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PAOLO IL CALDO

Uomo e Creato, qualche idea in attesa dell'Enciciclica

In attesa dell’Enciclica di Papa Francesco sull’ambiente, occorre approfondire e dettagliare una posizione dei cattolici sull’argomento. Coinvolgendo menti brillanti e risorse scientifiche, operative e politiche dotate di competenza e di esperienza, l’impresa può essere avviata con ottime speranze di successo.

Paolo il caldo 03_12_2014
Paolo Togni

L’amore per il Creato nutrito dai cristiani affonda le proprie radici nella Genesi, dove esplicitamente tutto ciò che il Padre Eterno, uno e trino prima dell’inizio dei tempi, aveva creato dal nulla e giudicato buono viene affidato ad Adamo, che ne diviene consegnatario a nome dell’umanità, perché lo comandi e lo usi nell’interesse suo e della sua discendenza. Per lungo tempo uomo e ambiente furono in perfetto accordo, poi, venendo avanti con i tempi, fu San Francesco ad impersonare con fede particolarissima il rilancio del rapporto tra i figli di Dio e il resto del Creato. Si trattava di un’operazione mistica e filosofica insieme, nella quale si impegnarono, pressoché contemporaneamente anche se da versanti diversi, il Poverello d’Assisi e San Tommaso d’Aquino: lo spirito più mistico e il pensatore più potente che il mondo abbia visto fino ad oggi. I due definirono una visione dell’uomo e un sistema di vita che ricomposero l’uomo nella sua unità, mettendolo in grado di colloquiare serenamente con gli altri esseri.

Nel corso dei secoli, poi, in molte occasioni la Chiesa parlò di questo rapporto, ponendone i termini in maniera corretta: l’uomo è l’unico essere dotato di anima, intelligenza e libero arbitrio del Creato, e perciò gli incombe una forte responsabilità verso le altre creature, che non possono essere ritenute titolari di diritti, formano però oggetto di doveri dell’uomo verso di loro: usarne per le proprie necessità, ma non abusarne; garantirne nei limiti del possibile le buone condizioni di vita; impedire che subiscano violenze o dolori evitabili sono tra i principali. Nel Deposito della Fede, tuttavia, non sono frequenti le pronunzie esplicite e dirette sull’argomento, e ciò ha determinato il fatto che molti bravi cristiani abbiano interpretato la scarsità di pronunzie aventi a oggetto specifico il rapporto tra uomo e ambiente come poca rilevanza attribuita all’argomento; e in effetti solo negli ultimi cinquant’anni si trovano negli atti del Magistero argomenti specificamente sul tema del rapporto tra l’uomo e il resto del Creato, specialmente dal punto di vista generale e di inquadramento della materia. 

Ricordo dichiarazioni e pronunzie dirette dei Santi Padri, almeno a partire da Pio XII, della Pontificia Commissione “Iustitia et Pax”, custode della Dottrina sociale cristiana, e della Pontificia Accademia delle Scienze; che le fondamenta della visione dell’ambiente e della sua tutela della Chiesa ne risultano chiare e forti. Esse riposano sui principi dell’antropocentrismo, dell’interesse per l’uomo, e del rispetto e dell’amore per il Creato e per tutte le creature del Signore; è chiaro a chiunque abbia anche sommariamente approfondito l’argomento che fondamenta altrettanto forti ne sono l’acquisizione dei dati scientifici sviluppati al momento della pronunzia, e l’assenza di pre giudizi e posizioni ideologiche di qualunque tipo.

Anche dal rapporto tra uomo e ambiente, dunque, scaturisce la conferma del principio ribadito mirabilmente da Benedetto XVI, per il quale scienza e fede, figlie entrambe dello stesso Creatore, non possono in alcun modo trovarsi in contrasto tra di loro. Appare però necessario, mentre si attende l’Enciclica sull’ambiente e in un momento nel quale il dibattito sull’argomento sta tornando a essere vivace, approfondire e dettagliare una posizione dei cattolici sull’argomento. Coinvolgendo le molte menti brillanti che ci sono nel nostro ambiente, e mettendo insieme risorse scientifiche, operative e politiche dotate di competenza e di esperienza, l’impresa può essere avviata con ottime speranze di successo; che, naturalmente, non si misurerà dal numero di pagine che i giornali vorranno dedicare all’iniziativa, ma dalla serietà e dall’impegno che coloro che vi parteciperanno vorranno mettere nell’impresa.

 

 

 

 

 

 

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