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GUERRA IN EUROPA

Ucraina-Russia: bombardamenti su città e retrovie

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Bombardamenti sulle città ucraine con droni e missili russi. Rappresaglia ucraina su Belgorod. Contro-rappresaglia russa su Kharkiv e Kiev. Le città sono tornate ad essere bersagli.

Esteri 04_01_2024
Zona residenziale a Kiev colpita negli ultimi bombardamenti russi (La Presse)

La Russia ha attaccato l'Ucraina con almeno 500 missili e droni negli ultimi cinque giorni. L’ ha detto ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il colloquio telefonico con il primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak, in cui si è discusso di come rafforzare la difesa aerea ucraina, a cui Londra contribuirà con circa 200 nuovi missili ASRAAM a corto raggio.

I numeri forniti da Zelensky, secondo il quale gran parte dei missili e droni russi sono stati abbattuti, offrono in ogni caso un’idea dell’offensiva lanciata dai russi contro le retrovie ucraine che sembra aver preso di mira batterie missilistiche e i radar della difesa aerea, impianti industriali per la produzione di droni e munizioni e basi aeree ucraine. Una fonte dell’industria della Difesa ucraina ha ammesso a The Economist molti degli attacchi russi hanno avuto successo. «Gli attacchi avevano un significato strategico per il nemico per ridurre la nostra capacità di colpire. Questa è una battaglia per chi può distruggere più armi a lungo raggio del nemico».

«Non abbiamo mai visto così tanti obiettivi contemporaneamente sui nostri radar» – ha detto il portavoce dell’Aeronautica ucraina Yuri Ignat. I russi hanno impiegato missili da crociera lanciati dai velivoli e navi, missili balistici lanciati da terra, droni Geran 2, missili anti-radar e missili ipersonici Kinžhal, lanciati da aerei e a cui sono stati affidati i bersagli più paganti, come le batterie antiaeree di Patriot e IRIS-T forniti a Kiev da Stati Uniti e Germania.

Secondo esperti russi e stranieri, anche i moderni missili di difesa aerea non sono in grado di garantire l’abbattimento dei missili russi, in particolare dei supersonici Kh-22 e degli ipersonici Kinzhal. L’Occidente ha fornito a Kiev i sistemi di difesa aerea SAMP-T, Patriot, Iris-T, NASAMS, Spada e Crotale, ma le autorità ucraine affermano che non sono sufficienti. Da maggio l’Ucraina ha esaurito le scorte di missili di tipo russo/sovietico che costituivano la spina dorsale della difesa aerea e lo stesso presidente Zelensky ha ammesso che Kiev trova molte difficoltà a ottenere dai partner occidentali l’invio di ulteriori lotti di sistemi di difesa aerea Patriot.

Gli obiettivi colpiti si trovano soprattutto nelle regioni di Kiev, Kharkiv, Dnipro, Kherson, Zaporizhzhia e Lviv e anche se il Ministero dell’Energia ucraino ha annunciato interruzioni del servizio elettrico in alcune zone non sembra che vi fossero obiettivi di tipo energetico tra quelli attaccati dai russi. Nell’ottobre scorso fonti dell’intelligence di Kiev resero noto che i russi stavano accumulando 800 missili balistici e da crociera in vista della campagna invernale tesa a colpire le infrastrutture energetiche.

Il massiccio attacco russo potrebbe costituire una risposta all’affondamento della nave da sbarco e trasporto Novocherkassk colpita nel porto di Feodosia, in Crimea, oppure rappresentare l’avvio di una campagna di attacchi in profondità tesa a paralizzare l’apparato produttivo militare ucraino e a demolire le difese aeree oggi più che mai incentrate sulle forniture occidentali in costante calo.

Mosca ha negato di aver colpito obiettivi civili attribuendo i morti tra la popolazione ucraina al sistema di difesa aerea di Kiev che tenta di abbattere sulle città i missili russi. La risposta ucraina ha visto il lancio di decine di droni contro obiettivi in territorio russo e il bombardamento della città russa di Belgorod, non distante dal confine ucraino, effettuato il 30 dicembre e poi nei giorni successivi con razzi a lungo raggio di produzione ucraina e ceca con munizioni a grappolo che hanno provocato una trentina di morti e oltre 200 feriti.

