La Pasqua di Pell, l’uomo di Dio che ha a cuore l’Italia
Dopo 404 giorni di ingiusta detenzione, il cardinale Pell ha potuto celebrare la Santa Messa. Dalle foto inviate da suoi amici alla Nuova BQ, appare sereno. Il suo primo pensiero pubblico, da libero, è stato per l’Italia, sia per i morti da Covid che per i vivi: «Appoggiatevi a Dio». E ora si spera che il suo caso aiuti a fare luce sulle falle della giustizia australiana.
- «È IL RISORTO LA RISPOSTA ALLA SOFFERENZA», di George Pell
Pell, la preghiera e l’attesa per il verdetto definitivo
L’11 marzo l’Alta Corte discuterà il ricorso di George Pell contro la condanna a sei anni per abusi su minori, emessa malgrado le molte incongruenze dell’accusa. In Australia continua il clima ostile verso di lui: la comunità Lgbt lo dileggia e raffigura come diavolo. Ma ci sono anche molti fedeli che lo sostengono e che hanno iniziato una novena per lui. Si chiede l’intercessione della Madonna e dei santi martiri Tommaso Moro e Giovanni Fisher, di cui il cardinale è devotissimo
Pell, tutte le tappe di una condanna senza fondamento
A marzo il cardinale condannato per abusi sulla sola parola dell’accusatore, malgrado più di 20 testimoni a discolpa. Ad agosto, il rigetto dell’appello con il voto di 2-1 e il parere del giudice dissenziente, secondo cui le evidenze rendono «impossibile accettare» l’accusa. Nel 2020 l’esame dell’Alta Corte. E l'Australia è spaccata tra pregiudizio anticattolico e laici che parlano di malagiustizia.
Il triste Natale in carcere del cardinale Pell. Senza Messa
Nel carcere di Melbourne, dove sconta una condanna per abusi, George Pell passerà un Natale senza Messa: la prigione non ha un cappellano e a lui è impedito di celebrare. In attesa dell’Alta Corte, continua il clima da caccia alle streghe, ma non pochi stanno uscendo allo scoperto per sbugiardare le accuse e mostrare solidarietà a Pell. Oggi il 53° anniversario della sua ordinazione.