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Il libro

San Pio da Pietrelcina e i suoi consigli spirituali

Fresca di stampa la raccolta intitolata Breviario spirituale, a cura di Claudio Marcellino, con riflessioni, confidenze, orazioni e consigli sempre attuali di Padre Pio.

Ecclesia 07_01_2025

«Per Te Sacerdote santo vittima perfetta». La frase scelta da Francesco Forgione per la sua ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1910 racchiude «in anticipo non soltanto il significato della sua vocazione sacerdotale, ma di tutta la sua esistenza, nell’identificazione totale con la volontà di Dio e con Cristo crocifisso». È quanto osserva Claudio Aurelio Marcellino nell’introduzione al libro Breviario spirituale (Ares 2024, pp. 192), nel quale sono raccolti in ordine tematico consigli sempre attuali, riflessioni spirituali, confidenze e orazioni di san Pio da Pietrelcina. «Che altro desidera l’anima mia se non condurre tutti a Te o Signore e attendere pazientemente che questo fuoco divoratore bruci tutte le mie viscere nel “Cupio dissolvi” per essere completamente in te?». Padre Pio risponde così all’amore del Padre per lui: «Fin dalla nascita Iddio mi ha dimostrato segni di specialissima predilezione: mi ha dimostrato che Egli, non solo sarebbe stato il mio sommo Benefattore, ma l’Amico devoto, sincero, fedele, l’Amico del cuore, e l’infinito Amore, la consolazione, la gioia, il conforto, tutto il mio tesoro».

La grande fiducia nella benevolenza del Padre celeste lo sospinge ad affermare: «Mi sento pure grandemente spinto ad abbandonarmi tutto alla Provvidenza e nessun pensiero mi danno più le cose sì prospere che avverse». E ancora: «Sono divorato dall’amore di Dio e del prossimo. Dio per me è sempre fisso nella mente e stampato nel cuore. Mai lo perdo di vista: mi tocca ammirarne la sua bellezza, i suoi sorrisi e i suoi turbamenti, le sue misericordie, le sue vendette o meglio i rigori della sua giustizia». Sempre Padre Pio spiega che «nella vita spirituale se non si avanza si indietreggia. Succede come alla barca la quale deve sempre camminare. Se si ferma il vento la rimanda indietro». Per questo motivo esorta a ricordarsi di «stare sempre, sempre, sempre alla presenza di Dio»; a premurarsi di «pugnalare il proprio io ogni volta che affiora»; a pensare a far bene solo quello che si ha da fare nel tempo presente; in quanto «dovete sforzarvi di dare gusto a Dio solo; e contento Lui, contenti tutti».

Riguardo al dialogo con Dio, il santo da Pietrelcina sottolinea che «la preghiera è l’effusione del cuore che ama Dio». L’orazione è infatti «la migliore arma che abbiamo, è una chiave che apre il cuore di Dio». Di qui, «deve essere insistente in quanto l’insistenza denota la fede»; «quando è fatta bene, commuove il Cuore Divino e lo invita sempre più a esaudirci». Allo stesso modo suggerisce con la semplicità, la chiarezza e nel contempo l’acume spirituale che lo contraddistingue: «Quando avete distrazioni, non vi distraete di più fermandovi a considerare il perché e il per come. A guisa di un viandante che sbaglia via e, appena se ne accorge, subito si rimette sulla buona strada, così voi continuate a meditare senza fermarvi sulla distrazione avuta».

«Il mio riposo è sulla croce. C’è un’eternità per riposare!», esclama Padre Pio in relazione al mistero della sofferenza e del dolore qui in terra. Un tema al centro anche dei suoi colloqui più intimi con il Signore: «“Non temere, Io ti farò soffrire”, mi va ripetendo Gesù. “Desidero che la tua anima con quotidiano e occulto martirio sia purificata e provata; non ti spaventare se Io permetto al demonio di tormentarti, al mondo di disgustarti, alle persone a te più care di affliggerti”». Di qui il frate stigmatizzato osserva: «Soffro e vorrei sempre più soffrire; mi sento consumare e vorrei essere sempre più consumato. Desidero la morte solo per unirmi con vincoli indissolubili al celeste Sposo. Desidero pure la vita, per sempre più patire, avendomi Gesù dato a intendere che la prova sicura dell’amore è solo nei dolori. Vorrei soffrire assai di più per l’ideale che cerco». Egli è infatti profondamente convinto che le sofferenze siano «colpi di salutare scalpello» mediante i quali «il divino Artista prepara le pietre che dovranno entrare in composizione dell’eterno Edificio».

Il suo amore al Crocifisso è tale che afferma: «Io amo la croce, la croce sola. L’amo perché la vedo sempre sulle spalle di Gesù». E ancora: «Guarda Gesù Crocifisso e troverai la soluzione a tutti i tuoi problemi»; in specie «nel dolore Gesù è più vicino». Di qui invita il fedele: «Nelle croci, nelle prove, nelle persecuzioni guarda sempre a Gesù Crocifisso. Rispecchiati in Gesù, agonizzante in croce per nostro amore, e troveremo la forza di soffrire, anche noi, per amor suo».

Relativamente al mistero inestimabile della Santa Messa, il santo da Pietrelcina sostiene che persino gli angeli rileverebbero nel merito: «Capisco cos’è e perché si fa, ma non comprendo quanto valore abbia». Egli però lo intuisce al punto da sostenere: «Se fosse per me non scenderei mai dall’altare». Esorta perciò a fare «di tutta la propria giornata una preparazione e un ringraziamento alla santa Comunione».

«Abbandonati nelle braccia della Mamma Celeste. Lei penserà a custodire l’anima tua», suggerisce Padre Pio in riferimento alla Vergine Maria, che invita a «imitare specialmente nella pazienza e nell’amore di Dio».

In tale raccolta emerge dunque una santità innervata in una quotidianità vissuta sempre unitamente a Cristo e in spirito di docile abbandono alla volontà del Padre, dal nascondimento nella propria cella all’obbedienza ai superiori, dal servizio instancabile alle anime all’offerta delle proprie sofferenze fisiche e spirituali per contribuire alla loro salvezza.