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Polonia e Ungheria si alleano contro le ingerenze dell'Ue
L'Ue attacca Ungheria e Polonia, contro lo spirito dei Trattati. Il Parlamento Ue vuole imporre i "diritti Lgbt" all'Ungheria e contesta il divieto dell'aborto eugenetico in Polonia, tutte materie di competenza nazionale. I due Paesi dell'Europa centrale si coalizzano, nel Patto di Budapest, per farsi rispettare da Bruxelles. E Orban risponde a tono a Soros, grande suggeritore dell'Ue
Recovery rinviato, Polonia e Ungheria resistono ai ricatti
Insulti e minacce contro Polonia e Ungheria ieri al Consiglio Europeo che ha dovuto rinviare a dicembre ogni decisione sulle condizionalità del Recovery su cui i due Stati hanno posto il veto. Ma quello europeo è ormai un ricatto verso due stati cristiani che non si piegano alla dittatura del nuovo ordine mondiale.
Santa Elisabetta d’Ungheria
Fu principessa, sposa, madre di tre figli, vedova e terziaria francescana. Arrivò a mendicare per poveri e ammalati. Per il suo sostegno ai frati presenti in Turingia, san Francesco d’Assisi le mandò un messaggio pieno di benedizioni. A lei sono intitolate diverse congregazioni, che continuano la sua opera di dedizione agli infermi
Ungheria e Polonia, l'Ue attacca gli unici fronti di libertà
Una serie di nuvoloni si stagliano nel cielo di Bruxelles al primo giorno del Consiglio Europeo. Ancora una volta lo scontro titanico vede da un lato la Commissione e dall’altro Polonia e Ungheria. Nel mirino la difesa della famiglia dall'ideologia Lgbt.
Francesco Giuseppe incoronato in Ungheria con la Messa di Liszt
Il non-amato Liszt, che compose la messa di incoronazione di Francesco Giuseppe re d'Ungheria nel 1867, realizzò un'opera tutt'altro che sontuosa. Anticipò le linee guida dettate da San Pio X per la musica sacra.
Santo Stefano d’Ungheria
Primo re ungherese, fu decisivo per la cristianizzazione del Paese magiaro. In Ungheria la sua festa liturgica ricorre il 20 agosto, che è al tempo stesso festa nazionale, perché si commemorano sia la traslazione delle sue reliquie sia la fondazione dello Stato
Ungheria: fine emergenza. Non è diventata una dittatura
Il governo ungherese ha annunciato che il prossimo 20 giugno finirà lo stato di emergenza per l’epidemia. Secondo quanto avevano dichiarato numerosi esponenti dell’Ue, rilanciati da gran parte dei media e dei commentatori politici, l’Ungheria era ormai diventata una dittatura. Questa è invece la dimostrazione che non è una dittatura.
L’Ungheria rifiuta la Convenzione (pro “gender") di Istanbul
Il Parlamento ungherese ha deciso di non ratificare la Convenzione che parla del sesso come di una “costruzione sociale”. Orban resta coerente alla sua politica di valorizzazione della legge naturale.
L’Ungheria rifiuta la Convenzione (pro “gender") di Istanbul
Il Parlamento ungherese ha deciso di non ratificare la Convenzione che parla del sesso come di una “costruzione sociale”. Orban resta coerente alla sua politica di valorizzazione della legge naturale e del sesso come oggettività biologica. La cosa non piace ai potenti dell’Europa che si scagliano facilmente contro di lui dimenticando le decine di paesi che hanno deciso come l’Ungheria.
Niente "cambio" di sesso in Ungheria
Al vaglio del Parlamento ungherese un disegno di legge in cui si prevede il divieto di "cambiare" sesso. Il sesso è solo quello genetico. Protesta il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa.
Ungheria, le politiche per la natalità danno frutti
Nel gennaio 2020 il tasso di natalità ungherese è cresciuto del 9,4% rispetto al gennaio 2019. I figli per donna sono aumentati da 1,4 a 1,6 e i matrimoni addirittura del 100%. Segno del legame tra nozze e bambini, che smentisce l’immigrazionismo alla Soros. Il Paese di Orbán insegna che le politiche di sostegno - culturale ed economico - alla famiglia hanno solo bisogno di tempo per funzionare.
Il ritorno di Sophia. Ma Austria e Ungheria si oppongono ai traghetti del Mediterraneo
In teoria per rafforzare l'embargo sulle armi alla Libia, ma in pratica per traghettare clandestini, l'Ue vorrebbe ripristinare l'Operazione Sophia, fornendole anche una componente navale. Ma Austria e Ungheria si mettono di traverso, opponendosi a qualunque piano di redistribuzione dei rifugiati. E se gli altri Paesi dell'Ue si dichiarano pronti a fornire le loro navi, è perché il governo Conte ha dato chiari segnali di voler accogliere di nuovo tutti