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intervista/serpelloni

«Stop alla cannabis light, era un cavallo di Troia per le droghe»

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Dietro lo stop del Parlamento alla cannabis light c'è il lavoro di diversi neuroscienziati che hanno messo in guardia il governo: «Abbiamo dimostrato che dal principio attivo delle infiorescenze si estraggono dosi droganti. La lobby era pronta per un business milionario e i negozi erano la rete vendita». Intervista a Serpelloni. 

Attualità 03_08_2024

«La Cannabis cosiddetta light è un cavallo di Troia per aprire la strada alla cannabis per uso ricreativo». Dietro il lungo percorso che ha portato il Governo ad approvare l’emendamento contenuto nel Decreto sicurezza che mette al bando la Cannabis light ci sono delle evidenze scientifiche che mostrano come dalla semplice estrazione del principio attivo contenuto nelle infiorescenze vendute negli shop, si possa ricavare una quantità di thc sufficientemente drogante.

Dietro questi studi c’è anche il professor Giovanni Serpelloni, oggi direttore del Neuroscience Clinical Centre di Verona che illustra alla Bussola il percorso che ha portato il Parlamento ad approvare l’emendamento, che a settembre diventerà legge a tutti gli effetti e metterà al bando definitivamente gli shop di cannabis tanto cari alla Sinistra.

Un percorso che parte da lontano, già con il Governo Conte, quando Serpelloni e altri neuroscienziati di quattro istituti di medicina legale, confezionarono uno studio dettagliato per mettere in guardia il Governo dall’approvazione della Cannabis light.

«È bene partire dall’esistenza di una lobby (nel senso anglosassone del termine) che aveva organizzato una strategia intelligente e orientata e che consisteva nel promuovere la realizzazione di oltre 2000 punti negozi che vendevano Cannabis light a basso contenuto di thc – spiega alla Bussola Serpelloni -. Contemporaneamente veniva portata avanti una strategia che di fatto serviva a preparare una vera e propria rete commerciale. Una volta diffusa la rete della Cannabis light, non restava che approvare l’uso ricreativo del thc ed ecco che la rete di distribuzione e vendita era pronta per il vero business che interessava alla lobby: la cannabis per uso ricreativo».

Giova ricordare che gli effetti sul cervello e sulla psiche negli adolescenti da un uso sistematico di cannabis può compromettere la normale maturazione cerebrale e che è una sostanza «gateway».

«Significa – prosegue il neuroscienziato -, come dimostrano i dati della Relazione al Parlamento 2024 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, che una percentuale consistente di soggetti trattati nei Sert italiani ha iniziato con l’uso di cannabinoidi. In particolare, tale valore è pari al 29,1% nei soggetti in trattamento per uso primario di eroina e 30,1% per uso primario di cocaina».

Con questa premessa si comprende che l’obiettivo del Governo sia stato quello di fermare una diffusione di una sostanza che è una vera e propria porta per l’uso di cannabinoidi e poi di droghe.

Come?

Serpelloni ha raccontato di aver testato più volte le sostanze vendute negli shop. «Abbiamo campionato la sostanza in 4 città e abbiamo scoperto che, oltre alle cosiddette infiorescenze per tisane o altri preparati, venivano venduti anche gli estrattori del principio attivo. Estrattori capaci di ricavare dal principio attivo una elevata dose drogante di thc».

Una volta terminati gli studi, si è scelta la strada istituzionale per non portare il materiale raccolto nel fuoco incrociato del cosiddetto contro marketing. E così sono state avvertite le autorità governative, le quali hanno compreso subito che dietro questi “innocui” shop c’era un vero e proprio business per arrivare ad altro.  

Ecco perché oggi si può parlare di cavallo di Troia.

Oggi la Sinistra e i Radicali cercano di fare leva sul vittimismo di una filiera produttiva e commerciale in ginocchio a causa di una legge proibizionista, si parla di 15mila posti di lavoro persi per diverse centinaia di milioni di fatturato.

