Ucraina, il prezzo per entrare nell’Ue: l’ideologia Lgbt
Il Parlamento ucraino ha ratificato la Convenzione di Istanbul. Una decisione che ha trasformato in consenso il precedente scetticismo di Danimarca, Olanda e Svezia verso l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Da 15 anni la Commissione europea pone come condizione per far parte dell’Ue il riconoscimento dell’ideologia Lgbt, veicolata dalla Convenzione. Esultano élite e lobby internazionali.
La Turchia lascia la Convenzione di Istanbul
La decisione è stata accolta con viva preoccupazione dalle associazioni che difendono i diritti delle donne. Si teme un aumento delle violenze domestiche e degli abusi
La Polonia resiste ai dogmi Lgbt. L’Ue la ricatta sui fondi
Continua la morsa dell’Ue contro la Polonia: la Commissione von der Leyen annuncia che sei città (pro-famiglia) non riceveranno i fondi. Ciò avviene dopo che il governo polacco aveva ventilato la possibilità di recedere dalla Convenzione di Istanbul (pro-gender). E il premier Morawiecki incarica la Corte costituzionale del proprio Paese di dare un giudizio.
L’Ungheria rifiuta la Convenzione (pro “gender") di Istanbul
Il Parlamento ungherese ha deciso di non ratificare la Convenzione che parla del sesso come di una “costruzione sociale”. Orban resta coerente alla sua politica di valorizzazione della legge naturale e del sesso come oggettività biologica. La cosa non piace ai potenti dell’Europa che si scagliano facilmente contro di lui dimenticando le decine di paesi che hanno deciso come l’Ungheria.