Stop a Rupnik dalla diocesi di Versailles
Il "Rupnik-gate" coinvolge anche la costruzione di una nuova chiesa in Francia, la cui decorazione era stata affidata al gesuita sloveno finito al centro degli scandali.
Il "Rupnik gate" coinvolge anche la costruzione di una nuova chiesa in Francia. La diocesi di Versailles ha emesso un comunicato del vescovo mons. Luc Crepy che dichiara di interrompere la collaborazione con il gesuita sloveno finito nell'occhio del ciclone per gli scandali recentemente emersi, e a cui erano stati affidati anche i mosaici del nuovo centro parrocchiale di Saint-Joseph-le-Bienveillant a Montigny-Voisins-le-Bretonneux.
L'8 dicembre la diocesi ha deciso «l'interruzione di ogni collaborazione con padre Marko Rupnik», dopo aver «consultato le équipe parrocchiali e diocesane incaricate del progetto», la cui prima pietra è stata benedetta nel gennaio scorso da mons. Crepy. Il comunicato specifica che questa decisione «non mette in discussione né la costruzione della chiesa di Saint-Joseph-le-Bienveillant, né la nostra risoluzione di far sì che il cantiere diventi fonte di unità e di slancio missionario».
I lavori non si fermano ma l'impegno artistico di Rupnik potrebbe conoscere una battuta d'arresto, dopo decenni di incarichi di primo piano commissionati al Centro Aletti, da lui diretto. Lo "stile Rupnik", che negli annni ha decorato anche la chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo e la facciata della basilica di Lourdes, è giunto fin dentro il Palazzo Apostolico: nel 1996 la Cappella Matilde, poi detta Redemptoris Mater, fu ristrutturata in occasione del 50° anniversario di sacerdozio di San Giovanni Paolo II e i mosaici recano l'inconfondibile firma di padre Rupnik.