Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
IRLANDA

Rivolta a Dublino, esplode il malessere sociale

Ascolta la versione audio dell'articolo

Il gesto criminale di un immigrato che ha accoltellato tre bambini ha scatenato clamorose proteste violente che la polizia ha faticato ad arginare. È solo la punta dell’iceberg di una tensione sociale figlia della disgregazione che vive la società irlandese.

Esteri 25_11_2023
Scontri nella notte a Dublino (Ansa)

Autobus incendiati, auto della polizia in fiamme, negozi saccheggiati e una grande città in subbuglio mentre la polizia cerca di contenere una rivolta con un centro città fuori controllo per ore, con la polizia antisommossa nelle strade e gli agenti di polizia che venivano isolati e attaccati da folle di giovani. È difficile da credere, ma questa era la capitale dell'Irlanda nella notte di giovedì 24 novembre. Le scene di violenza e distruzione nel centro di Dublino, proprio sulla strada principale, sono state le peggiori da almeno 20 anni a questa parte e hanno lasciato il Paese in uno stato di shock.

La rivolta è avvenuta a seguito di un precedente atto di violenza nella stessa giornata di giovedì. Tre bambini, di età non superiore ai cinque anni, sono stati aggrediti e accoltellati all'uscita di una scuola cattolica in una strada del centro. Uno dei bambini è tuttora ricoverato in ospedale in gravi condizioni. L'attacco è avvenuto poco dopo le 13 nei pressi di Parnell Square, appena fuori dal viale principale della città, O'Connell Street. In totale sono state ricoverate cinque persone, tra cui un insegnante e il 50enne, sospetto autore del gesto, che è stato arrestato.

Un testimone oculare presente sulla scena ha raccontato che i bambini stavano camminando: «All'improvviso uno di loro è caduto a terra, dopo un altro è caduto a terra, poi un altro ancora è caduto a terra. Quindi questo tizio ha iniziato a correre». Il presunto aggressore era armato di coltello ed è caduto a terra, dopodiché «un sacco di gente gli è saltata addosso», ha ricordato il testimone. Successivamente è emerso che un eroico uomo brasiliano, che consegnava cibo, è intervenuto per neutralizzare l'aggressore, stordendolo e colpendolo con il casco della sua moto.

Nelle vicinanze della scena del crimine si sono registrate subito piccole proteste. All'inizio si è trattato di proteste pacifiche e di natura politica. Si è ipotizzato che l'aggressore potesse essere dell'Europa dell'Est, il che ha alimentato le tensioni che già ribollivano a Dublino - e nel Paese in generale - riguardo all'approccio del governo irlandese sull'immigrazione. Fonti della Garda hanno poi rivelato alla testata online Gript.ie che il presunto aggressore potrebbe provenire dall'Algeria.

Tuttavia, le proteste hanno iniziato a sfuggire al controllo quando i manifestanti hanno tentato di prendere d'assalto le barricate della polizia e di invadere la scena del crimine. L'assembramento, inizialmente piccolo, è cresciuto sempre di più con il passare della notte. Quella che era iniziata come una protesta contro un terribile attacco a bambini piccoli si è rapidamente trasformata in una rivolta senza alcuna associazione politica. A quanto pare un mix di agitatori e di teppisti opportunisti, hanno visto l'opportunità di provocare caos e carneficine. Ed è quello che hanno fatto per alcune ore: hanno preso di mira negozi di abbigliamento e di sport, saccheggiando la loro merce, oltre a spaccare le finestre degli alberghi e incendiare veicoli.

A quel punto, le forze di polizia e i politici hanno risposto puntando il dito contro l'«estrema destra» e l'aumento del sentimento razzista e anti-immigrati. Si tratta di un bersaglio molto comodo per il governo, in particolare per il ministro della Giustizia, che si trova ad affrontare aspre critiche per la risposta data nella notte dei disordini e per aver permesso che si arrivasse a tanto. È comodo ma è anche una mistificazione. Il razzismo è stato certamente parte del problema di giovedì notte; ma così come il degrado sociale del centro città; l'incapacità del ministro della Giustizia di mantenere una parvenza di legge e ordine; la politica del governo sugli immigrati; l'incapacità dei genitori di educare i propri figli.

L'elenco potrebbe continuare perché la notte di giovedì è stata il risultato di una coincidenza di eventi che indicano, nel complesso, che siamo di fronte a una cultura che sta fallendo. L'Irlanda ha visto una rapida ascesa negli ultimi 30 anni, a partire dalla "tigre celtica" negli anni '90 e nei primi anni 2000. Ora gode di ricchezza materiale e dei comfort dell'era moderna; ma allo stesso tempo vive la stessa disgregazione sociale, gli stessi vuoti morali e la stessa violenza senza scopo che affligge le città di tutto l'Occidente.

È difficile dare spiegazioni ideologiche agli eventi, ci dice un rispettato e stimato sacerdote domenicano che vive e svolge il suo ministero nella zona. Scrivendo su X (ex Twitter), padre Conor McDonough OP ha detto: «È tutto molto difficile da elaborare, ma quello che mi è chiaro è che nessuno degli eventi di oggi è riducibile a semplici spiegazioni ideologiche». «Quando sento le persone gridare "chiudete le frontiere" – ha proseguito -, penso agli immigrati che conosco, che si impegnano per il bene comune di questa città, che lavorano sodo, che fanno volontariato per i senzatetto di Dublino, che pregano nella nostra chiesa, che amano questo Paese», ha continuato padre McDonough. E «quando sento le persone etichettare i rivoltosi come "di estrema destra", penso ai giovani che conosco qui, molti dei quali erano sicuramente in strada questa sera. Penso alla loro disperazione, alla loro frustrazione, alla loro ansia, alla loro abituale evasione attraverso le droghe e le effimere sensazioni forti».

Padre McDonough ha ragione. Il problema è molto più che l'estrema destra, o l'immigrazione. Si tratta della frammentazione di un'intera società. Lo abbiamo visto giovedì sera in modo drammatico. Ma i segnali di questa situazione sono molto più frequenti. C'è un aumento dei crimini violenti, degli omicidi, dei reati sessuali, dell'abuso di droghe e dei suicidi: tutto ciò indica una verità grave: l'Irlanda non sta andando bene.

*The Irish Catholic