In Nepal un Pastore in carcere per proselitismo
Il Pastore è stato condannato a un anno di prigione perché giudicato colpevole di aver tentato di convertire al Cristianesimo delle persone di fede indù
In Iran condannato a 10 anni di carcere il pastore Joseph Shahbazian
Con lui sono state condannate anche due donne che hanno abiurato l’Islam e hanno abbracciato la fede cristiana e, a pene minori, altri quattro cristiani
Un cristiano accusato di blasfemia in Pakistan
Come in altri casi, l’uomo è stato falsamente accusato di aver offeso l’Islam e Maometto per motivi di interesse da una persona che gli deve del denaro
Come le prigioni diventano luoghi di radicalizzazione
Imam radicali che istigano alla lotta armata, terroristi conclamati che hanno compiuto attacchi in Europa: gran parte di loro si sono radicalizzati in carcere. Invece che essere reinseriti sulla buona strada, hanno incontrato fanatici che li hanno instradati verso il terrorismo. Succede questo nelle carceri italiane, da anni. E all'Ucoii è stata affidata l'opera di de-radicalizzazione.
Il pestaggio nel carcere, sintomo di un sistema disumano
Il pestaggio sistematico dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, a Caserta, avvenuto nell'aprile del 2020 ed emerso solo in queste settimane, ha scioccato il Paese. Le immagini sono esplicite, secondini che picchiano carcerati ormai indifesi, anche una persona disabile in carrozzina, come rappresaglia per una rivolta dovuta al panico da Covid-19, che iniziava a diffondersi. È il sintomo di un problema più grave e diffuso, il sovraffollamento delle carceri e la disumanizzazione dei detenuti che dovrebbero invece essere reinseriti sulla buona strada. Ne parliamo con Francesco Cavallo, avvocato, del Centro Studi Livatino.
Pornografia diritto umano? Possibilità che inquieta
A un detenuto in Slovacchia vengono sequestrate delle riviste pornografiche. Lui ricorre alla Corte europea dei diritti dell’uomo lamentando la violazione di vita privata e libertà d’espressione. La Cedu ha deciso di pronunciarsi sul caso. E già questo preoccupa perché il buonsenso, il dovere degli Stati di proteggere la morale, il legame pornografia-violenza e la relativa Convenzione europea avrebbero suggerito di rigettare direttamente il ricorso.