sostenitori dei diritti all'aborto». Vale la pena ricordare come lo stesso Faggioli avesse aspramente criticato su Politico, accodandosi alle urla della sinistra, l’appartenenza cattolica di Amy C.Barret. The Atlantic solo superficialmente, dimentica che l'avversione alle celebrazioni per le persone LGBTQ nella Chiesa, le posizioni a favore della vita del concepito e l'opposizione al transgenderismo rivolto ai bambini, significano semplicemente noi ci comportiamo come cattolici. Eric Sammons, direttore di Crisis Magazine, ha risposto dicendo che «il concetto di Rosario come arma ha una ricca storia nella Chiesa cattolica; non è un'invenzione moderna... l'idea che siamo impegnati in una guerra, e ognuno di noi è chiamato a essere un soldato in quella guerra».

Come diceva San Paolo, «non siamo in lotta contro la carne e il sangue, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori del mondo di queste tenebre, contro le schiere spirituali della malvagità nei luoghi celesti» (Ef 6,12). Robert P. George, professore di teoria politica all'Università di Princeton ed ex presidente della Commissione degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale (USCIRF), ha dichiarato alla CNA che «l’uomo che sta politicizzando il rosario e lo sta trattando come un'arma nella guerra cultural... Daniel Panneton... forse è solo un po' troppo agitato e ha bisogno di prendere un'aspirina o due e sdraiarsi per un po’». Sebbene alcuni abbiano ridicolizzato l'articolo, l’opinionista conservatrice Rachel Campos-Duffy ha avvertito: «Non dovremmo limitarci a ridere... Dobbiamo capire che in questo Paese e nel mondo il cristianesimo e la fede in generale sono sotto attacco».

L’arma del Rosario è stata imbracciata con determinazione ed umiltà, non solo dal popolo minuto cattolico, ma anche da lunghissima schiera di Santi e sante di tutti i tempi, uomini e donne che hanno fatto della corona benedetta un’arma di conquista di grazie per sé, per gli altri e per il mondo intero. Bene ricordare che la Vergine e la recita fiduciosa dell’’arma’ del Rosario, spronarono a Lepanto le armate cristiane contro l’invasore turcomanno e salvarono l’occidente.

Non c’è nulla di cui scherzare nei riguardi dell’articolo del The Atlantic, il messaggio dell’il-liberal-globalismo anticattolico è chiaro: negli ultimi anni si sono moltiplicati gli attacchi blasfemi alla Madonna e sacrilegi in tutte le chiese di occidente (200 negli Usa da maggio); prosegue senza sosta l’imposizione del divieto di pregare fuori dalla cliniche abortiste (ultima l'Irlanda) e, in ultimo, il Forum di Davos che pubblica un articolo il 16 agosto nel quale si chiede di affidare all'intelligenza artificiale la censura delle “opinioni odiose” nel web. Sapete di cosa si occupa il dissacratore del Santo Rosario Daniel Panetton? È ricercatore sul linguaggio «d’odio»... Indizi seri di un ritorno alla persecuzione, al quale possiamo rispondere, recitandolo con La Bussola ogni giorno in diretta e anche aderendo alla iniziativa globale «Rosario degli Uomini» che dal 2010, raccoglie centinaia di migliaia di maschi adulti nella recita del Rosario pubblico, nelle piazze e strade di tutto il mondo. Noi, pericolosi estremisti, combattiamo con quest’arma.