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Rifugiati

Un rapporto sugli iraniani cristiani profughi in Turchia

Il rapporto frutto di una indagine congiunta delle organizzazioni Open Doors, Csw, Article18 e Middle East Concern ne documenta la difficile condizione

Le organizzazioni Open Doors, Csw, Article18 e Middle East Concern hanno pubblicato lo scorso giugno un rapporto sulle persecuzioni contro i cristiani in Iran e sulle difficoltà di quelli che scelgono di fuggire all’estero e, come prima tappa, entrano in Turchia. Si intitola “The Plight of Iranian Christian Claiming International Protection in Turkiye” (La situazione dei cristiani iraniani che chiedono protezione internazionale in Turchia). La loro condizione già difficile è peggiorata nel 2018 quando le autorità di Ankara hanno ricevuto il compito di valutare le richieste di asilo e la concessione della protezione internazionale dagli uffici dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Vivono in una specie di limbo, spiega e documenta il rapporto, costretti più ancora degli altri profughi “in condizioni d’esistenza precarie, senza un lavoro o un reddito stabile, col rischio continuo di essere deportati”. Hanno difficoltà a trovare lavoro, hanno limitate opportunità di ottenere sostegno finanziario, spesso i proprietari di case sono riluttanti ad affittare loro un appartamento oppure chiedono cauzioni e importi superiori ai prezzi di mercato. La loro libertà di movimento è limitata alla provincia in cui vengono registrati, devono chiedere permessi speciali per recarsi altrove e sono sotto costante minaccia di vedersi revocare lo status di rifugiato o la protezione internazionale e di essere rimpatriati. Da questo limbo oltre tutto per loro è diventato molto più difficile uscire perché di recente si sono ridotte le possibilità di riallocazione tramite l’Unhcr in paesi terzi – i più richiesti, Canada, Australia e Stati Uniti – e le procedure hanno subito un generale, sensibile rallentamento. Attualmente la percentuale di iraniani riallocati è piccola e ancora più piccola quella degli iraniani cristiani.