Attacchi terroristici: il triste primato dell'Italia
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Nel 2024 l’Europa ha contato 58 attacchi terroristici. A colpire è stato il terrorismo jihadista, segue la galassia della sinistra anarchica. E all’Italia spetta un primato carico di inquietudine: 21 attentati terroristici sul totale.

Anna Sjöberg, responsabile del Centro europeo antiterrorismo (ECTC) di Europol, ha presentato l’ultima relazione sulla situazione e le tendenze del terrorismo nell’UE (EU TE-SAT) relativa all’anno 2024. Ha aperto il suo intervento sottolineando l’ampia portata della relazione, che combina dati su attacchi terroristici, arresti e condanne negli Stati membri, contestualizzati all’interno di tendenze ideologiche in evoluzione. Un dossier lungo 75 pagine fitte di dati e che racconta di bombe, coltelli, sangue, minorenni radicalizzati, social network infestati da ideologie vecchie e nuove che si mischiano in cerca di adepti e nuove vittime.
Nel 2024, l’Europa ha contato 58 attacchi terroristici in 14 Stati membri: 34 portati a termine, 5 falliti, 19 sventati in extremis. A colpire con maggiore forza è stato il terrorismo jihadista, con 24 episodi — un balzo netto rispetto ai 14 dell’anno precedente. Segue la galassia della sinistra anarchica responsabile di 21 attacchi.
Spetta all’Italia l’onere di un primato che pesa come un monito carico di inquietudine: 21 attentati terroristici su 58 totali.
L’Italia si è ritrovata al vertice dell’unica classifica che nessuno ambisce a guidare: nessun altro Paese dell’Unione ha contato più attentati. Neanche la Francia, che pure ha pagato un tributo pesante con 14 episodi. Ma c’è di più. Dei 21 attacchi riconducibili alla matrice anarchico-rivoluzionaria, ben 18 si sono verificati entro i confini italiani. Un segnale forte, seppur in lieve calo rispetto ai ben 30 del 2023 e sempre con l’Italia come teatro. Una miccia accesa che ci racconta come, in Italia e nel resto d’Europa, mentre la sinistra estrema si conferma la più prolifica per numero di azioni, è il terrorismo jihadista a conservare il primato della violenza più brutale: meno attacchi, ma più letali colpendo almeno 23 persone tra morti e feriti gravissimi.
Nel tracciare la mappa delle minacce terroristiche in Europa, Europol mette in evidenza un intreccio di fattori geopolitici: il conflitto tra Israele e Palestina che incendia le retoriche rivoluzionarie, l’antisemitismo che serpeggia trasversalmente tra le ideologie, e il ruolo sempre più strategico del nuovo governo siriano. Ma il conflitto a Gaza a pesare come un acceleratore sulla minaccia terroristica in Europa. Nel 2024, attacchi e incitamenti alla violenza hanno attraversato l’intero spettro ideologico, alimentati da una propaganda online sempre più aggressiva. I canali estremisti hanno sfruttato la crisi mediorientale per innescare odio, antisemitismo e anti-occidentalismo moltiplicando messaggi e simboli virali.
A pagare il prezzo più alto sono i più giovani: cresce il numero di minorenni e under 25 coinvolti in attività terroristiche e di estremismo violento. Ottanta persone sono state arrestate per la diffusione di propaganda jihadista, in gran parte legata all’ISIS e alla sua filiale ISKP. Il web resta l’arma preferita: tra social e app di messaggistica si muovono individui radicalizzati, spesso giovanissimi e auto indottrinati. Alcuni si limitano a rilanciare contenuti già esistenti, altri riescono a produrre materiali autonomi, perfino generati dall’intelligenza artificiale.
