Unione gay + benedizione: abbinata anti ordine naturale
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Coppia gay dopo l'unione civile si farà benedire dal prete. Una violazione persino di Fiducia Supplicans, ma scontata nella prassi pastorale. Così la Cirinnà e Tucho non potevano che "sposarsi": due anime gemelle nate dalla medesima rivoluzione contro l’ordine naturale.
Unione civile più benedizione. Siamo certi che la pratica prenderà sempre più piede. Siamo a Cartoceto in provincia di Pesaro e il 14 settembre prossimo il 34enne Hector Pautasso e Filippo Sanchi, di anni 37, si uniranno civilmente. I due sono convinti attivisti del movimento LGBT: oltre ad aver partecipato al Marche Pride ad Ancona, erano presenti anche ad un incontro sulla cosiddetta omofobia tenutosi a Fano il 17 maggio scorso.
Filippo Sanchi racconta al il Resto del Carlino: «L’evento fanese è stato qualcosa di storico perché per la prima volta c’era anche un sacerdote, il nostro amico e incaricato diocesano per la pastorale Lgbtqia+, don Giuseppe Cavoli». E poi aggiunge riferendosi al giorno in cui si uniranno civilmente: «Dopo la celebrazione in sala consiliare ci ritroveremo alla Locanda la Cerasa, dove tra parenti e amici saremo quasi 200. E durante la festa ci sarà un momento per noi importante e bellissimo: la benedizione religiosa di coppia che ci impartirà don Giuseppe Cavoli, autorizzata dal vescovo Andrea. Solo a pensarci ci assale l’emozione».
Sulla decisione di Don Cavoli di impartire questa benedizione, evitando scontati giochi di parole, articoliamo un paio di riflessioni. Monsignor Víctor Fernández, prefetto per il Dicastero per la Dottrina della Fede, ha scritto nero su bianco nella dichiarazione Fiducia supplicans, documento che legittima la benedizione di coppie gay e irregolari, che tali benedizioni si potevano impartire a patto che non mimassero la benedizione degli sposi e che non si creasse in alcun modo confusione tra questo tipo di benedizioni e il matrimonio.
Riportiamo il passaggio di FS che qui interessa: «Proprio per evitare qualsiasi forma di confusione o di scandalo […] questa benedizione mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi» (39). Lo sottolineiamo: la benedizione di una coppia omosex non deve essere svolta in relazione ai riti civili di unione. Benedire i signori Pautasso e Sanchi subito dopo che si saranno uniti civilmente e durante il loro ricevimento rientra appieno nell’ambito del divieto indicato da FS, perché tale benedizione è palesemente in relazione con l’unione civile appena conclusa.
Ma questo accade quando si accetta il principio che è "moralmente buono" benedire una coppia omosessuale. Se è lecito benedire questa relazione perché buona, non si comprende il motivo per vietare la benedizione quando è successiva ad una unione civile. Se è cosa buona benedire religiosamente una coppia gay, è altrettanto cosa buona l’unione civile di una coppia gay. E allora perché vietare una benedizione che si affianca a tale rito civile? Solo perché si creerebbe confusione con l’istituto del matrimonio? Ma se la relazione omosessuale è una relazione moralmente lecita perché i due non potrebbero anche sposarsi? Dunque questo divieto è irragionevole e come tale è caduto immediatamente nella prassi pastorale con tanto di benedizione – per rimanere in tema – del vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola Mons. Andrea Andreozzi.
Sospettiamo fortissimamente che questa fuga in avanti verso il baratro, come altre simili, sia stata precisamente prevista dagli estensori di FS e desiderata. Il giochino è sempre il solito: facciamo passare il principio X con mille paletti, certi che questi paletti presto cadranno perché antitetici al principio X. Fai cadere la prima tessera del domino e tutte le altre cadranno di conseguenza. Questa non è pastorale, ma strategia ideologica.
Seconda riflessione. Il caso di Pesaro potrebbe inaugurare un’accoppiata vincente sulla ruota arcobaleno: rito civile più rito religioso. Un po’ come si fa in quelle nazioni dove, a differenza dell’Italia, il matrimonio canonico non produce immediati effetti civili. Ecco dunque due momenti separati, ma identici nel celebrare la medesima unione. Prima davanti al sindaco e poi davanti a Dio (per essere giudicati). L’evoluzione, o meglio, l’involuzione porterà rapidamente ad invocare effetti concordatari di carattere civile anche per le benedizioni di coppie gay.
Infine è interessante sottolineare la continuità ideologica che esiste tra unioni civili e benedizioni di coppie gay. Entrambi hanno sferrato una ferita quasi letale al matrimonio. Infatti la legge Cirinnà ha elevato a rango matrimoniale le relazioni omosessuali in ambito civile, FS ha prodotto il medesimo effetto in ambito religioso. Scontato quindi che due iniziative così simili si intrecciassero, trovassero l’una nell’altra qualcosa di sé. Unione civile e benedizione gay – è proprio il caso di dirlo – non potevano che sposarsi, prima o poi, perché sono due anime gemelle nate nel seno della medesima rivoluzione contro l’ordine naturale.
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