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VERSO IL REFERENDUM

San Marino, spinta per l'aborto a colpi di menzogna

Aborto legalizzato senza limiti di tempo, aperto anche a cittadine straniere e praticato anche in strutture private. È questo quel che accadrà nella Repubblica di San Marino se domenica 26 settembre dovessero vincere i promotori del referendum, la cui propaganda è fondata sulla sistematica mistificazione della vera posta in gioco.
- C'È ANCHE UN POPOLO CHE DICE NO ALL'ABORTO, di Ermes Dovico 

Vita e bioetica 20_09_2021

Domenica prossima 26 settembre nella Repubblica di San Marino si terrà un referendum finalizzato alla legalizzazione dell'aborto. Sul tema la Nuova Bussola Quotidiana ha già intervistato lo psicoterapeuta Adolfo Morganti. Oggi interviene il giurista Giacomo Rocchi, per smascherare le principali menzogne dei proponenti il referendum.

1. Il nervosismo dei promotori del referendum di liberalizzazione dell’aborto che si terrà nella Repubblica di San Marino il 26 settembre è palpabile: accusati di voler permettere l’uccisione del bambino non ancora nato fino al nono mese e, quindi, di voler legittimare perfino l’aborto “a nascita parziale” ben conosciuto e praticato negli Stati Uniti (con la tecnica “Intact dilation and extraction”, il feto resta parzialmente all'interno dell'utero e la testa viene ridotta di diametro mediante una puntura o una pinza), la loro reazione è rabbiosa: “Aborto al 9° mese: la bugia continua”, accusa un recente Comunicato stampa. Per sostenere che l’accusa è falsa, si scrive che “al nono mese di gestazione il bambino è completamente formato e pronto a nascere, pertanto è assurdo parlare di aborto. Al nono mese la gravidanza si interrompe, sì, ma con il parto”. Inoltre, l’UDS (Unione Donne Sanmarinesi, il gruppo femminista che ha promosso il referendum) si richiama ad un precedente progetto di legge in cui si faceva riferimento alla tutela della vita del bambino capace di vita autonoma.

Peccato che il testo del referendum parli di tutt’altro: “Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia il pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna?” Quindi, la gravidanza si potrà interrompere “anche successivamente” alla dodicesima settimana di gestazione per “anomalie e malformazioni del feto”.
Non è affatto “assurdo” parlare di aborto al nono mese: è scritto nero su bianco nel testo del referendum!

2. Ma i promotori, accusando di falsità i difensori della vita, si guardano bene dal rispondere ad altre domande scomode.

È vero che le donne di San Marino che intendono abortire lo fanno liberamente in Romagna e che nessun aborto risulta eseguito nel territorio della Repubblica, così come nessun processo penale per un aborto risulta mai celebrato? Se è vero, è evidente che la finalità dei proponenti è di uccidere i bambini non ancora nati a San Marino.

È vero che il testo del referendum consente l’aborto anche alle donne che non sono cittadine di San Marino? Se è vero, è evidente che i promotori vogliono consentire l’accesso alla Repubblica di donne straniere al fine di abortire.

È vero che non è previsto che l’aborto sia eseguito soltanto da strutture pubbliche? Se è vero, si possono prevedere strutture private che eseguono gli aborti a San Marino.

È vero che non è previsto un controllo pubblico sul “grave rischio per la salute psicologica della donna” che intende abortire? Se è vero, saranno i medici delle strutture private che eseguono gli aborti a poter certificare tale rischio.

Davvero non esiste il rischio che la Repubblica di San Marino, da territorio esente dalla barbara pratica dell’uccisione dei bambini, si trasformi in luogo in cui si eseguiranno gli aborti che neppure in Italia – Paese in cui la liberalizzazione è quasi assoluta – sono permessi?

3. Perché i promotori del referendum sono “scivolati” sulla questione dell’aborto tardivo, la cui descrizione provoca orrore e disgusto? La risposta, purtroppo, è semplice: non vogliono “vedere” il bambino; il bambino non esiste, non può esistere! Altrimenti non è possibile definire l’aborto – come fanno alcuni slogan proposti dall’UDS – “il diritto di disporre del proprio corpo”, “una scelta individuale e privata che rientra nel diritto di ogni persona ad autodeterminarsi”?

Ma se non “vedi” il bambino, se rifiuti di prenderlo in considerazione, la tua cecità rimane in ogni fase della gravidanza, salvo accorgersi che, sì, un bambino c’è e viene ucciso crudelmente.

Due eventi recenti – la legge del Texas che vieta l’aborto dal momento in cui il cuore dell’embrione batte e il discorso esplicito di papa Francesco: “chi fa un aborto uccide, senza mezze parole” e “in qualsiasi libro di embriologia per studenti di medicina si può vedere che alla terza settimana dal concepimento, tutti gli organi stanno già lì, tutti, anche il Dna” – sembrano provvidenziali per sollecitare il popolo di San Marino a non essere cieco, a non guardare da un’altra parte disinteressandosi di ciò che davvero si vuole rendere lecito con il referendum.

Non essere ciechi come la donna intervistata da La Stampa che, rivendicando di avere abortito, afferma: “Abortire non è né una colpa né una vergogna. Ho solo esercitato un mio diritto”; come se una legge trasformasse la natura delle cose, come se potesse cancellare il bambino ucciso.

“È giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema?”

4. “Ogni madre ha diritto all'assistenza ed alla protezione della comunità”: questa norma della “Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell'ordinamento sammarinese” ha una portata pregnante: i bambini sono il futuro della comunità e quindi, le loro madri devono essere assistite e protette. Una norma bellissima perché considera insieme la donna e il suo bambino ed esprime un giudizio chiaro, positivo, addirittura gioioso.

Sarà un caso che questa norma non è mai menzionata dall’UDS e che non è stata nemmeno ricordata dal Collegio Garante della Costituzionalità delle norme che ha ammesso il referendum?

Speriamo che il popolo di San Marino sappia ricordare le proprie radici e bocciare con un convinto “NO” il referendum!