Abuso e rifiuto del corpo, segni dell’eresia gnostica
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Dall’unità di corpo e anima insegnata dalla Chiesa alla separazione arbitraria operata dalla modernità, che sfocia in teoria del gender e transumanesimo. Ideologie che sono segno che oggi la gnosi «ha preso il sopravvento». Dal videoincontro della Bussola con Roberto Marchesini.
Oggi appare sempre più evidente il contrasto tra l’insegnamento costante della Chiesa in tema di corpo – che in unione con l’anima forma la persona umana – e le varie ideologie antiche e moderne che invece negano la dignità del corpo stesso. È su questi temi che si è incentrato, il 4 luglio, il videoincontro della Bussola con lo psicologo e psicoterapeuta Roberto Marchesini, firma nota ai lettori di questo quotidiano. Un incontro intitolato Abuso e rifiuto del corpo, emblema della modernità, il terzo di un miniciclo di sei appuntamenti al martedì sera (i primi due incentrati, rispettivamente, su clima e vita), in coincidenza con la nostra campagna estiva di raccolta fondi.
Rispondendo alle domande di Stefano Chiappalone, Marchesini ha evidenziato che il considerare il corpo come una parte integrante della persona o, all’opposto, un mero accessorio rivela «la differenza tra la filosofia classica e la modernità». Al centro della prima c’è «la concezione del corpo che ha per esempio Aristotele e che san Tommaso riprende. Aristotele diceva che ogni cosa è composta di materia e forma. (...) La materia dell’uomo è il corpo; e la forma dell’uomo è l’anima. L’uomo, che è l’insieme di queste due parti, è un sinolo, che vuol dire “unione inscindibile”, in questo caso di corpo e anima, cioè di materia e forma».
Questa verità, già intuita appunto da un pensiero precristiano come quello aristotelico, ha acquisito nuova luce con l’evento centrale nella storia della salvezza: l’Incarnazione del Verbo. Nota Marchesini: «Noi sappiamo che il Logos, che adoriamo e veneriamo nella persona di Gesù, si è fatto carne [Gv 1,14]. Dio non ha disdegnato di assumere un corpo», il che dovrebbe ricordarci quale immenso rispetto dovremmo portare verso il corpo stesso, sia quello che ci è stato donato dal Creatore attraverso i nostri genitori sia quello altrui.
In opposizione alla concezione classica greco-cristiana, «la modernità ha introdotto qualcosa di diverso, nel presentare il rapporto tra anima e corpo. Ha iniziato Cartesio – spiega lo psicologo – che era nominalmente cattolico, ma in realtà frequentava praticamente solo ambienti protestanti». Marchesini argomenta che il filosofo francese, a partire dall’errore nell’aderire alla consustanziazione insegnata da Lutero (di contro alla transustanziazione), sbaglia a valutare anche il rapporto tra anima e corpo, avallandone un’arbitraria separazione. «Da Cartesio in poi, la modernità ha accettato questa separazione tra anima e corpo. E pian pianino tra queste due realtà si è perso un equilibrio», così che la storia ha conosciuto dottrine sempre più sbilanciate in un verso o nell’altro, dallo spiritualismo hegeliano al materialismo marxista.
Ai nostri giorni questi squilibri sono divenuti ancora più manifesti. E se da un lato si nega ampiamente la verità dell’anima immortale, dall’altro il corpo è divenuto segno di contraddizione, ridotto ad oggetto o anche falsamente esaltato, per andare contro la legge morale naturale (vedi «il corpo è mio e me lo gestisco io»). In questo solco si inseriscono pratiche come l’utero in affitto o una novità che Marchesini definisce «più sottile della prostituzione», ossia il fenomeno di Only Fans, che di fatto «è prostituzione di massa». In tutto questo si ritorna all’errore di partenza, cioè il non riconoscere che c’è una verità sul corpo. Si crede insomma che un vantaggio immediato (come il guadagno di denaro o un presunto problema “risolto”) corrisponda a un bene. Ma non è così. Spiega Marchesini: «Essendo anima e corpo uniti inscindibilmente, quello che tu fai sul tuo corpo si ripercuote sulla tua persona».
