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RESTA IL SUPPORTO VITALE

Tinslee, la Corte Suprema del Texas dà altro tempo

Tinslee Lewis, 20 mesi, affetta da una rara patologia cardiaca. La Corte Suprema del Texas ha respinto la richiesta dell’ospedale di staccarle la ventilazione. Sollievo per la famiglia, che chiede di continuare le cure e praticare la tracheostomia. Il caso torna all’esame della corte distrettuale. Chiesa texana divisa.

Vita e bioetica 22_10_2020

Il supporto vitale, almeno per ora, deve rimanere. La Corte Suprema del Texas ha respinto la richiesta del Cook Children’s Medical Center di staccare la ventilazione a Tinslee Lewis, 20 mesi, affetta da una rara patologia cardiaca. Si tratta solo dell’ultima tappa della battaglia legale che ha coinvolto la bambina fin dall’autunno 2019, quando l’ospedale di Fort Worth aveva comunicato a Trinity Lewis, contraria al distacco del ventilatore della figlia, la decisione di avvalersi della cosiddetta “Regola dei 10 giorni” (10-day Rule). Norma che consente ai nosocomi di staccare unilateralmente i supporti vitali e dà ai familiari - dal momento della ricezione del preavviso formale - appena dieci giorni per presentare ricorso in tribunale o trovare un’altra struttura disponibile. Un po’ come avere una pistola puntata con tanto di conto alla rovescia prima di sparare.

Rimane quindi in vigore l’ordinanza restrittiva temporanea che vieta al Cook Children’s di interrompere le cure. L’ospedale aveva presentato ricorso alla Corte Suprema del Texas (Scotx) il 20 agosto, chiedendo di rigettare il verdetto del 24 luglio con cui la Seconda Corte d’Appello di Fort Worth aveva trovato fondate le argomentazioni legali della famiglia Lewis, che lamenta la lesione del diritto alla vita e al giusto processo. I giudici d’appello, con un voto di 2-1, avevano quindi consentito ai familiari di Tinslee di continuare a sfidare la “Regola dei 10 giorni”, rimandando il riesame nel merito - sulla base dei rilievi esposti nelle 148 pagine dell’opinione di maggioranza - al 48° Tribunale Distrettuale. Ed è a questa stessa corte che ora viene rimesso il caso grazie alla decisione della Scotx.

La bambina e i suoi cari hanno dunque più tempo. A proposito di tempo, bisognerebbe ricordare che lo scorso dicembre il Cook Children’s aveva sostenuto in tribunale che alla bambina restassero «meno di cinque mesi di vita». Di mesi, da allora, ne sono passati già dieci, perciò si è trattato evidentemente di una previsione sbagliata. Tinslee è cosciente quando non è sedata, ed è capace di muovere la testa e gli arti come mostra un video pubblicato ad agosto da Texas Right to Life, organizzazione pro vita che sta aiutando anche legalmente la famiglia.

La battaglia giudiziaria, tra l’altro, sta recando con sé una singolare frattura interna alla Chiesa cattolica texana, anch’essa segno della crisi di fede e morale in cui siamo immersi. Fin qui la posizione della Conferenza episcopale texana è stata quella di sostenere la richiesta del Cook Children’s di staccare il supporto vitale. Ricordiamo che a luglio due medici esterni all’ospedale, Glenn Green e Patrick Roughneen, avevano dissentito dalla diagnosi del Cook Children’s e spiegato la necessità di una tracheostomia. Green si era anche offerto per eseguirla. Ma la struttura che ha in cura Tinslee ha già detto che accetterebbe di fare una tracheostomia solo se la madre firmasse un ordine di non rianimare (Dnr, “Do-not-resuscitate”). Church Militant ha chiesto alla Conferenza episcopale texana (Cet) se, alla luce di questa decisione del Cook Children’s, avrebbe rivisto la propria posizione: la Cet ha riferito che non avrebbe commentato e in seguito ha firmato un amicus curiae (letteralmente “amico della corte”, una memoria legale presentata da chi non è parte in causa) rivolto alla Corte Suprema del Texas per ribadire la propria opposizione al prosieguo delle cure di Tinslee.

Ma rispetto a questa linea hanno manifestato il loro dissenso due vescovi combattivi, monsignor René Henry Gracida (nativo della Louisiana), vescovo emerito della diocesi di Corpus Christi, e monsignor Joseph Strickland, vescovo di Tyler, uno dei prelati texani che da anni più si espongono a difesa dei principi non negoziabili.

Prima che la Scotx prendesse la sua decisione, Strickland e Gracida hanno sottoscritto un amicus curiae predisposto da organizzazioni a sostegno dei disabili e rivolto ai giudici supremi del Texas. Tra i firmatari figurano Protect Tx Fragile Kids, Healthcare Advocacy and Leadership Organization (questi due gruppi hanno sostenuto i costi per la preparazione della memoria legale), Autistic Self Advocacy Network, Terri Schiavo Life & Hope Network e altri ancora.

Nell’introduzione dell’amicus curiae pro Tinslee si legge: «Gli amici ritengono che la Regola dei 10 giorni sia incostituzionale, e che sia illegittimo rimuovere unilateralmente le cure mediche di sostentamento vitale della piccola Tinslee Lewis (…). Sebbene sia una bambina in qualche modo fragile, T.L. è cosciente, interagisce con la sua famiglia e con alcuni badanti, e gode della vita. La vita di T. L. ha un valore inestimabile nonostante le sue sfide mediche, e la gioia e l’amore che T.L. condivide con la sua famiglia meritano di essere protetti».

La palla ripassa quindi alla corte distrettuale, in attesa che venga fissata un’udienza. La famiglia chiede preghiere.