«Ma è un falso problema – insiste il neuroscienziato veronese -. Lo Stato deve fare i conti con la realtà e solo gli allocchi potevano non capire che era una strategia commerciale per favorire la diffusione di thc ad alte concentrazioni, delle tisane alla cannabis non importa nessuno perché non fanno volumi di vendita importanti. Ma se fai un investimento devi accollarti il rischio imprenditoriale e calcolarlo, se si è pensato di portare avanti una strategia di marketing confidando di piegare la legge al proprio tornaconto, allora questo non è un problema che lo Stato deve porsi, perché lo Stato è intervenuto esclusivamente per un problema di salute pubblica, non di limitazione di una iniziativa imprenditoriale».

Resta però la martellante campagna sui benefici della cannabis per uso medico, falsamente spacciati per uso terapeutico. «Noi clinici abbiamo sperimentato l’uso di questa sostanza, ma abbiamo avuto poca soddisfazione. In realtà – conclude Serpelloni – l’uso medico della cannabis è un grande flop, che non dà i risultati sperati e soprattutto dà numerosi effetti collaterali». In poche parole: i rischi superano i benefici. «Non dimentichiamo che è una sostanza psicoattiva: molti pazienti, dopo un certo tempo di utilizzo della cannabis per uso medico, hanno dei disturbi e noi clinici dobbiamo correre ai ripari per compensare i disturbi psichici di farmaci che non sono ben controllabili».

Anche qui, è bene non lasciarsi ingannare dalla propaganda radicale: «Il vero business non è sui quei “4 malati” che la usano, ma l’obiettivo che si possa arrivare all’uso ricreativo anche tramite l’uso medico, come fu teorizzato 30 anni fa in Germania».   



LA SENTENZA

Cannabis, niente scuse: ora chiudete i negozi

Bene la sentenza sulla cannabis. Adesso sindaci e questori non hanno scuse: in pochi giorni gli 800 negozi possono essere chiusi. Per fermare la socializzazione del fenomeno cannabis che in questo anno è proceduta spedita. 

DOPO LE PAROLE DI SALVINI

Dai negozi ai festival, è battaglia sulla cannabis

10_05_2019 Ermes Dovico

Un paio di negozi di “cannabis light” chiusi nelle Marche, il Festival della canapa di Torino cancellato, lo scontro interno al governo gialloverde, con Salvini che annuncia una direttiva sui canapa-shop, i grillini propensi a minimizzare il pericolo e il premier Conte a eludere la questione. Che però va affrontata, come chiedono le comunità di recupero per tossicodipendenti.

NUOVO STUDIO

Macché terapeutica: la cannabis non cura niente

La ricerca di alcuni scienziati australiani, pubblicata sulla rivista The Lancet Psychiatry, è arrivata alla conclusione che la marijuana non serve a curare le malattie. La scoperta è derivata dall’analisi di ben 83 studi che hanno coinvolto 3 mila persone, per i quali non ci sono prove che i cannabinoidi allentino i sintomi di malattie come la depressione. È evidente quindi che la spinta per la legalizzazione della cannabis giustificata come terapia del dolore o dei sintomi di alcune malattie è strumentale all'uso ricreativo.

l'intervista

Inganno Cannabis: "Rete vendita pronta sulla pelle dei ragazzi"

07_10_2023 Andrea Zambrano

Dopo la sentenza del Tar che riapre i negozi di cannabis light. La denuncia del neuroscienziato Serpelloni: "I negozi vanno chiusi, dai prodotti si riesce a estrarre una dose drogante. Ma servono per preparare la rete commerciale quando la legge sdoganerà la cannabis".

TRA LEGGE E EQUILIBRI

Cannabis sequestrata, il corto circuito del Governo

20_12_2018 Andrea Zambrano

L'operazione della mobile di Forlì, che ha sequestrato 73 di cannabis light nei negozi "legali", è importante perché va nel senso giusto della legge sempre disattesa da quando hanno aperto i battenti i negozi. Ma vige il corto circuito di un governo che non vuole decidersi a mettere al bando gli shop, tra paralisi e veti incrociati a causa delle spinte opposte tra M5S e Lega. Intanto i furbetti della cannabis si arricchiscono. Parla lo scienziato Serpelloni. 

