Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
SOCIAL NETWORK

TikTok negli Usa: vendere o vietare? Trump prende tempo

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Il social network TikTok, di proprietà cinese, è nel mirino del goveno Usa per motivi di sicurezza nazionale. Dopo il primo braccio di ferro con Trump, Biden ha avuto un approccio più cauto. Ora Trump che farà?

Economia 31_12_2024
TikTok (La Presse)

TikTok, il social network di proprietà cinese che ha conquistato milioni di utenti nel mondo, continua a essere un punto di scontro tra Stati Uniti e Cina. La questione è ora sul tavolo della Corte Suprema americana, chiamata a decidere tra due scenari: vietare l’app sul territorio nazionale o costringerne la vendita a un’entità americana. Il dibattito, che combina elementi di geopolitica, tecnologia e sicurezza nazionale, rivela divergenze profonde tra la gestione dell’amministrazione Biden e quella del suo predecessore, Donald Trump, sulla questione.

Il timore del controllo cinese. Alla base del dibattito c’è il legame tra TikTok e ByteDance, la società madre con sede in Cina. Secondo le autorità statunitensi, la connessione con il governo cinese è un rischio per la sicurezza nazionale, considerando che la Cina può esercitare un controllo stringente sulle aziende domestiche. Le preoccupazioni principali riguardano la possibilità che i dati degli utenti americani vengano utilizzati per finalità di sorveglianza o spionaggio, offrendo a Pechino un accesso privilegiato a un’enorme mole di informazioni personali.

Gli Stati Uniti vedono inoltre con sospetto il potenziale utilizzo di TikTok come veicolo di propaganda politica. Non è sfuggito il fatto che algoritmi sofisticati come quello dell’app possano essere manipolati per promuovere contenuti favorevoli alla Cina o destabilizzare la politica interna americana.

Il dibattito Europa-USA: privacy contro sovranità nazionale. Mentre in Europa le preoccupazioni relative a TikTok si concentrano principalmente sulla protezione dei dati e sulla privacy degli utenti, negli Stati Uniti il fulcro del dibattito ruota attorno alla nazionalità dei proprietari e alla sovranità. Il GDPR europeo impone regole rigide sul trattamento dei dati personali, che mettono TikTok sotto pressione costante nel Vecchio Continente. Negli Stati Uniti, invece, la questione sfiora quasi l’ideologia: la presenza cinese nel capitale di un social così influente viene considerata una minaccia alla sovranità tecnologica e strategica americana.

Questa differenza di prospettiva è significativa: in Europa il tema della privacy è generalmente affrontato con un approccio giuridico, mentre negli Stati Uniti il problema è intrinsecamente politico e strategico, profondamente influenzato dalle tensioni con la Cina.

L’approccio Trump: aggressività e nazionalismo tecnologico. Non parliamo poi delle differenti vedute che, invece, intercorrono tra l’amministrazione democratica e quella repubblicana in merito alla vicenda. Durante la sua presidenza, Donald Trump ha adottato un atteggiamento particolarmente duro nei confronti di TikTok. Nel 2020, l’allora presidente aveva già minacciato di vietare l’app negli Stati Uniti se ByteDance non avesse venduto TikTok a un’azienda americana. L’idea era quella di nazionalizzare l’app per eliminare l’influenza cinese e garantire che i dati degli utenti americani rimanessero sotto il controllo di Washington.

La linea di Trump era diretta e aggressiva, concentrata su decisioni rapide. Sebbene il divieto non sia mai stato formalizzato, Trump ha imposto una pressione costante su TikTok, rendendolo un simbolo delle più ampie tensioni commerciali e tecnologiche tra Stati Uniti e Cina. In una recente dichiarazione, l’ex presidente ha ribadito la sua posizione, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero dover «tenersi TikTok per un po’», pur mantenendo alta l’attenzione sul tema.

L’inerzia di Biden. In contrasto con l’approccio assertivo di Trump, l’amministrazione Biden sembra aver adottato una strategia più cauta e, a detta di alcuni osservatori, eccessivamente lenta. Nonostante le stesse preoccupazioni siano state sollevate riguardo alla sicurezza dei dati e all’influenza cinese, Biden non ha ancora preso decisioni drastiche su TikTok.

La Casa Bianca ha sottolineato la necessità di valutare con attenzione tutte le opzioni, ma questa prudenza è stata percepita da molti come indecisione. La politica statunitense sulla questione sembra essere rimasta in una fase di stallo, mentre altri paesi, come l’India, hanno già vietato TikTok proprio per ragioni di sicurezza nazionale.

La lentezza di Biden può essere attribuita, in parte, a una maggiore attenzione alle dinamiche diplomatiche. La Cina rimane uno dei principali rivali geopolitici degli Stati Uniti, ma il rapporto bilaterale è complesso e caratterizzato da un equilibrio tra competizione e cooperazione che potrebbe essersi dimenticato della “visita” di Nancy Pelosi a Taiwan nel 2022. Una decisione drastica su TikTok potrebbe inasprire ulteriormente le tensioni tra le due superpotenze.

Vietare o vendere? Le opzioni sul tavolo della Corte Suprema evidenziano una spaccatura interna tra coloro che vedono nel dvieto la soluzione più efficace e coloro che preferirebbero obbligare ByteDance a vendere TikTok. La vendita a un’entità americana potrebbe rappresentare un compromesso, permettendo all’app di continuare a operare negli Stati Uniti sotto una gestione ritenuta più sicura. Tuttavia, questa opzione non è priva di sfide: ByteDance, pur accettando in linea di principio una maggiore trasparenza, ha mostrato resistenza all’idea di cedere completamente il controllo della piattaforma.

Il divieto totale, invece, è una scelta radicale che eliminerebbe l’app dal mercato americano ma potrebbe incontrare opposizioni legali significative e scatenare reazioni negative da parte degli utenti. Inoltre, la Cina ha già fatto sapere che considererebbe un eventuale divieto come una provocazione diretta, rendendo il tema una questione di politica internazionale di grande rilevanza.

Nell'ultimo sviluppo, il presidente eletto Donald Trump ha chiesto alla Corte Suprema di sospendere la legge che minaccia il divieto di TikTok negli Stati Uniti dal 19 gennaio, a meno che ByteDance, la società cinese a cui fa capo, non la venda. Secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg, Trump ritiene che la Corte Suprema dovrebbe concedergli tempo per «perseguire una soluzione politica» della disputa sulla popolare piattaforma. Secondo fonti della CNN, Trump ha parlato con l'amministratore delegato di TikTok, Shou Chew, dopo aver fatto la sua richiesta alla Corte Suprema.

Punto di rottura. TikTok rappresenta un punto critico nel panorama geopolitico e tecnologico attuale. L’annosa questione della sua proprietà e gestione mette in evidenza le tensioni tra Stati Uniti e Cina, ma rivela anche le diverse visioni interne alla politica americana.

Mentre la Corte Suprema si avvicina a una decisione, TikTok continua a essere un esempio emblematico di come tecnologia e geopolitica siano oggi strettamente intrecciate. Le conseguenze della scelta americana potrebbero andare ben oltre la semplice gestione di un'app, toccando questioni fondamentali di sovranità, sicurezza nazionale e relazioni internazionali.