La teoria del gender ha contribuito ad aumentare la confusione odierna, negando la verità sulla natura maschile e femminile. Da qui anche il rifiuto del corpo stesso, un fenomeno che lo psicoterapeuta constata essere in aumento anche per l’esperienza diretta che ha grazie alla sua professione. Marchesini ricorda che non si può mutilare «un corpo sano», come invece si fa attraverso le operazioni per il cosiddetto, impossibile, «cambiamento di sesso». La cui menzogna è svelata da un numero crescente di ex-trans, pentiti di essersi sottoposti a degli interventi che ne hanno appunto deturpato le caratteristiche fisiche.
Il cambio di paradigma sul corpo sta conducendo una certa cultura all’esaltazione del brutto o anche di patologie come l’obesità (vedi la cosiddetta body positivity). Al tempo stesso si diffondono a macchia d’olio piercing e tatuaggi, su cui, secondo Marchesini, regna «troppa superficialità». E ciò è vero anche se oggi, nella gran parte dei casi, si è perso il significato idolatrico che i tatuaggi avevano un tempo. Queste e altre mode contemporanee finiscono per «rendere il corpo grottesco», colpendo l’altro in modo negativo, anche se non sempre c’è alla base questa intenzione.
Di grande interesse le osservazioni che Marchesini fa sul transumanesimo, da lui visto come «l’espressione attuale dell’evoluzionismo, come lo è stata, verso la metà del secolo scorso, l’uso di droghe e altre sostanze», almeno nella visione di Huxley, che aveva l’idea di «causare un salto evolutivo, attraverso la droga, espandendo le capacità della mente. (…) Sappiamo com’è andata», aggiunge il collaboratore della Bussola. «E l’evoluzionismo adesso riprova con il transumanesimo e il suo lato oscuro che è il postumanesimo». Harari, uno degli alfieri di queste ideologie antiumane, «dice chiaramente che dopo l’homo sapiens arriverà l’homo deus, che è il cyborg sostanzialmente». Temi a cui si legano anche gli esperimenti di modifica del DNA.
Tutte queste derive della modernità discendono, nell’ottica di Marchesini e non solo, dall’antica gnosi, che oggi «ha preso il sopravvento». Non è un caso che «la gnosi considera il corpo con disprezzo, come una prigione, un involucro che imprigiona l’anima». Da qui il vertice dell’eresia gnostica, che ribalta il cristianesimo sostenendo che la salvezza, la perfezione si ottenga «commettendo il peccato». Il ribaltamento della morale, ragiona lo psicoterapeuta, reca con sé anche quello dell’estetica, da qui la bruttezza di cui sopra. Per altro verso, da cristiani, sappiamo che «il bello, il giusto e il buono coincidono».
Nel cristianesimo l’unità tra anima e corpo risalta non solo durante la vita terrena ma anche in quella eterna, dove le nostre anime – dopo il Giudizio universale – si riuniranno o con un corpo da dannati, per chi ha rifiutato fino all’ultimo l’Amore di Dio, o con un corpo glorioso, per chi quell’Amore lo ha accolto. E questo profondo rispetto per il corpo, osservano Chiappalone e Marchesini nel loro dialogo, si nota anche in altri aspetti come l’attenzione alla sepoltura (che è sempre da preferire alla cremazione, anche se si è venuto perdendo lo spregio al dogma della resurrezione della carne che caratterizzava tale pratica tra fine XIX e inizio XX secolo), il culto delle reliquie, eccetera. Aspetti che la Chiesa, proprio per contrastare lo gnosticismo oggi dominante, è chiamata a riaffermare.
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