Il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato Regno Unito, Stati Uniti e «tutti i Paesi Ue che forniscono armi all’Ucraina» di essere responsabili dell’attacco a Belgorod, condotto anche con munizioni a grappolo secondo i dati di Mosca. La Russia ha inoltre chiesto una seduta d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Kiev non ha perso l’occasione per replicare al comunicato russo che attribuiva alla contraerea ucraina le vittime civili nelle città ucraine. «Le Forze di Difesa ucraine stanno praticando una serie di attività contro obiettivi che sono specificamente strutture militari. I danni alle infrastrutture civili di cui siamo testimoni a Belgorod sono la conseguenza di azioni non professionali della difesa aerea russa e di provocazioni deliberate e pianificate», ha affermato una fonte dei servizi speciali ucraini a Ukrainska Pravda.

Che l’attacco a Belgorod fosse una rappresaglia contro i civili sembrerebbe indicarlo anche l’imbarazzo di Washington. «Gli Stati Uniti non incoraggiano e non approvano attacchi simili a quello che l’Ucraina ha effettuato sulla città russa di Belgorod», ha dichiarato ai media un portavoce del dipartimento di Stato. Subito dopo l’attacco a Belgorod, il consigliere presidenziale, Mykhailo Podolyak, si è espresso contro qualunque ipotesi di negoziati con la Russia, aggiungendo che Mosca sarà «costretta ad accettare un ultimatum» per porre fine al conflitto. La replica è arrivata di nuovo da Zakharova, che ha precisato come la Russia «non sia mai stata soggetta» ad ultimatum o ricatti. Il dibattito però lascia intendere che la rappresaglia di Kiev su obiettivi civili avesse anche l’obiettivo politico di allontanare ogni ipotesi di negoziati con la Russia, osteggiati ed esclusi da Zelensky e dal suo entourage ma considerati da molti in Ucraina, anche negli ambienti militari, l’unica strada percorribile per far cessare il conflitto.

All’attacco a Belgorod, non lontana dal confine ucraino, ha risposto una contro-rappresaglia russa a Kharkiv, città ucraina non lontana dal confine russo, con attacchi di droni e missili. Le forze russe hanno colpito «i centri decisionali e le installazioni militari ucraine in cui è stato pianificato l’attacco di ieri alla città russa di Belgorod» ha reso noto il ministero della Difesa russo. Tra gli obiettivi il Palace Hotel che ospitava secondo Mosca fino a 200 “mercenari” stranieri che intendevano prendere parte a “raid terroristici” oltre il confine russo. L’attacco ha portato all’eliminazione anche di funzionari dell’intelligence di Kiev, tutti coinvolti nella pianificazione dell’attacco a Belgorod. Anche Kiev e dintorni è stata pesantemente colpita dai raid di missili e droni russi che avrebbero colpito obiettivi militari vicino alla capitale.

Sul campo di battaglia nelle regioni di Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk i russi continuano a conseguire lievi ma costanti progressi. Le forze ucraine continuano a ritirarsi progressivamente dai settori di Rabotino-Novoprokopivka-Verbovoe, punto di massima penetrazione durante la controffensiva estiva. I russi avanzano anche nel nord nei settori di Kupyansk, Kremennaya e verso Lyman e Siversk mentre a ovest di Bakhmut sono penetrati nel villaggio di Bogdanivka, a pochi chilometri da Chasyv Yar. Lo sforzo bellico maggiore sembra concentrato su Avdiivka dove le ali dello schieramento russo sono avanzate per molti chilometri chiudendo la roccaforte ucraina in una morsa che potrebbe costringere le truppe di Kiev a ritirarsi prima di venire imbottigliate.

​Nel complesso le operazioni delle ultime sei settimane hanno determinato la caduta della roccaforte ucraina di Marynka (regione di Donetsk), progressi russi su tutti i fronti e soprattutto ritirate ucraine che hanno di fatto azzerato tutti i limitati successi territoriali conseguiti durante sei mesi di controffensiva. Recentemente il sito francese di OSINT Guerre d’Ukraine ha confermato i dati diffusi a fine ottobre dal New York Times, quantificando in 523 chilometri quadrati il territorio riconquistato dalle truppe di Kiev nel 2023 (e oggi in gran parte tornato sotto controllo russo) mentre l’anno scorso le forze russe hanno ampliato i territori sotto il loro controllo di 587 chilometri quadrati.