Così, lo scorso anno, la crisi di Gaza è diventata il nuovo carburante ideologico per le principali organizzazioni terroristiche globali. Sia al-Qaeda che lo Stato Islamico hanno cercato di inglobarla nelle proprie narrazioni propagandistiche, sfruttandone la potenza emotiva e simbolica. L’ISIS ha rilanciato l’idea di una guerra totale tra islam e infedeli, lanciando a febbraio una campagna internazionale dal titolo eloquente: “Uccidili ovunque li troviate”. Il messaggio del portavoce, diffuso via audio, ha riecheggiato in numerose rivendicazioni firmate dalle sue filiali nel corso dell’anno. Al-Qaeda ha scelto invece una strategia più sottile ma altrettanto pericolosa: ha usato Gaza come leva retorica contro l’Occidente, presentandosi come il difensore globale dei musulmani. In questa visione, la liberazione della Palestina resta un tassello essenziale del suo progetto di lungo termine: creare uno Stato islamico dopo aver espulso ogni traccia di Occidente dal mondo musulmano.
Sono fatti in casa. Nei garage di chi è cresciuto nel brodo ideologico dell’antagonismo endemico, dell’avversione cronica all’ordine costituito. Il rapporto dell’Europol non usa mezzi termini: gli attentati di matrice anarchica e di sinistra, «rappresentano una minaccia costante e specializzata, difficile da infiltrare per l’assenza di gerarchie chiare». Pur non letali nella maggior parte dei casi, sebbene condotti con precisione chirurgica, nessuna improvvisazione, ma sempre azioni dirette e mirate. I bersagli? Infrastrutture industriali, aziende private, simboli politici.
Ed è soprattutto sul fronte della prevenzione che si concentrano oggi le dinamiche più intense — ed è ancora l’Italia ad essere protagonista. I 62 arresti legati al terrorismo registrati in un solo anno, la collocano al terzo posto nell’Unione Europea, preceduto soltanto da Spagna (90) e Francia (69). Quasi la totalità dei 62 finiti in manette in Italia è riconducibile a cellule strutturate o a singoli individui radicalizzati. A livello continentale, gli arresti per terrorismo jihadista hanno toccato quota 289: un dato che colpisce ancora di più se si considera che, tra questi, 62 erano minorenni, spesso poco più che ragazzini.
Anche la giustizia europea non è rimasta a guardare. In tutta l’Unione, sono state emesse 485 sentenze per terrorismo: 427 condanne, 59 assoluzioni. A guidare la risposta giudiziaria è la Francia, con 133 procedimenti conclusi, seguita dall’Austria (64) e dal Belgio (62). Numeri che raccontano come la pressione della minaccia incomba sul sistema giudiziario locale, e a spese dei contribuenti: le aule di tribunale sono diventate il secondo fronte della lotta al terrorismo islamico.
«Si radicalizzano in rete», avverte il dossier. E la tendenza, lungi dall’arrestarsi, peggiora. I nuovi jihadisti sempre più spesso agiscono in solitaria, senza legami strutturati con gruppi come ISIS o al-Qaeda. Lo scorso anno gli attentati riconducibili al terrorismo jihadista sono saliti a 24 — contro i 14 dell’anno precedente — con sei attentati portati a termine: due in Francia, due in Germania, uno in Irlanda e uno nei Paesi Bassi. I condannati per reati legati al jihadismo sono stati 302. Non va dimenticato che lo scorso anno, in ragione dei Giochi di Parigi 2024, tutta Europa è stata avvolta da una massiccia rete di controlli, oltre che dispiegamento di forze senza precedenti nella storia recente. «Molti pianificavano azioni contro eventi di massa», si legge nel rapporto, «come le Olimpiadi di Parigi o i campionati europei di calcio».
L’Europa ha registrato un solo attentato dell’estrema destra completato nel 2024. Ed è avvenuto in Italia: unico caso nel continente. Paradossalmente, però, gli arresti per terrorismo di destra sono stati più numerosi di quelli per la galassia anarchica e di sinistra: 47 nel 2024, in netta crescita rispetto ai 26 dell’anno precedente. Secondo Europol, si tratta di un estremismo più sorvegliato, più contenuto e più censurato. «Mentre il radicalismo islamico sfugge ancora ai radar», scrivono gli analisti, «i contenuti legati all’estrema destra vengono spesso rimossi con rapidità».
Il terrorismo jihadista resta la minaccia più pervasiva per la sicurezza europea. Con gli anarchici ne condividono il palcoscenico. Tra bombe artigianali, coltelli, sangue e propaganda incendiaria, jihadismo e anarchia scrivono oggi il nuovo alfabeto della paura in Europa.