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IMPUTATO IL VACCINO

«Verità per Davide, morto per una patologia genetica»

La battaglia per la verità di Sabrina, mamma coraggio, che lotta per scoprire la causa della morte inattesa del figlio 29enne. «È crollato a terra senza vita all'improvviso, la cardiomiopatia che gli hanno trovato è data da un'alterazione genetica. Ma né io né mio marito siamo portatori. Per noi è certo che sia stato il vaccino. Ora, ci dimostrino il contrario». 

Attualità 13_02_2023

«Non mi darò pace fino a quando non mi dimostreranno che il vaccino non c’entra nulla con la morte di mio figlio». Davide Marchesi aveva appena 29 anni quando in una notte di novembre è stato trovato senza vita dai genitori riverso sul pavimento. Lavorava come commesso in un supermercato della sua città, Medolla, in provincia di Modena. Ed è qui, in questa casa in campagna alle porte della cittadina emiliana che la mamma Sabrina e il papà Fabrizio hanno lasciato ancora tutto al suo posto, come se Davide in realtà fosse partito per un viaggio.

Sabrina ha raccontato la tragedia della morte del figlio al microfono di Raffaella Regoli nel servizio di Fuori dal Coro andato in onda martedì scorso. E in questa intervista alla Bussola torna a chiedere ancora una volta, finché avrà forza e voce, verità su una morte che la medicina ufficiale definisce inattesa, ma che ha molti elementi per essere di diretta derivazione dal vaccino anti covid.

Inutile dire, Sabrina, che Davide era sano come un pesce...
Mai un accesso al pronto soccorso, mai un ricovero. Niente di niente. Il classico sano come un pesce.

Eppure, è morto senza un motivo, come si dice sempre più spesso: morte improvvisa...
La medicina legale parla di morte inattesa, ma il risultato non cambia. Davide al momento del decesso non aveva alcuna patologia, ma all’autopsia gli è stata trovata una cardiomiopatia ipertrofica.

Perché?
È quello che vogliamo scoprire affidando a un medico legale l’analisi dei documenti refertati di Davide.

Facciamo un passo indietro. Quando inizia la vostra tragedia?
Il 10 novembre del 2021. Davide era un appassionato di cinema. Mercoledì 10 novembre è al cinema a Modena con gli amici. A mezzanotte mi chiama per dirmi che aveva finito: “Accompagno gli amici a casa e torno”.

E quando rientra?
Verso la mezza, io e mio marito ci eravamo addormentati sul divano e non ci ha svegliato. È entrato in camera sua. All’una e un quarto mio marito si sveglia e passa davanti alla camera, trova la giacca di Davide per terra ed entra in camera. E lì lo trova riverso sul pavimento. Inizia a urlare “Davide, Davide”, allora mi sveglio anche io e chiamo il 118 mentre mio marito gli fa il massaggio cardiaco.

Era già morto?
L’ambulanza arriva dopo circa 15 minuti, viene portato al pronto soccorso dove provano a rianimarlo, ma non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Ovviamente ci chiedono se soffrisse di qualcosa in particolare, se assumeva farmaci, ma l’unica cosa che aveva assunto era stato il vaccino.

Quando aveva fatto le dosi?
Il 6 agosto la prima dose e il 10 settembre la seconda. È morto due mesi dopo.

Che cosa ha detto l’autopsia?
Qui si apre un capitolo molto doloroso. Mi è stata consegnata il 29 aprile del ’22, sei mesi dopo, ho dovuto sollecitare anche con l’avvocato. Il referto parla di “presunta cardiomiopatia ipertrofica e insufficienza mitralica”.

Che fate?
Subito dopo la sua morte ci siamo rivolti ad un cardiologo di fiducia. Guardando le carte ci ha detto che Davide al 99% aveva una cardiomiopatia o ipertrofica o degenerativa. Si tratta di patologie genetiche, quindi il suo primo consiglio è di fare anche noi delle verifiche. Così incominciamo un iter diagnostico per capire se anche noi potevamo averla e chi di noi, tra me e mio marito, potevamo essere i portatori.

Il risultato?
Ci sottoponiamo una serie di esami, tra cui una risonanza magnetica con contrasto per escludere quella patologia. Tutto negativo, in poche parole non siamo responsabili di questa patologia di tipo genetico. A quel punto abbiamo svolto un’indagine genetica su Davide e ci siamo recati al centro di biogenetica di Padova. Anche qui il risultato è negativo: Davide non aveva nessuna forma di natura famigliare, non aveva i geni neanche lui. E a livello cardiaco non c’erano problemi.

Che cosa avete pensato?
Il dubbio che ci era venuto all’inizio si è rafforzato sempre di più.

Il dubbio del vaccino come causa?
Abbiamo contattato diversi cardiologi, tra cui il dottor Salvucci, grazie al Comitato Ascoltami e ora ci siamo affidati ad un medico legale, che adesso ha preso in mano la procedura.

E che cosa pensa?
La sua indagine non si è ancora conclusa.

Nessun medico di quelli che hanno visto Davide ha mai sospettato del vaccino?
Quando all’ospedale mio marito ha urlato: “è stato quell’accidente là” (riferito al vaccino ndr.) i due medici hanno abbassato lo sguardo.

Davide era convinto di vaccinarsi?
L’ha fatto per il Green pass, diciamocelo chiaramente, ne avevamo parlato tanto perché era scettico, poi si è convinto per necessità. È stato l’ultimo dei suoi amici a farlo.

Che cosa vi aspettate dal lavoro del medico legale?
Sta lavorando sulla perizia del medico che ha fatto l’autopsia e sulla perizia di Padova. Non sappiamo ancora se intraprenderemo una strada di una causa penale. Ma come prima cosa io vorrei solo la verità. Ma è una battaglia durissima.

Che cosa vorreste che venisse dimostrato?
Noi abbiamo dimostrato che la patologia genetica di Davide non era ereditaria, ora sta a loro, e per “loro” intendo la medicina ufficiale, dimostrare che il vaccino non c’entra nulla con la sua morte e spiegare il perché di questa alterazione genetica.

Avete chiesto agli amici se, magari, dopo il cinema avesse manifestato di non stare bene o avesse dolori particolari?
Si, ma non aveva manifestato niente, l’ultimo amico che ha accompagnato prima di rincasare ci ha garantito che non aveva dato nessun segnale.