La strategia di Tito: "infoibare" la Chiesa cattolica
Il regime comunista della ex Jugoslavia mirava a colpire la vita ecclesiale per fare pulizia etnica degli italiani. Chi non si piegava finiva nelle foibe. Ne fecero le spese anche don Miroslav Bulešić e don Francesco Bonifacio, due sacerdoti (oggi beati) barbaramente torturati e uccisi dai miliziani. La loro colpa? L'odio comunista per la religione.
Foibe, le vittime cattoliche e i criminali impuniti
La Chiesa rimase l'unica istituzione vicina al popolo dopo l'occupazione di Istria e Dalmazia da parte dei partigiani di Tito. Negli anni dell'immediato dopo-guerra, i vescovi Santin, Radossi e Camozzo, si adoperarono come poterono per salvare più italiani che poterono. Centinaia di religiosi e laici vennero trucidati. Nessuno pagò per quei crimini.
Li chiamano "anti titini", ma sono vittime del comunismo
Chi oggi titola sugli "anti titini" per i resti degli adolescenti ritrovati nella foresta di Kocevski, è uguale a quei comunisti che aggredirono gli esuli italiani: sta sputando, ancora, sulla storia di un popolo. Quando si parla di "titini" sparisce la storia. Non esistevano, infatti, i "titini" ma i comunisti. Quegli stessi "rossi" che sventolando la bandiera della CGIL e del PCI tirarono sassi e sputarono al treno dei poveri esuli italiani.