San Giuseppe, il padre da imitare
La gloria maggiore di san Giuseppe risiede nell’aver servito «direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità», come insegna la Redemptoris Custos. Lo sposo di Maria svolse il suo ruolo paterno con un unico fine: fare la volontà del Padre celeste. Per questo i padri di sempre hanno in lui, maestro di vita interiore, il modello più grande.
Giuseppe e il matrimonio con Maria, mistero di salvezza
Dalle nozze con Maria derivano a Giuseppe la partecipazione «all’eccelsa grandezza di lei» (Leone XIII) e i diritti paterni su Gesù. I due santi sposi, entrambi vergini, con la loro obbedienza alla volontà divina e l'accoglienza del Salvatore diventano la coppia che, diversamente da Adamo ed Eva, «costituisce il vertice, dal quale la santità si espande su tutta la terra» (Paolo VI). Dal loro matrimonio bisogna allora partire per una vera catechesi sulla famiglia.
«Vi spiego quant’è grande il Custode del Redentore»
«La paternità è lo strumento che Dio ha messo in mano a san Giuseppe per servire Gesù, appunto come padre». «San Giuseppe è prima di tutto un contemplativo». «Purtroppo oggi nei libri di dogmatica e nei seminari la sua figura è assente». Intervista a padre Tarcisio Stramare, teologo che ha collaborato con Giovanni Paolo II alla Redemptoris Custos, l’esortazione apostolica sulla missione di san Giuseppe di cui oggi ricorre il 30° anniversario.