Si vota in Italia, ma l'esito vogliono deciderlo all'estero
Draghi vola all'Onu dove ritengono l’Italia affidabile solo se guidata dal banchiere; Letta da Scholz in Germania che ritiene la vittoria del Centrodestra pericolosa. E poi ci sono il Times e il Guardian a soffiare sul fuoco. I condizionamenti stranieri sono antidemocratici e rendono la campagna elettorale che si sta per concludere come una delle più inquinate della storia.
- IL MONDO GRIGIO SOGNATO DAI VERDI, di Stefano Magni
Gli ultimi fuochi d’artificio della campagna elettorale verranno ricordati a lungo come un incessante susseguirsi di ingerenze da parte di altri Stati. Beninteso, le intromissioni nei nostri appuntamenti elettorali, al fine di condizionarne gli esiti, ci sono sempre state. L’Italia per tanti aspetti è una democrazia “commissariata” e dunque non c’è da stupirsi se esponenti di altri governi o vertici di Unione Europea e Stati Uniti si sentano autorizzati a giudicare chi è candidato a guidare il nostro Paese auspicando pubblicamente e spudoratamente la vittoria di una parte sull’altra.
Nelle ultime 48 ore il premier Draghi è volato negli Usa dove è intervenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Grande ritorno d’immagine per lui e sperticati elogi da parte di Biden e i vertici statunitensi che ritengono l’Italia affidabile solo se guidata dal banchiere. Peraltro Draghi, nella conferenza stampa di qualche giorno fa, ha attaccato Matteo Salvini (“i pupazzi che parlano con Mosca…”) contribuendo a inasprire il clima internazionale e quindi scendendo di fatto nell’agone elettorale, dopo aver dichiarato di volerne stare fuori e di non essere disponibile per un secondo mandato a Palazzo Chigi.
Peggio di lui ha fatto Enrico Letta, che è andato a Berlino per incontrare il cancelliere Olaf Scholz, socialdemocratico, che ha auspicato la vittoria della Sinistra in Italia perché giudica pericolosa l’eventuale vittoria dei postfascisti. In altre parole, secondo il cancelliere tedesco, con un successo del centrodestra l’Italia si isolerebbe e non avrebbe più credibilità in Europa e nel mondo.
Che l’attuale governo sia decisamente in campo contro il centrodestra lo si comprende anche dall’atteggiamento ondivago ed equivoco del Viminale. Gazebo delle forze di centrodestra spesso danneggiati da vandali, con scritte inequivocabilmente ideologiche. Tafferugli e aggressioni durante i comizi di Giorgia Meloni, nell’indifferenza delle forze dell’ordine, che intervengono in ritardo e senza la dovuta grinta che invece si segnala quando le contestazioni si verificano durante i comizi del Pd. Sarà un caso?
Mancano quindi pochissimi giorni al voto che potrebbe cambiare gli equilibri nel nostro Paese e ridefinire le alleanze di governo, ma evidentemente c’è chi le sta tentando tutte pur di impedire che il popolo si esprima liberamente.
I condizionamenti stranieri sono quanto di più antidemocratico e violento si possa concepire in una campagna elettorale che dovrebbe essere scandita da proposte concrete per risolvere gli innumerevoli e gravi problemi che il Paese sta vivendo e che sono destinati ad acuirsi. Invece i cosiddetti “euroimpiccioni” provano a decidere a tavolino l’esito del voto italiano, confidando nelle sponde dem. Anche il terzo polo, continuando a illudersi che Draghi possa guidare ancora il Paese da Palazzo Chigi, nonostante il diretto interessato lo abbia categoricamente escluso, gioca sporco perché alimenta una narrazione che non corrisponde ad uno scenario realistico del post-voto. Il guastafeste da questo punto di vista potrebbe essere proprio Giuseppe Conte, che a quanto pare al sud sta recuperando voti e rischia addirittura di insediare il primato del Pd nell’area di sinistra.
Tra gli avvoltoi e i gufi internazionali vanno senz’altro annoverati anche alcuni media. Sul Financial Times e sul The Guardian sono stati pubblicati due articoli stroncatori sul centrodestra. Il primo usa toni a dir poco catastrofistici: «Se Meloni salisse al potere alla testa di una coalizione di estrema destra, le conseguenze economiche e sociali potrebbero essere terribili». E rincara: «Chi è la vera Giorgia Meloni? Sobillatrice di estrema destra, conservatrice che difende i valori della famiglia, strenua “difensora” dell’Ucraina o minaccia verso l’Unione europea? Lo scopriremo presto».
Sulla base di quali ragionamenti, verrebbe da chiedere? Che tipo di informazioni e previsioni vengono utilizzate da questi giornalisti per alimentare tale clima di terrore che offende gli elettori di quella parte politica e getta comunque discredito sull’Italia? Il The Guardian invece punta il dito contro la visita in Spagna della Meloni e il suo discorso come ospite di Vox e profetizza che un eventuale governo di centrodestra durerebbe poco, ma con rischi piuttosto imponenti: «Per quanto di breve durata, le conseguenze economiche e sociali di un’amministrazione Meloni sarebbero probabilmente terribili. E mentre i politici di centro e di sinistra possono consolarsi con la speranza che la primavera del 2023 possa ripulire il sistema politico dai ribelli populisti, questo è troppo poco, troppo tardi. Sì, la democrazia italiana si sta svuotando da decenni, ma l’imminente ascensione di un’amministrazione di estrema destra segna un nuovo minimo».
Non c’è che dire, venerdì gli italiani di buon senso tireranno comunque un sospiro di sollievo perché si spegneranno i riflettori su una delle campagne elettorali più “inquinate” della storia d’Italia.