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LIBERTà

Jack il pasticcere, in ballo c'è la cooperazione al male

Una vittoria di Jack, il pasticcere che si è rifiutato di creare una torta per un matrimonio gay, è improbabile, ma non impossibile. Però offrirebbe un precedente per tutti coloro finiti alla sbarra perché si sono rifiutati di contribuire alla diffusione dell’omosessualità. 

Famiglia 20_09_2017
Jack Philips al Masterpiece Cakeshop

Jack il pasticciere è finito nei pasticci. I guai in cui è incappato Mr Jack Phillips, di Lakewood in Colorado, hanno anche un nome: Masterpiece Cakeshop v. Colorado Civil Rights Commission – David Mullins – Charlie Craig, No. 16-111. Si tratta di una vertenza giudiziaria che è approdata anche alla Corte suprema.

Ma procediamo con ordine. Era il 2012 quando una coppia omosessuale composta da David Mullins e Charlie Craig entra nel suo negozio, chiamato Masterpiece Cakeshop, per chiedere che preparasse una torta nuziale per il loro ormai prossimo “matrimonio” arcobaleno. La risposta di Jack, di fede anglicana, fu laconica ma chiarissima: «Sentite, vi posso vendere crostate per il compleanno, biscotti, canditi quello che volete. Ma non farò una torta per un matrimonio gay».

I due cambiarono pasticceria e intanto denunciarono Jack alla Colorado Civil Rights Commission per aver violato le leggi contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. I due vinsero la causa. Intanto il pasticciere di Lakewood finì nell’occhio del ciclone massmediatico. In una intervista il baffuto Jack così si difese, tirando fuori dal bancone di lavoro una Bibbia: «Qui c’è scritto che l’unione carnale deve essere tra un uomo e una donna. Non voglio che la mia creatività, la mia arte, i miei talenti siano forzati per contribuire a un evento religioso significativo che viola le mie convinzioni religiose». In due parole il buon Jack ci ha spiegato cosa significa collaborare formalmente al male.

La vertenza tra il pasticciere e la coppia gay finisce in Corte di appello. L’avvocato di Jack si appella al Primo emendamento che tutela la libertà di espressione e quella religiosa. I giudici danno invece ragione alla coppia sostenendo che quest’ultima non ha criticato la fattura del dolce e quindi non ha limitato la libertà espressiva di Jack. Ma, ribattiamo noi, il punto non è questo bensì è rispettare la libertà di non collaborare ad un evento contrario ai propri principi religiosi.

In secondo luogo la Corte ha aggiunto che dall’aspetto della torta nessuno avrebbe potuto fraintendere le idee religiose di Jack e dunque i suoi convincimenti sarebbero stati rispettati perché una torta nuziale di per sé è un oggetto ideologicamente neutro. Anche in questo caso l’obiezione dei giudici non è pertinente. Infatti in discussione non c’è il riconoscimento da parte di terzi di una collaborazione alla realizzazione di una cerimonia “nuziale” omosex, bensì la tutela della libertà di non collaborare a questa cerimonia, al di là del fatto che simile collaborazione sia manifesta e quindi riconoscibile oppure no.

Terza obiezione della Corte: Jack può esprimere il proprio giudizio sui “matrimoni” gay anche in altre forme. Ma - ribattiamo ancora noi - la libertà è tale se è rispettata in tutte le sue forme. Se viene limitata, soprattutto nell’ambito lavorativo, che libertà è?

Battuto anche in Appello, Jack ha presentato ricorso alla Corte suprema. E’ la prima volta che una causa simile giunge così in alto. Nelle memorie difensive l’avvocato del pasticciere ricorda che questi “declina proposte lucrative non preparando dolci che contengono alcol oppure torte per Halloween, né appoggiando messaggi contrari alla sue fede come il razzismo, l’ateismo e messaggi a favore di matrimoni che non siano tra un uomo e una donna”. Inoltre ha aggiunto che la libertà della coppia omosessuale di ottenere il dolce che desiderava non è stata intaccata in alcun modo. Infatti i due si sono recati da un altro pasticciere e si sono portati a casa una torta con disegnato sopra un bell’arcobaleno.

La decisione si attende per l’anno prossimo. Intanto la Casa Bianca ha invitato i giudici a valutare il ricorso di Jack. Dopo la decisione della Corte suprema nel 2015 di dichiarare diritto costituzionale i “matrimoni” tra persone dello stesso sesso, la strada di Jack verso la vittoria pare essere tutta in salita. Ma è anche vero che la stessa Corte nel 2014 aveva stabilito che alcune leggi a tutela di diritti civili possono trovare eccezioni laddove si andrebbe a ledere le convinzioni religiose dei cittadini come ad esempio l’esonero a favore dei datori di lavoro dell’obbligo di coprire le spese per acquistare contraccettivi da parte dei dipendenti donna.

La vittoria di Jack, improbabile ma non impossibile, offrirebbe un precedente giuridico di fondamentale importanza per il futuro e segnerebbe un cambio di rotta dell’orientamento giurisprudenziale che sino ad ora ha portato alla sbarra un gran numero di imprenditori – fioristi, fotografi, albergatori, ristoratori - che in questi anni sono stati chiamati in giudizio perché in buona sostanza si sono semplicemente rifiutati di contribuire con il proprio lavoro alla diffusione dell’omosessualità.