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DERIVA DIABOLICA

Sarco, la macchina-bara che uccide "in pochi minuti"

Esposta a Venezia a una mostra di design, "Sarco" (sarcofago) è una specie di capsula ideata da un'organizzazione pro eutanasia. «Abbiamo un pulsante "Muori" e anche un pulsante "Stop"», dice il designer. Insomma, una "sicura" ghigliottina 2.0, attivabile con un codice anche da disabili. Il suicidio diviene così un gesto estetico, secondo una precisa strategia luciferina.

Vita e bioetica 05_06_2019

Tutti a bordo di "Sarco", una navicella spaziale che ti porta nell’Aldilà attraverso un viaggio bello da morire. "Sarco" sta per sarcofago e si tratta di una specie di capsula, che ricorda gli aspirapolvere di ultimo modello, dove tu entri e non esci più. Almeno da vivo. Infatti è una macchina per uccidere le persone, un novello forno crematorio, una versione aggiornata delle camere a gas naziste, ovviamente - tengono a sottolineare i suoi ideatori - con la differenza che nessuno è obbligato a entrarci. Forse non è obbligato a entrarci, aggiungiamo noi, dato che ormai non sono pochi i casi di eutanasia su persone non consenzienti (vi ricordate Charlie Gard e Alfie Evans?).

L’inventore di questa sedia elettrica senza scossa, fino a novembre esposta a Venezia a una mostra di design (Venice Design), è l’australiano Philip Nitschke, il fondatore di Exit International, un'organizzazione pro eutanasia. Un video promozionale spiega come funziona Sarco: "È un dispositivo di eutanasia che utilizza azoto liquido per abbassare il livello di ossigeno, offrendo una morte piena di pace in pochi minuti". Basta entrare, chiudere il portello, premere un pulsante e la morte è servita. È come la macchinetta del caffè espresso: schiacci un pulsante e via, ma a posto del caffè c’è la morte, espressa pure lei. Naturalmente al primo posto c’è la sicurezza per il futuro de cuius. Infatti Alexander Bannink, il designer che ha progettato questo aspirapolvere di vite umane disponibile in diversi colori, ha affermato: "Abbiamo un pulsante 'Muori' e anche un pulsante 'Stop', perché è indispensabile che ci sia. C'è dunque anche una via di fuga. Quindi lo rendiamo un prodotto ‘sicuro’ perché è quello che deve fare un buon designer”.

La mente vacilla: si qualifica questa ghigliottina 2.0 un prodotto "sicuro". Ci si industria per facilitare la morte delle persone, ma in modo "sicuro", cioè per evitare proprio lo scopo per cui hai comprato questo baccello mortifero. La sicurezza è aumentata dal fatto che per morire devi inserire un codice, una sorta di Pin come se tu fossi al bancomat, così si evita che tuo figlio giocando ad Avengers e credendosi sull’astronave Infinity Wars si infili nel Sarco e ci rimanga secco. Oltre ad inconvenienti domestici come questo, gli ideatori vogliono che si utilizzi Sarco solo se si è capaci di intendere e volere: il codice non ti viene dato se non sei sano di mente, ma forse un (apparente) sano di mente potrà decidere della tua sorte anche se sei un disabile mentale.

Nitschke & Bannink hanno pensato di venire incontro a tutti coloro che vogliono morire e così, imitando i grandi della medicina che non brevettarono le loro scoperte per renderle disponibili a tutti immediatamente, ecco che hanno pensato di rendere disponibile online il progetto da scaricare e da riprodurre con una stampante in 3D. C’è chi si dà all’automodellismo alla sera tornando a casa dal lavoro e chi si costruisce la bara. Sono gusti.

Bannink assicura poi che il suo funzionamento è intuitivo, a prova di tonto, anche perché è consapevole che in quei momenti si può perdere lucidità, mai tanto quanto è stata persa a freddo da Nitschke & Bannink, c’è da aggiungere. Quest’ultimo, in puro spirito inclusivo, ha voluto che la sua bara fosse accessibile a tutti e quindi tiene a ricordare che “l'attivazione tramite movimento oculare o voce è prevista per consentire l'uso della capsula da parte dei disabili".

Commovente tanta sensibilità e attenzione agli ultimi, che molto probabilmente saranno i primi a testare il letale baccello, dato che i disabili, a livello mondiale, sono sempre stati i migliori candidati alla “dolce morte”. "Cosa potrebbe esserci di meglio che avere la tua famiglia e gli amici intimi a pranzo, un bicchiere di champagne, saltare nel Sarco e partire per un volo immaginario pieno di pace, veloce e sicuro verso il paradiso?", ha dichiarato l’attivista Sally Curlewis, certa poi che i piani inferiori al paradiso non possano esistere. Morire diventa un happening e lasciare le proprie spoglie mortali può essere glamour perché eccentrico e innovativo.

Il suicidio diventa così un gesto estetico, il macabro assume profili invitanti: c’è anche un design della morte e uccidersi può rappresentare un’esperienza suadente. Da eutanasia a euforia il passo può essere breve. Insomma una strategia di marketing di diffusione del pensiero eutanasico davvero luciferina che ammanta di bellezza - Sarco è un prodotto di design realmente di ottima fattura - ciò che rimane orrendo. D’altronde, ci dice la Genesi, il frutto proibito colto da Eva era “gradito agli occhi”.