Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Blasfemia

Sventata in Pakistan un’accusa di blasfemia contro una donna cristiana

Un'addetta alla sicurezza aeroportuale che ha rifiutato di violare una regola su richiesta del suo superiore si è vista minacciare di essere accusata di blasfemia

 

Una donna cristiana è stata accusata di blasfemia in Pakistan e solo un video l’ha salvata dall’arresto. Il 7 gennaio un'addetta alla sicurezza dell’aeroporto internazionale Jinna di Karachi ha negato a una persona l’accesso al parcheggio nell’area cargo perché era priva dei documenti necessari. Un superiore della donna, musulmano, è intervenuto ordinandole di lasciarla passare anche senza pass perché era un suo conoscente. Al rifiuto della dipendente decisa a far rispettare le regole ha reagito minacciando di accusarla di blasfemia. Nel video realizzato da una terza persona il datore di lavoro minaccia “chiamerò i predicatori, sono pazzo e ti farò a pezzi” e la dipendente replica sfidandolo a farlo. Il video non solo ha salvato la donna, ma è diventato virale. Rincuora il fatto che autorevoli esponenti politici, tra i quali l’ex presidente Adif Ali Zardari, abbiano deplorato il fatto, chiesto protezione per la donna e una severa punizione per l’uomo che difatti le autorità aeroportuali hanno licenziato. L’ex senatore Farhatullah Babar si è complimento con la donna: “salutiamo questo coraggiosa funzionaria cristiana – ha detto – che rifiuta di farsi intimorire da false accuse di blasfemia. Questo è il modo di combattere i bigotti. Le autorità ne prendano atto”. Tuttavia l’episodio rivela quanto difficile possa essere la vita dei cristiani in paesi come il Pakistan in cui il fondamentalismo islamico ha molti seguaci e dove spesso forze di polizia e giudici non proteggono le vittime dell’intolleranza. Naveed Walter, presidente di Human Rights Focus Pakistan, raggiunto da AsiaNews ha commentato: “pensano che i cristiani siano bersagli facili e lo stesso intendevano fare in questo caso, ma lei ha fatto il suo dovere secondo le regole e la legge. Ma quali azioni intraprendono le autorità contro le gravi minacce alle donne cristiane? Il licenziamento da solo non è una soluzione, ci dovrebbero essere azioni e strategie insieme per fermare questi incidenti. Se questa donna fosse stata uccisa sul posto, come è successo più volte ad altri innocenti, chi sarebbe stato riconosciuto responsabile? Solo il video dell'incidente ha potuto dimostrare la sua innocenza”.