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Il FUTURO DELL'OCCIDENTE

Vietata la mascherina “Gesù mi ama”: ecco gli Usa di Biden

Una scuola del Mississippi impedisce ad una studentessa di portare una mascherina con la scritta cristiana in nome del rispetto per cui i suoi compagni indossavano quella di “Black lives matter”. L’episodio sintentizza ciò che la presidenza democratica di Obama è riuscita a fare in 8 anni e spiega che senza l'argine trumpiano Biden porterà a termine la rivoluzione dall’imperativo categorico: rimuovere i cristiani dall’agone pubblico!

 

Editoriali 07_11_2020

Mentre tutti i suoi compagni di classe indossavano mascherine di ogni tipo e colore con scritte anche molto politicizzate, come “Black Lives Matter” sostenendo così le rivolte violente che hanno colpito gli Stati Uniti, lei aveva deciso di indossarne una in cui esprimeva l’amore che qualcuno ha per lei.

Niente di politico, quindi, né tanto meno violento o scandaloso. Peccato che il nome del suo amante non fosse né quello di un ragazzo, né quello di una donna (che sarebbe stato accettato e accolto in nome dell’inclusione Lgbt) ma quello di Gesù. “Gesù mi ama” era la scritta che aveva scelto di mettersi davanti al volto e per cui è stata redarguita dal preside della scuola.

Perciò Lydia Booth, studentessa liceale del Mississippi, ha denunciato con il supporto dell’Alliance Defending Freedom il distretto scolastico e la Simpson Central School. Secondo il contenzioso, il 13 ottobre i funzionari scolastici avevano detto a Booth che doveva rimuovere la mascherina facciale a causa del messaggio contrario alla politica del distretto scolastico che vieta di indossare protezioni che includono messaggi politici o religiosi.

Eppure i messaggi arcobaleno o quelli a favore delle rivolte venivano permessi, come appunto inclusivi. Mentre sostenere che Gesù ci ama sarebbe discriminante, offensivo e politico. Nella denuncia si parla di lesione del primo emendamento legato alla libertà di espressione che in molte parti degli Stati Uniti oggi è consentita a senso unico, quello politicamente corretto che vede Dio come una minaccia alla sua diffusione ed imposizione.

L’episodio è solo un esempio recente fra i tanti che dimostrano che cosa è successo agli Stati Uniti (ma di riflesso anche all'Europa) nell’epoca obamiana, dove in soli 8 anni la patria della libertà di credo e di pensiero, nata dai padri pellegrini cristiani che volevano vivere liberamente dal governo inglese la propria fede, è stata ribaltata come un calzino.

Con Obama infatti passò il cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso producendo una valagna di leggi sui diritti arcobaleno in tutto l'Occidente. E grazie a cui negli Usa fiorai, pasticceri, albergatori e funzionari pubblici che si rifiutavano con il loro lavoro di approvare le unioni omosessuali venivano denunciati pagando multe da migliaia di dollari. Una ecatombe che ha avuto un freno solo nel 2017 dopo l’elezione di Trump che immediatamente si mise a fianco dell’uomo simbolo di questa ingiustizia, il pasticcere Jack Phillips, il quale vinse poi la causa alla Corte Suprema. Con i democratici alla Casa Bianca, poi, in molte scuole fu vietata la recita delle preghiere cristiane, anche perché, come disse Obama visitando la Turchia islamica, “la nostra non è una nazione cristiana”.

Mentre nel giuramento alla bandiera americana il riferimento ad una nazione “sottomessa a Dio” fu omesso due volte dal presidente democratico, e poi dal suo partito durante l’ultima Convention. Grazie a lui passò anche una legge, poi abrogata da Trump, che imponeva a qualsiasi azienda o istituzione anche religiosa di assumere persone che si dichiaravano omosessuali. Non solo, grazie ad Obama le istituzioni religiose (anche gli ordini religiosi che si occupano dell’aiuto dei poveri) furono costrette a pagare ai propri dipendenti o utenti la contraccezione e l’aborto. Anche questa norma fu cancellata da Trump all’inizio del suo mandato facendo tirare il fiato a quanti rischiavano di dover abbassare le saracinesche a causa della propria fede.

L’esercito americano poi, oltre ad essere stato privato di fondi, fu indebolito da presidente nero con l’istituzione delle quote transessuali (rimosse da Trump). Per non parlare dell'aborto finanziato profumatamente dai democratici, favorevoli all'omicidio di bambini fino al nono mese (sia Obama sia Kamala Harris) e all’uccisione dei bambini sopravvissuti, a cui Trump si è opposto con un ordine esecutivo che impone di prendersi cura del sopravvissuto.

E' chiaro quindi che se il presidente Trump finora è un argine resistente all'attacco anticristiano in Occidente, il sedicente cattolico Biden, che si disinteressa di quanto la Chiesa proclama circa la morale umana e quindi anche della libertà di professarla, è pronto a portare a termine il processo inziato da Obama. Bloccando quello inverso, a tutela degli innocenti e della libertà religiosa.

L’episodio della mascherina vietata, dove basta solo il nome di "Gesù" accostato a quello di "amore" per suscitare reazioni di avversione e scandalo (cosa che non sarebbe mai accaduta prima della presidenza di Obama) è quindi il volto dell’imperativo della sinistra contro il pensiero cristiano nell’agone pubblico: rimuoverlo ad ogni costo. Democraticamente o no, come queste elezioni dimostrano.