Il pasticcere colpito ancora dalla strategia Lgbt
Da quando si rifiutò di creare torte per le cosiddette "nozze gay" Jack Phillips è diventato il bersaglio di chi odia la libertà di coscienza: il pasticcere non ha mai negato dolci alle persone ma non vuole celebrare idee in cui non crede. Sebbene fu assolto nel 2018 dalla Corte Suprema, è stato denunciato anche da un uomo che si definisce donna.
La lobby Lgbt lo perseguita, ma Jack vince ancora
Il Colorado e Jack Phillips hanno deciso di rinunciare alle rispettive cause legali. Ha funzionato quindi la strategia del pasticciere americano, perseguitato per la propria fede, che dopo sei anni trascorsi a difendersi aveva deciso di passare al contrattacco. Stavolta ha vinto la libertà, ma non è detto che la lobby Lgbt non torni alla carica.
Jack il pasticciere passa al contrattacco
Un tribunale distrettuale federale ha emesso un’ordinanza che consente a Jack Phillips, il pasticciere americano che da sei anni e mezzo viene perseguitato per aver anteposto la sua fede all’ideologia omo-transessualista, di continuare la sua causa legale contro lo stato del Colorado per l’ostilità mostrata verso di lui e le sue credenze religiose.
Jack il pasticcere, in ballo c'è la cooperazione al male
Una vittoria di Jack, il pasticcere che si è rifiutato di creare una torta per un matrimonio gay, è improbabile, ma non impossibile. Però offrirebbe un precedente per tutti coloro finiti alla sbarra perché si sono rifiutati di contribuire alla diffusione dell’omosessualità.