INTERVISTA / MANTOVANO

«Cannabis, sono numeri da pandemia»

08_07_2022 Andrea Morandini

Non ha senso parlare di droga leggera: «La media di principio attivo, che si riscontra nei derivati della cannabis sequestrati dalle forze di Polizia, oggi si aggira attorno al 17-18%», contro l’1% di trent’anni fa. Ci sono «ricoveri per intossicazioni derivanti esclusivamente dall’uso di cannabis». È un luogo comune dire che lo spinello libero sconfigga la mafia: «La realtà va nella direzione esattamente opposta». La Bussola intervista il giudice Alfredo Mantovano, vicepresidente del Centro Livatino, che spiega le ragioni del no alla legalizzazione della cannabis.

SUL NEJM

Cannabis e guida, un nuovo studio conferma i pericoli

19_01_2022 Giuliano Guzzo

Una ricerca dell’Università della British Columbia, pubblicata sul New England Journal of Medicine, solleva un forte allarme - dati alla mano - sugli effetti della legalizzazione della marijuana in Canada, in particolare sulla guida. Un motivo in più per fermare le spinte pro droga in Italia.

DATI CHOC

Cannabis e suicidi: lo studio che inquieta gli americani

29_06_2021 Luca Volontè

Studio americano svela il nesso causale tra l’uso della cannabis ricreativa e l’aumento di suicidi. Dalle ricerche del National Institutes of Health si è scoperto che l'uso di marijuana potrebbe aumentare il rischio di pensieri suicidari e tentativi di autolesionismo, anche tra coloro che non soffrono di depressione. E da quando 15 paesi ne hanno sdoganato la vendita, il consumo è aumentato. 

LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

Il giudice dice no: va in fumo l'inganno della cannabis light

La sentenza della Cassazione, che ha deciso che è vietata la vendita dei derivati dalla coltivazione della cannabis, non è altro che l'applicazione della legge attuale. Il giudice ha fatto il suo dovere ribadendo che vendere per uso ricreativo olio, foglie, inflorescenze e resina, prodotti che si trovano nei cannabis shop, non è lecito. Da oggi i negozi che lo fanno sono fuorilegge. Ma tocca al legislatore eliminare le zone grigie della normativa. 

DROGA/INTERVISTA A SERPELLONI

"Così ho mostrato a Salvini che la cannabis light fa male"

10_05_2019 Andrea Zambrano

Salvini e Fontana lanciano la battaglia della cannabis dichiarando guerra agli shop che vendono la cosiddetta canna light. Ma che cosa si cela dietro questa decisione politica clamorosa tanto da mettere a rischio il governo? Il neuroscienziato Serpelloni spiega alla Nuova BQ i risultati della nuova indagine condotta con 3 università e presentata a Salvini: "Abbiamo estratto il principio attivo dei prodotti venduti e scoperto che è anche 20 volte superiore al consentito. Quello che sta accadendo è una truffa ai danni dei cittadini con effetti psichici devastanti nei minorenni. E i negozi non servono ad altro che a preparare la rete distributiva in vista della cannabis legalizzata". 

- DAI NEGOZI AI FESTIVAL, È BATTAGLIA SULLA CANNABIS, di Ermes Dovico

FIERA INTERNAZIONALE A MILANO

“Io non sono una droga”. L’inganno-cannabis continua

19_04_2019 Ermes Dovico

Striscioni con la scritta “Io non sono una droga” per pubblicizzare il prossimo International Cannabis Expo di Milano, in cui si parlerà dei vari usi della canapa, nonché della cannabis light, un espediente per legalizzare la sostanza da fumo. Alfredo Mantovano spiega alla Nuova BQ che serve una campagna informativa da parte del governo per mettere in guardia sui danni della marijuana.

LA PROPOSTA DI LEGGE

Cannabis innocua, la bugia di Grillo per un pugno di Pil

13_01_2019 Andrea Bartelloni

Ci risiamo con la cannabis che non fa male. Un senatore 5 Stelle deposita una proposta di legge adducendo che “non fa male”. Grillo si stupisce: “Trovatemi un motivo per non farlo”. Eccoli: la cannabis fa male e recentemente se n'è accorto anche il New York Times. Ma fa gola quel punticino di pil che crescerebbe in caso di sdoganamento.